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Femminicidio 2009/2010: vittime di violenza maschile nel Maggio ’09

Vi avevamo annunciato che avremmo contato le donne morte per mano di uomini dal maggio 2009 al maggio 2010. Un anno di articoli di cronaca e di vite spezzate.

Vi avevamo anche anticipato che non avremmo usato come moventi quelli che usa la stampa per offrire attenuanti agli assassini. Bisogna usare parole nuove che raccontino di donne che sono morte per la libertà, per rompere la schiavitù o perchè non hanno accettato di essere di proprietà di nessuno. 

Per ovvi motivi ci atteniamo a quanto ha detto la stampa. E non aggiungeremo nulla di più di quello che è già stato diffuso via web. Possiamo comunque anticipare, contrariamente a quello che dicono i negazionisti/revisionisti sui dati della violenza maschile e i sostenitori della legge sull’affido condiviso, che le donne muoiono quasi esclusivamente perchè l’uomo che le uccide non accetta di trovarsi di fronte una donna altra, autonoma, diversa, non di sua proprietà. Qualunque altra speculazione o strumentalizzazione dei dati è un ulteriore femminicidio compiuto sulla pelle delle donne e dei bambini che come vedremo sono caduti anch’essi numerosi sotto la scure del marito/padre che usava il motto "miei o di nessun altr@". 

Ecco le storie di donne e bambin* morte di violenza maschile nel maggio 2009 (poco a poco vi forniremo tutti i dati):

1) A Rimini, Svetlaina Neizvestva, di 32 anni, ucraina, viene uccisa assieme alla madre con un colpo di pistola. Accusato del duplice omicidio è il marito, Cosimo Celeste, 35 anni, italiano, finanziere, dopo aver sparato si è suicidato. (Fonte)

2) A Rimini, Olexandra Neizvestva, Ucraina, viene uccisa assieme alla figlia con un colpo di pistola. Accusato del duplice delitto è il genero, Cosimo Celeste, 35 anni, italiano, finanziere, dopo aver sparato si è suicidato. (Fonte)

3) A Milano, Pasqualina Labarbuta, 37 anni, italiana, custode, viene accoltellata. Accusato del delitto un uomo dalla carnagione scura non identificato. Secondo una testimone avrebbero litigato nei giardinetti e poi lui l’avrebbe uccisa. (Fonte)

4) A Vanzago (Mi), Veronica C., 25 anni, ecuadoregna, badante, viene accoltellata. Le persone da lei accudite testimoniano che la vittima sarebbe stata oggetto di stalking da parte del suo ex Y.E.M., 30 anni, ecuadoregno. Movente: morta per la sua libertà! (Fonte)

5) A Bagno a Ripoli (Fi), Giulia Giusti, 22 anni, italiana, viene accoltellata dal suo ex fidanzato che non accettava la loro separazione. Lapo Santiccioli, 27 anni, italiano, dopo averla uccisa si è suicidato. Movente: morta per la sua libertà! (Fonte)

6) A Truccazzano (Mi), Caterina Giupponi, 72 anni, italiana, pensionata, è stata uccisa con una martellata in testa e una coltellata alla gola. Accusato è il marito, Palmiro Alloni, 71 anni, italiano, pensionato, dopo averla uccisa ha tentato di suicidarsi senza riuscirci. (Fonte

7) A La Spezia, Rebecca Gerasolo, 5 anni, italiana, muore assieme alla nonna nell’incendio appiccato al piano di sotto. Accusato è Matteo Acerbi, 43 anni, italiano, disoccupato, aveva litigato con la sua ex e intendeva incendiarle l’appartamento. Rebecca e la nonna stavano al piano di sopra. (Fonte)

8) A La Spezia, Antonella Geracitano, 50 anni, italiana, muore assieme alla nipotina nell’incendio appiccato al piano di sotto. Accusato è Matteo Acerbi, 43 anni, italiano, disoccupato, aveva litigato con la sua ex e intendeva incendiarle l’appartamento. Antonella e la nipotina stavano al piano di sopra. (Fonte

9) A Milano, Giulia Marino, 78 anni, italiana, pensionata, muore per una decina di coltellate. Accusato il marito Ennio Delli Gatti, 89 anni, italiano, pensionato. (Fonte)

10) A Piana degli Albanesi (Pa), Ilona Kubatova, 61 anni, della Repubblica Ceca, muore con 35 coltellate all’addome, 2 alla schiena, 1 al collo. Accusato è il figlio Giancarlo Aglieri, 32 anni, italiano. (Fonte)

11) A Cologno Monzese (Mi), Loricia Castro Palomino, 43 anni, peruviana, badante, è stata uccisa e il suo corpo è stato abbandonato in un campo con segni profondi sul collo. Accusato, pare a seguito di una lite, il convivente Luis A. Hinestroza Sulca, 57 anni, peruviano, anche lui badante. (Fonte)

12) A Trieste, Marianna Buchhammer, 38 anni, Italiana, è stata uccisa durante un litigio con la pistola. Accusato il marito Cristian Bovi, 37 anni, Italiano, guardia giurata. (Fonte)

13) A Casteldelfino (Cn), Rosaria Perricone, 67 anni, italiana, albergatrice, viene uccisa con 30 coltellate. Accusato Fabrizio Roasio, 31 anni, italiano, disoccupato. (Fonte)

14) A Ferrara, Li Xuell, 35 anni, cinese, barista, è stata uccisa con una pistola. Accusato un cliente del bar, Giovanni Forlani, 77 anni, italiano, pensionato, che aveva tentato di "conquistarla" con le mance. Non c’è riuscito e allora l’ha ammazzata e poi ha tentato di suicidarsi (non c’è riuscito). Movente: morta perchè non voleva essere di proprietà di questo signore. (Fonte)

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Licia says

    Capite bene che qui non si tratta di alcuna forma, neppure distorta di amore. In molti casi era solo vendetta per un rifiuto. Dovremmo reclamare a gran voce centri educativi per la gestione dei rapporti interpersonali per uomini incapaci di accettare un “no”. Anch’io sono stata oggetto di stalking e mi è andata bene perché non mi fido mai al punto da mostrare dove abito a qualcuno che non mi sembri del tutto equilibrato.
    Oh sì, ci sono anche le molestatrici di sesso femminile ma da qui ad arrivare con tanta facilità all’omicidio è lunga. In tanti si lamentano perché definiscono “violenza psicologica” il semplice essere messi davanti a se stessi. Se iniziamo a rimproverare un uomo per un qualsiasi motivo, se osiamo vederlo per quel che è, se osiamo risvegliarci dal torpore ormonale dell’innamoramento e rinfacciare loro di non aiutarci abbastanza, di non essere maturi, per loro è violenza psicologica. Abituati da madri diseducative ad essere serviti fino a vecchiaia inoltrata, si aspettano che qualsiasi donna corra a soddisfare le loro richieste e li perdoni eternamente. Non tutti, ovvio, per fortuna e lo ribadisco.
    Impressionante il numero di omicidi commessi da chi detiene porto d’armi per aver indossato una divisa. Non so perché non si ritiri loro arma e documento negli orari non lavorativi ed a cessazione dell’attività. Non che risolva, ma visto che la pistola si presta molto all’impulso del momento e al senso d’onnipotenza, dovrebbe essere tolta loro dalle mani quando non serve.
    è difficile commentare con calma e razionalità certi articoli, spero comprendiate lo sforzo che si fa nell’essere costruttive sempre anche quando ci si sente schiacciate.