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STOP Trans Pathologization 2012: “Per la diversità dei nostri corpi e delle nostre identità!”

Il
pa
ssato sabato 5 giugno centinaia di persone hanno partecipato alla
Manife
stazione che ha avuto luogo per le strade di Barcellona per
chiedere il ritiro della transessualità dai manuali di
classificazione delle malattie.

La
manifestazione
, rivendicativa e festosa, si è svolta in concomitanza
con il Primo Congresso di Identità di Genere e Diritti Umani,
sponsorizzato da Human Rights Watch (Osservatorio Diritti Umani), i governi spagnolo e catalano e diverse Ambasciate europee. Qui potete vedere il sito ufficiale del Congresso.

Gli/le manifestant* hanno risposto all’appello della Rete Internazionale
per la Depatologizzazione Trans
che forma parte della campagna Stop
Trans Pathologization 2012
, il cui obiettivo è conseguire che
organizzazioni come la OMS (Organizzazione mon
diale della salute),
responsabile della Classificazione Internazionale delle Malattie, e
la Associazione Americana Di Psichiatria (APA), responsabile della
stesura e aggiornamento del manuale DSM (Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders), smettano di considerare la
transessualità come una malattia.

La
APA ha reso pubblica
una prima stesura di quella che sarà la quinta
versione del DSM, i cui contenuti insieme a quelli proposti dall’Oms
stabiliranno cosa è malattia e cosa non lo è, cosa è considerato
anormale, sbagliato, pericoloso e cosa invece è adeguato e
funzionale alla società. Quali menti e quali corpi dovranno essere
psichiatrizzati,
medicalizzati, mutilati, corretti e modificati perché soddisfino gli
“standard di normalità” e quali invece potranno sopravvivere.

In
questa versione
del DSM ancora in cantiere la APA non ha tenuto in
considerazione la depatologizzazione della transessualità richiesta a gran voce da
attivisti e movimenti trans, ci sono state delle modifiche nella
terminologia che parrebbero voler rappresentare una apertura, ma che
nei fatti non rappresentano un cambiamento fondamentale. Da “disturbo
dell’identità sessuale” si passa a “incongruenza di genere”
(“Gender incongruence”) e si inserisce la possibilità di uscire
dalla malattia, cosa che prima non era prevista, nel momento in cui
la persona trova congruenza tra il suo corpo e la identità che sente
appartenergli.

Tuttavia noi siamo concordi nell’affermare, come è ribadito nel Manifesto della rete STOP Trans Pathologization 2012, che "La transfobia è ciò che ci rende malati!".

Per la diversità dei nostri corpi e delle nostre identità!

Posted in Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Personale/Politico.