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Vis grata puellae: se glielo fai rizzare il giudice dice che lo devi far finire!

Ultimamente accade sempre più spesso. E’ tornato il vis grata puellae. E’ quel principio sessista basato su regole di corteggiamento altrettanto sessiste e parecchio datate.

Un tempo si pensava che l’uomo dovesse corteggiare e la donna rifiutare. Nel momento in cui smetteva il rifiuto, sin dall’attimo in cui concedeva il baciamano la donna non poteva più sottrarsi alle avance. Ed è per questo che tutt’ora viene data la "colpa" alle donne nel caso in cui vengono stuprate.

Alle donne non è concessa libertà di scegliere, sorridere, passeggiare con un uomo perchè ogni gesto viene interpretato come un segno di disponibilità e come invito ad accedere iberamente a quel corpo.

Da anni però le regole erano un po’ cambiate. Non solo non è affatto vero che una donna è "disponibile" se si mostra gentile, cortese e sorridente. La donna non è disponibile in ogni caso e mai a partire dal momento in cui dice NO. Perchè NO vuol dire NO e se una donna dice NO e l’uomo continua allora è stupro perchè non c’è consensualità.

Molti anni fa nelle aule dei tribunali per i processi di stupro si ricorreva alla formula del vis grata puellae per mettere in discussione proprio la validità di quel rifiuto.

Era il giudice a stabilire se quel no volesse dire si, se era stato detto con convinzione, se era stato detto in modo tale da fare capire chiaramente all’uomo che doveva fermarsi. E il paradosso continuava con affermazioni in aula che andavano da un "signori della corte, presidente, una donna dice no ma con il corpo dice si" oppure "una donna che vuole dire no può staccare il pene con un morso", ancora, ed è più recente, "se una donna ha i jeans significa che era d’accordo perchè è notorio che l’uomo non può togliere i jeans ad una donna se la donna non lo vuole".

Le assurdità continuano tutt’ora e arrivano al massimo dell’orrore quando si tratta di donne che hanno accettato un passaggio in macchina da un uomo, lo hanno accolto in casa, si sono appartate, lo hanno baciato e ad un certo punto hanno rifiutato e hanno detto NO.

In quel caso per la mentalità sessista varrebbe il pregiudizio secondo cui se non vuoi farti stuprare non esci con il tizio, non ti vesti in quel modo, non gli fai mettere la sua mano sulla tua tetta.

Per opporsi a questa assurdità e per ribadire che la donna può ripensarci quanto vuole e in ogni caso la consensualità non può essere immaginata o stabilita da un giudice ma deve risultare dal fatto che la donna abbia detto si, motivo per cui se la donna dice di NO è semplicemente NO, tina lagostena bassi aveva perfino denunciato come demente l’ex presidente della repubblica giovanni leone.

Arriviamo ad oggi in cui ancora ci ritroviamo sentenze come quella che potete leggere QUI e che vi dicono che siamo tornati indietro nel tempo di moltissimi anni.

Siamo tornati al punto in cui una donna non può ripensarci, in cui un uomo può rivendicare diritti sul corpo di una donna, in cui una donna diventa un oggetto sessuale perchè l’uomo deve finire di sfogarsi, come un animale, una bestia che non sa fare altro nella vita che eiaculare immondizia in ogni dove.

La sentenza fa schifo e fa schifo ogni uomo che la pensa così e fanno schifo questi anni in cui dobbiamo guardarci da tutto e da tutti. 

Il corpo è nostro e nessuno lo può usare. Il sesso si fa se è consensuale prima durante e dopo. La donna non ha obbligo di finire il lavoro, soddisfatti o rimborsati, a meno che non sia una sex worker pagata con una tariffa già stabilita.

E se invece ci trattano tutte da puttane allora bisogna capire: e se la donna stuprata che ha visto il suo stupratore assolto lo citasse per avere il giusto compenso del "lavoro" svolto?

Ps, per tutte le donne: ricordate che non è mai colpa vostra. MAI!

—>>>Decalogo per donne stuprate

—>>>Storia della legge sullo stupro

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. Elena says

    Tutto vero, ma non essere prudenti non è mai sbagliato.
    Come femminista separatista non salirei mai in auto con un uomo che conosco appena, non salirei mai a casa sua né lo farei salire a casa mia, né mi apparterei con lui.
    Così come non mi fermo a parlare con quei truffatori che cercano di turlupinarti con l’ultima offerta di Vodafone o di Mondolibri per strada, così come non apro a quei falliti dei venditori del Folletto, così come chiudo il telefono in faccia a quei cretini dei call center di vendita. Prudenza, prudenza.
    Ma io sono gay, e quindi non mi interessa godere delle attenzioni degli uomini, perché non so che farmene…

  2. konnroy says

    Sei troppo tosta.

  3. rosa says

    E ‘una mia impressione o in qst periodo stanno assolvendo troppi stupratori?

    Che vergogna qst sentenza…certo noi siamo considerate puttane x molto poco