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E fatti liberare, orsù. O beccati una multa!

http://www.tropeamagazine.it/tropeanews/archivio/2007/6bimestre/inquisizione.jpgQualcuno vorrebbe spiegarci perchè si dice che si vogliono aiutare le donne oppresse se poi quando se ne trova una si tratta come una criminale, la si multa perfino e poi si pretende che dica perfino grazie?

Come si spiega questa condotta novarese contro una donna con il burqa da parte del nostro esercito della salvezza all’arrembaggio e alla conquista dell’oppressione femminile?

La colonizzazione violenta passa anche per la colonizzazione e la appropriazione dei corpi. In catene le donne che non vogliono "evolversi" (ottimo esempio di civiltà la nostra, davvero!), ai servizi sociali i bambini delle donne che non si convertono e via con la caccia alle streghe.

Se c’è una cosa che si impara studiando la storia dell’inquisizione in sicilia è questo modo ipocrita di imporre le conversioni al cattolicesimo e quel modo criminale di mettere al rogo (o punire con le multe) le donne che non volevano convertirsi. I libri della Sellerio a firma dello storico Renda vi potranno dire molto su tutto ciò.

Quello che accade oggi ha in più quell’aggiunta di criminale spinta imperialista che sottrae diritti agli stranieri e gli impedisce di autodeterminarsi attraverso i propri metodi.

Certo se il livello medio della popolazione razzista/leghista è quella che abbiamo visto ad Andro possiamo stare sicure che non leggeranno mai un libro sul femminismo islamico.

Tra noi che siamo persone civili però alcune cose possiamo dircele.

La punizione alla donna con il burqa è coerente con le punizioni che normalmente vengono inflitte in italia alle donne che subiscono oppressioni e violenze.

Mai che multassero gli stupratori e i mariti violenti. 

Con le sorelle in burqa sentiamo davvero una affinità innanzitutto concreta. Qualunque governo fatto di maschi decide sempre, in un modo o nell’altro di punire noi invece che chi ci opprime.

A quanto sarà fissata dunque la multa alla prossima donna che subirà uno stupro?

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. davide89v says

    Liberare le donne musulmane…
    sono solo scuse per farsi belli davanti all’elettorato, un pò come fa la Chiesa che dice pace e amore e poi ti pugnala alle spalle, un pò come i padri separati che dicono di amare i propri figli e poi li usano per controllare la vita delle loro ex mogli, chi cerca di dominare il prossimo (in questo caso le altre culture) non lo dice apertamente, dice di essere buono, dice di essere nel giusto in modo che l’opinione pubblica possa accettare certi provvedimenti

