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La legge sull’affido condiviso è un danno anche per gli uomini

Ci scrive Massimo. E’ abbastanza sconvolto da quello che ha letto a proposito delle norme sull’affido condiviso [1] [2] e ha voluto farci sapere quello che pensa su questa storia.

In generale pensa che si tratti di uomini ai quali non interessa dei loro figli. In particolare ci dice che prima di strappare i suoi figli alla madre procurando loro un trauma e un dolore così forte piuttosto si staccherebbe un braccio.

Massimo si è separato quattro anni fa. Si è vissuto il conflitto, lo ha affrontato, se ne è fatta una ragione. Non ha scaricato sulla ex moglie tutte le sue frustrazioni, non ha mai pensato che lei sia causa dei suoi fallimenti e ha semplicemente ricominciato a vivere, con dolore e consapevolezza. Lo stesso ha fatto lei.

Ha due figli, un maschio e una femmina, entrambi vivono con la madre nella casa che era comune. Quella casa prima di essere di entrambi è e sarà dei bambini. Altrimenti perchè un genitore dovrebbe pagare un mutuo per tutta la vita se non per lasciare qualcosa a chi viene dopo?

Sono i bambini che hanno diritto a viverla, tenerla e a viverci con chi ha la responsabilità principale del loro affido. Non si è mai sognato di rifiutare il mantenimento ai suoi figli. Chi fa così, ci dice, "è un miserabile!". E non si riferisce alla povertà di mezzi economici.

La sua ex moglie ha ora un’altra storia. Massimo resta in casa con i bambini quando lei esce, se ha problemi al lavoro, se vuole andare al cinema. D’altronde lei resta con i bambini tutti i giorni e tutte le sere mentre Massimo fa quello che vuole.

Massimo da poco ha conosciuto un’altra donna, separata anche lei, che vive con suo figlio.

La sua attuale compagna ha dei problemi con il suo ex che non è una persona responsabile come Massimo e fa di tutto per ferirla e per mettersi al centro dell’attenzione.

Massimo ci scrive che un giorno che lei non poteva andare a prendere suo figlio a scuola è andato lui e ha trovato il padre che sgridava il bambino perchè doveva fargli dire per forza con chi stava sua madre.

Massimo si è presentato e quell’altro ha giurato vendetta. Tutto ciò davanti al bambino.

Ha cercato di fare leva sulla questione della paternità per dire che non poteva lasciare suo figlio con sua moglie mentre lei frequentava un "estraneo". L’estraneo sarebbe Massimo.

Aveva trovato anche un avvocatuncolo che seguiva la causa. Di avvocatuncoli che soffiano sul fuoco pur di guadagnare qualche soldo ce ne sono tanti. 

Quello che l’ex della sua compagna non aveva tenuto in conto è che anche Massimo è un avvocato. Un bravo avvocato, che ha impiegato un attimo a dimostrare che quel tizio non aveva il minimo interesse verso il bambino. Piuttosto gli interessava ricattare la ex moglie che stava provando a rifarsi una vita senza di lui. Era geloso, invidioso. Sentimenti molto umani ma che non giustificano nulla di tutto quello che avrebbe voluto fare.

Massimo ci dice che la legge di cui parliamo è frutto di quei sentimenti livorosi. Si leggono in ogni riga e ci tiene a dire che quella legge è brutta anche per gli uomini, che non basta essere maschi per farsela piacere perchè ogni uomo che vuole avere un rapporto sano ed equilibrato con se stesso, i propri figli e le donne, non resta tutta la vita incatenato per invidia, gelosia e odio verso la sua ex.

Ci tiene a dire che per ogni donna che viene offesa da un ex marito c’è un bambino che rischia di crescere solo, triste, senza futuro e c’è anche un altro uomo, quello che avrà occasione di amare quella donna, che subirà quelle violenze indirettamente solo perchè si è innamorato di una donna che prima era sposata ad un altro.

A Massimo abbiamo chiesto se non è preoccupato che quell’uomo possa reagire male, si possa vendicare, possa fare qualcosa di cattivo anche a lui.

