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Vita a convenienza: analisi della comunicazione fascista

[Foto by Boris Hoppek on flickr – via Riotclitshave]

Oggi giornatona. Si potrebbe riassumere con l’articolo di precaria: lavora, riproduci e taci (noi aggiungiamo anche un "crepa" che per le donne vittime di violenze maschili ci sta sempre bene).

Una donna è stata trovata ammazzata a perugia. Tentava di andarsene, con le valigie fatte, pare avesse voglia di lasciare il convivente. Non c’è riuscita. I casi di stalking si susseguono uno dopo l’altro e sono sempre uomini che non accettano di essere lasciati dalle ex. Poi ci sono quelli che pensano di poter ancora prestare "attenzioni non richieste" su internet, sui social network e come abbiamo spesso detto noi si tratta di cyberstalking. Della infinita serie di violenze maschili contro donne e bambini potete farvi una idea voi stessi* seguendo il Bollettino di Guerra.

Sono episodi diffusi e generalizzati che avvengono ogni giorno e che riguardano uomini di qualunque nazionalità. Chissà perchè però se quelli che commettono le violenze sono maschi italiani (per i preti pedofili si fanno addirittura le fiaccolate a supporto) allora sono sempre le donne a mentire e se i violenti sono stranieri invece c’è qualcuno che protetto dall’impunità che si verifica ogni volta che si commettono linciaggi nei confronti di donne e stranieri decide di dare fuoco al negozio dei pachistani coinvolti in uno stupro. La stessa cosa hanno tentato di fare con la molotov ad una delle paestre di pistoia accusate per maltrattamenti ai bambini a lei affidati nell’asilo. 

Per ciò che riguarda le donne mentre ci massacrano, sul lavoro, ci licenziano, ci inducono al suicidio con pignoramenti e sfratti, ci annientano fuori e dentro casa ad opera di maschi violenti, ecco che agisce l’altra faccia del dominio sui corpi femminili: quella che ci obbliga a partorire con una retorica di stampo fascista che riconosciamo bene.


Apre la serie
il corriere che con un "ha vinto la vita" da notizia di una donna con problemi psichici che ha fatto nascere un bambino down. E lei che ha scelto? In altre situazioni simili, nel caso in cui qualcuno convince queste donne a "fare vincere la vita" e poi le abbandona a se stesse chi sarebbero i responsabili di un eventuale suicidio o infanticidio? In quel caso poi si punirà la donna colevole di non essere stata disagiata con "moderazione" e la si sottopone a Tso e all’elettroshock? Così come quando si parla di parto post mortem (vale per le donne in stato di morte cerebrale che vengono tenute attaccate alle macchine per farle partorire anche dopo morte) cosa si può dire in questi casi se non che delle donne l’unica cosa che conta è l’utero al servizio della patria? Come si può essere così ipocriti da fare passare per "dono alla vita" qualcosa che condanna alla morte psichica – specie nel caso in cui prima si fa partorire una donna e poi le si toglie il figlio – un essere umano già nato, cresciuto e con sufficienti problemi? Non si tratta forse di una violenza?

L’altra faccia della medaglia, quella in cui della "vita che vince" (immaginatelo scritto a caratteri fascisti) non gliene importa niente a nessuno, la vediamo nella notizia di un gentilissimo ultrà che ha fatto abortire una ragazza rom a bastonate. Difetto della donna? Esiste e tanto basta. In questi casi la voce dei pro-life è rimasta soffocata dietro le mura delle sagrestie, chissà perchè, così come resta soffocata la voce dei tanti cattolici/cristiani che pure sono sempre lì a difendere tutti gli uomini che ammazzano di botte le donne per una ragione o per l’altra.

E se volete darvi una ulteriore mazzata sulle ovaie, tanto per concludere la giornata in bellezza, potete sempre leggere la signora tamaro che dall’alto dei suoi 25 figli richiama – ancora sul corriere – (testata che sta compiendo una crociata degna di attenzione) le donne al "senso di maternità" al quale secondo il suo parere bisogna tornare (non prima di aver abbandonato il femminismo che lei aveva deciso essere il nemico dell’umanità).

Lavora, riproduci, taci e crepa. E’ proprio vero. E’ già fascismo. 

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Alessia says

    E’ già fascismo da un bel pò.
    Grazie per essere una luce, in questo buio che non spaventa soltanto, ma rende frustrate, impotenti, tristi.

  2. eva.t says

    Il fatto che comunque si possa far finta di lasciar scegliere a una donna con tali problemi psichici di diventare una incubatrice (e NON madre, visto che il bambino probabilmente neanche glielo lascieranno vedere) lo trovo davvero di una crudeltà senza pari.
    Questi difensori a oltranza della “vita” sono dei mostri.
    Quanto al minestrone di luoghi comuni della Tamaro non merita comento. Aparte il fatto che ventila pure che la violenza contro le donne sia colpa del nostro non essere abbastanza madri e femmine dedite al sacrificio. Cosa di per sè gravissima.