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Essere donne libere

Un altro contributo che segue a quello di altre sorelle già condiviso qui.

Grazie anche a Maria Pia Pizzolante per aver condiviso queste riflessioni. Buona lettura!

Essere donne libere

Ancora mistificazioni e luoghi comuni sul corpo delle donne e soprattutto sulle "giovani", concetto già di per sé ampio e problematico. Non ho mai avuto troppa fiducia nelle intellettuali che ripensano alla loro giovinezza in termini critici e tantomeno in chi scrive romanzi come "Va dove ti porta il cuore", ma non pensavo che Susanna Tamaro potesse scrivere sul Corriere della Sera tali parole:

"Sono più felici, mi chiedo, sono più libere le ragazze di adesso rispetto a quarant’anni fa? Non mi pare. Le grandi battaglie per la liberazione femminile sembrano purtroppo aver portato le donne ad essere soltanto oggetti in modo diverso", scrive Tamaro.

Vorrei semplicemente risponderle di si, siamo più felici, più libere e soprattutto più consapevoli. Mi rendo conto che ci sono ancora tante battaglie da combattere e tante cose da cambiare e mi impegno ogni giorno per far emergere la bellezza della differenza, così come il femminismo che lei critica dall’esterno ci ha insegnato.

Ci sono tante giovani donne, cara Susanna, che pensano più alla crescita professionale, personale, intellettuale che a quella dei seni e delle labbra. Ma, se chi si scandalizza del velinismo, continua a dipingere le ragazze come Barbie, preoccupate solo del corpo e delle potenzialità della seduzione, si finirà con l’emarginare chi in questo modello non si rispecchia. Proviamo a raccontare le vite e l’impegno di chi lavora, studia, pensa e magari di chi fa politica anche per rivendicare l’importanza di certe battaglie. Per quanto riguarda l’aborto, il discorso sarebbe troppo lungo, ma le assicuro che la "drammaticità dell’evento" è più nota a chi si procura un aborto piuttosto che a chi ne parla come lei.

La mia tesi di laurea "Il femminismo degli anni Settanta e l’aborto" forse le potrebbe dare una mano per non cadere nell’errore di trattare quelle sue amiche che militavano e cercavano a prezzo di sofferenze, sforzi e lacerazioni di aiutare le donne ad abortire con meno dolore possibile e non in solitudine come semplici "freakkettone". Perché le donne allora erano sole. E oggi, nonostante le ripeto ci sia ancora tanto da fare, sono meno sole, hanno più diritti, più possibilità di esprimersi, di lottare, di confrontarsi apertamente e alla pari con gli uomini.

E per questo io le ringrazierei quelle femministe che lei sostiene abbiano fallito. Rischia di fallire il progetto di un’effettiva parità nella differenza se c’è chi scrive su uno dei maggiori quotidiani generalisti italiani che siamo, noi giovani in particolare, concentrate ad occuparci di questo nostro corpo. Il corpo è parte integrante del nostro essere, e prendersene cura è atto di estrema maturità, ma le assicuro che ci occupiamo principalmente d’altro, anche quando "perdiamo tempo" a leggere giornali che pubblicano simili offese.

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Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Omicidi sociali, Scritti critici.


2 Responses

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  1. paola says

    Già, direi pure che l’autrice Tamaro sembra non fare caso al fatto che ciò che ha “portato le donne ad essere soltanto oggetti in modo diverso”, non sono state “le grandi battaglie per la liberazione femminile” ma quella che, volgendoci indietro, ormai ci sembra (a noi vecchie eh eh..) la grande controffensiva culturale mistificatoria massmediatica che ha spacciato per le liberazione etc. il tettaculismo televisivo e non. Ma, nonostante questo, le donne che pensano con le loro teste e si incaponiscono a costruire le loro vite al di fuori dei modelli imposti, e propagandati, ci sono e crescono, anche se sono poco visibili, almeno al Corriere…

  2. rosa says

    ciao ti segnalo una cosa:

    Sulla pagina inglese della voce italia di wikipedia, c’è un attenzione particolare verso gli omosessuali e la condizione femminile (anche se su quest’ultima sono presenti alcuni stereotipi).. in quella italiana manca del tutto,come se il tema non fosse importante.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Italy#Women