  2. emi says

    ho trovato questo:
    http://valentini.blogautore.espresso.repubblica

    Sulla questione “liberiamo la donna musulmana” vi riporto le mie riflessioni:
    Ho letto e condiviso la lettera del Signor Metref, solo su un punto vorrei proporre le mie riflessioni. Si tratta del passaggio in cui egli si dichiara un feroce oppositore del velo, velo da lui considerato una forma di schiavitù che nella migliore delle ipotesi è auto-imposta.
    Come ci ricorda Kandiyoti: “…la donna riproduce le frontiere statali e trasmette la cultura ed è quindi il rappresentante privilegiato della differenza”. Tuttavia ogni volta che le donne “servono da linea di demarcazione tra le collettività nazionali, etniche o religiose, il loro pieno riconoscimento in qualità di cittadine è messo in pericolo”. Il corpo delle donne diventa il nuovo campo di battaglia nella guerra dell’identità che si vuole irragionevolmente unica.
    Oggi come mi vesto? Come mi devo vestire? Oggi mi posso vestire come voglio? Oggi no. La questione del velo, l’unica di cui si parla spesso in materia di migrazione femminile musulmana, non può non farmi pensare al “discorso” colonialista in Nord Africa riguardante le donne. Non ho letto tutto, ma tutto quello che ho letto rientra perfettamente in due caselle, discorso binario, nero o bianco. Semplice, semplicemente di qua ci sono le sottomesse da liberare e dall’altra parte mettiamo invece le lubriche votate al piacere del maschio preferibilmente bianco. In Francia una delle associazioni più mediatizzate si chiama “Ni putes, ni soumises”, mi sono persa un passaggio? No, purtroppo l’ordre du discours è sempre lo stesso, perché la sottomissione delle donne passa ancora attraverso gli stessi binari: io con la minigonna, un’altra velata, un’altra nuda, quella a cui è andata peggio morta (Le statistiche comunitarie rilevano, in base ad indagini realizzate sui dati inerenti i reati negli stati membri, che in Europa la violenza rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia di età tra i 16 e i 50 anni e nel nostro paese si ritiene che ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato). Lo schema prevede qualche casella in più ma sempre uno schema è, se vuoi uscirne il prezzo è alto. Tuttavia se ancora dobbiamo prestare attenzione alla vecchia dicotomia sottomessa-liberata allora proviamo ad andare fino in fondo come suggerisce Paola Tabet:
    “Dunque, in un contesto globale caratterizzato dalla concentrazione delle ricchezze in mano maschile, dalla disuguaglianza di accesso al lavoro e alle risorse fra i sessi e da “un’endemica ‘dipendenza economica’ delle donne” (nonostante facciano più della metà delle ore di lavoro), lo scambio sessuo-economico non è solo il risultato ma lo “strumento di un processo generale di subordinazione delle donne e della loro sessualità”. Il sesso della donna diviene la sua risorsa ma, poiché non è lecito farsi comprare, esso non è facilmente quantificabile né separabile da altre forme, come il lavoro domestico, riproduttivo, il sostegno psicologico.
    E in tutto questo, che ruolo gioca la prostituta? La prostituzione è la forma più diretta ed esplicita dello scambio sessuo-economico, il luogo dove il trucco viene svelato, dove la donna, quando gestisce in prima persona il servizio e non come mezzo di sopravvivenza, può porsi come partner diretto della transazione e negoziarne liberamente gli aspetti. La prostituta rappresenta la trasgressione alle regole di proprietà sulla persona-donna: fa un uso illegittimo del corpo in quanto lo gestisce in proprio. La prostituzione, quando libera scelta, diventa una forma di emancipazione e di riappropriazione di sé.” (www.trickster.lettere.unipd.it)
    Sulla questione dell’auto-imporsi una schiavitù Lacoste-Dujardin ha ampliamente dimostrato come l’anello forte del sistema patriarcale sia la figura della “madre di figli maschi”. Il sistema patriarcale sacrifica i diritti individuali delle donne in favore di quelli collettivi del gruppo/famiglia, ma ad alcune donne, le madri dei figli maschi, offre un sacré pouvoir. Nel tentativo di raggiungere questa posizione privilegiata le donne collaborano con un tipo di sistema che, se nel momento della competizione è feroce, una volta raggiunta la posizione dominante è estremamente gratificante. Quando una donna sceglie di conformarsi alle regole di un sistema forse ne conosce anche i potenziali rischi e vantaggi. Dipingere le donne come vittime incapaci di decidere è funzionale alle logiche delle ronde. Quando una donna sceglie di conformarsi ad un modello in cui la comunità, pur opprimendo, offre dei vantaggi forse lo fa anche rifiutando un sistema che in nome dei diritti individuali offre alle donne ben misere compensazioni. In nome di quali meravigliosi vantaggi è possibile offrire il modello “donna liberata”? Sarai libera di avere la doppia giornata di lavoro, se sei precaria potrai tranquillamente tornartene a casa il giorno che scopriranno che sei incinta, avrai le ronde che ti proteggono in strada tanto le violenze le subirai in casa…

  3. rosa says

    Che bel paese di merda l’italia? Anzichè liberare le donne le schiavizza ancora di più-Immagino quanti mariti segregeranno le mogli a causa di provvedimenti come questi x paura delle multe.
    Ma che concetto di libertà strana hanno gli italiani?
    Multare le donne che sono soltanto vittime di un sistema patriarcale di alcune culture…
    E sopratutto l’italia può giudicare le altre cultura se anche nella propria la donna è oppressa?

    X quanto riguarda la tua ultima frase ho pensato proprio la stessa cosa quando ho sentito il tg..