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FestAntifa 2.0

http://2010.fest-antifa.net/sites/default/files/300x250.pngDopo il grande successo dell’anno scorso
torna il Festival Sociale delle
Culture Antifasciste
, incontro autorganizzato, autogestito e
autofinanziato sulla lotte ai fascismi vecchi e nuovi.

Questa edizione del festival si tiene presso il parco di viale
Palmiro Togliatti [mappa]
dal 28 maggio al 6 giugno e sarà caratterizzato da un denso programma di incontri,
mostre fotografiche, proiezioni, spettacoli teatrali e musicali.
Le tematiche affrontate spaziano per tutto il fronte di opposizione alle
pratiche autoritarie, dalla resistenza al fascismo sui territori
all’antisessismo, dalla necessità di curare la memoria storica alla
questione dell’informazione, dalle autoproduzioni alla resistenza al
razzismo.

Durante tutto il festival saranno garantiti pranzi e cene (anche
vegetariane e vegane) a prezzi popolari. Inoltre sarà garantita la
possibilità di campeggio.

Buon festival a tutt*!

—>>>Tra gli appuntamenti:

Sessismo e movimento

Sebben che siamo donne. Le donne dell’antifascismo.

Resistenze lesbiche nell’europa nazifascista

Psichiatria e nazismo

La psicologia di massa del neofascismo

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Feminoska says

    Riporto quanto scritto in ML, poichè per me è un punto importante: rispetto al programma del festival sociale delle culture antifasciste,
    http://2010.fest-antifa.net/
    che spazia – giustamente – su argomenti molto vasti, trovo un pò
    povera la proposta femminista e del tutto assente quella antispecista –
    ambientalismo e antispecismo non sono la stessa cosa, dal momento che
    spesso l’ambientalismo viene declinato in termini antropocentrici, mentre
    l’antispecismo lotta contro la discriminazione di specie, che ha molto in
    comune con le altre discriminazioni di razza, sesso, classe (ma spesso
    viene liquidato -con vero atteggiamento patriarcale – come del tutto marginale, superfluo e ininfluente).
    Chiedo poi a chi ci è già stat* lo scorso anno se, come è la mia impressione, i vari argomenti sono trattati a
    compartimenti stagni, o se c’è un discorso, un dialogo comune, un filo che
    unisce i vari argomenti.
    Senza un fronte comune contro un
    sistema che produce sofferenze diverse ma del tutto simili, senza una presa
    di coscienza forte sullo sguardo che determina questi effetti, il solo
    accostare, mettere vicino temi così simili ma sentiti, purtroppo, anche
    dalle/dai partecipanti come diversi e di importanza settoriale per i
    partecipanti, non realizza un movimento davvero forte e capace di
    rivoluzionare il pensiero unico che ci tortura.Un pò di autocritica su
    questo punto mi pare ormai davvero necessaria.