Massimo ci ha risposto che per il momento ha sul groppone una denuncia per stalking e che se dovesse riavvicinarsi per minacciare e fare qualcosa di male finirebbe in galera.

Nel frattempo ci dice comunque che la legge, tutte le minacce, le intimidazioni, tutto quello che scrivono online, ogni tentativo di fare sentire le donne vulnerabili, minacciate nel rapporto con i loro figli, secondo lui si può configurare come stalking oltre che come mille altre cose. Perchè quello che vogliono fare e fanno è di togliere il sonno, quando non peggio, alle madri, alle donne e soprattutto alle loro ex. Chi procura uno stato d’ansia grave e fa sentire in pericolo qualcuno sta già commettendo stalking. Su questo Massimo non ha dubbi.

Abbiamo detto a Massimo se ritiene che per fare stare bene le donne debba esserci sempre un altro uomo, il nuovo compagno, il padre o un fratello, a piazzare la bandierina sul territorio. Se non c’è un rimedio per fare in modo che le donne si difendano da sole.

Ci risponde con autentico affetto per la sua attuale compagna e ci dice che non ha piazzato una bandiera in nessun posto. Non sa neppure se con questa compagna durerà tre anni, per tutta la vita o finirà domani. Quello che sa è che può usare una competenza per difenderla come farebbe con qualunque persona in difficoltà e che sta difendendo se stesso per prendersi il diritto di vivere questa storia senza correre il pericolo di essere accoltellato.

La nuova compagna dal canto suo ha denunciato, ha più volte interpellato forze dell’ordine e tribunali senza ottenere niente. Quello che è inverosimile è che secondo il suo ex, quando lei gli diceva che lui non doveva avvicinarsi perchè l’avrebbe picchiata, sarebbe lei l’egoista che pensa a salvarsi la vita e a non prendere botte, tutelando anche suo figlio da quelle scene di violenza, piuttosto che restare immobile a farsi massacrare per permettere a lui di esercitare virtualmente quella specie di ruolo pseudo-paterno. 

Secondo Massimo la cosa più orrenda che stanno facendo in tutta questa campagna culturale contro le donne è di farle sentire in colpa perchè vogliono proteggersi e proteggere i propri figli. Come se non ne avessero il diritto. Come se a proteggersi la vita e proteggere i bambini dalla violenza diretta o indiretta fosse quello un atto di egoismo e non quell’altro compiuto dall’uomo violento. La cosa più urgente è fare capire alle donne che hanno ragione, che devono difendersi e che la loro vita è importante così come è importantissima la vita dei loro figli.

Le donne sono sole, questo ci dice Massimo, e nei piccoli centri in cui non ci sono centri antiviolenza, sportelli donna o cose del genere non sanno neppure a chi rivolgersi. Proprio per questo Massimo sta pensando seriamente di creare un servizio territoriale di informazione per le donne. Devono sapere quali diritti hanno, su quali leggi (poche) possono contare, come possono muoversi quando succedono cose di questo genere.

Questo è quello che Massimo può fare e questo vorrebbe fare. Dopodichè ci dice che vuole restare anonimo perchè non ci ha scritto per farsi pubblicità e chiarisce che per il servizio al quale pensa non vorrà mai un euro.

Noi crediamo alla sua buona fede (e perchè non dovremmo?), ci rammarichiamo per il fatto che nel posto in cui vive lui non ci siano donne che abbiano pensato almeno a fare la stessa cosa (di avvocatesse ce ne saranno ovunque no?) e speriamo che questa sveglia serva alle donne di quella zona.

Ringraziamo molto Massimo per lo scambio che ha voluto avere con noi e auguriamo alla sua ex e alla sua attuale compagna di stare sempre benissimo e di poter scegliere il proprio presente senza dover correre alcun pericolo.

—>>>Firmate la petizione che chiede che i bambini non sia mai affidati ai genitori violenti!

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Misoginie, Omicidi sociali, Storie violente.


One Response

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  1. paola says

    bellissima storia, che fa ben sperare per il futuro… però, per favore: avvocatE (non -esse) ;D