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Femmina padana

di Feminoska

E così, ha vinto LUI. Non che LEI fosse meglio, da certi
punti di vista … questo lo sapevo, ma già solo la parola LEI per me faceva la
differenza.

Invece la verità è un’altra: la Regione in cui da sempre
vivo ha scelto di rappresentarsi nelle sembianze di un uomo che odia le donne,
odia gli omosessuali, odia gli immigrati. Di un uomo che, appena confermato nel
suo potere, copia in piccolo le solite dinamiche dell’odierna politica – che
più che della res publica si occupa della res privata di lestofanti – lanciando
i proclami della propria personale crociata antifemmina invece di occuparsi dei problemi che
affliggono i sudditi (ho detto sudditi?).

Molto spesso ultimamente, sento mancarmi le parole di fronte
all’orrore, al cuore di tenebra tutto italiano in cui stiamo precipitando. Così
anche questa volta: appreso il risultato, mi sono ammutolita e ho lasciato la
mente vagare verso pensieri sempre più utopici e felici, che ho guardato
svanire come neve al sole.  

Ma ormai, dopo qualche giorno, l’anestesia procuratami dallo
shock è terminata. Per questo le
parole che mi escono dalla bocca sono dure da proferire, perché scaturiscono
dal sapere che sicuramente, se quest’uomo indegno è salito al potere, è anche
merito delle donne che lo hanno votato.

Donne maschiliste. Ce ne sono ancora tante, troppe ed è
contro di loro con cui sempre più spesso oramai vorrei scagliarmi. Alcune si
credono anche “emancipate”, ma poi esultano se, incinte, aspettano il maschio. Sono
quelle che trattano il loro bambino come il principino del regno, rendendolo un
uomo viziato, dipendente dal lavoro di cura di altre donne anche da adulto e
convinto nel profondo di valere di più delle proprie compagne. Donne che, pur godendo
anche loro dei benefici apportati dalle lotte femministe, in fondo non solo non
mettono in discussione il potere maschile, ma nel profondo credono che sia
questo l’ORDINE NATURALE delle cose.

Se c’è una cosa che rimprovero a larga parte del genere
femminile è proprio questo: questa attitudine introiettata al first-ladyismo,
la piccola ape operosa che sostiene i successi del maschio dominante, fedele
come Argo in gonnella e pronta a perdonare i peggiori tradimenti del proprio
Ulisse  giustificati dalla sempre onnipresente “natura”, mentre le
proprie debolezze troppo spesso vengono punite con la morte (fisica o sociale,
poco importa).

Una bella contraddizione, dal momento che l’uomo scempia la
natura e la considera perlopiù inferiore e indegna di essere presa in
considerazione, tranne quando serve a giustificare ciò che natura non è ma è
invece frutto di calcolo e scelta consapevole.

Ma torniamo al
“nostro”: lui come primo proclama annuncia ovviamente di “essere per la vita” –
dovrebbe specificare però di essere per la vita caucasica, maschile,
eterosessuale e padana, dato che il resto, scusate il francesismo, può andare a
farsi fottere – e la foto che correda l’articolo, con donna in evidente stato di ammirazione celodurista cinta dal possente
braccio del paterfamilias nordico dà l’esatta collocazione della femmina
nell’universo padano. Certamente, perché il primo problema è la proliferazione
della specie autoctona:  il
sottotitolo potrebbe essere “che se le femmine padane non si riproducono come i
conigli verremmo invasi dalle faccette nere, gialle e marroncine”.

Ora, mi chiedo: che donne sono quelle che votano un pater
familias di questo immenso calibro? Un secolo fa alcune di noi hanno lottato per darci il diritto
ad esistere politicamente tramite il diritto di voto, e purtroppo il modo in
cui sono oggi ripagate dalla maggioranza delle donne è mantenendo lo status
quo. Le donne sono tante, ma quante donne votano a propri rappresentanti uomini
arroganti, maschilisti, di indubbia disonestà? Temo la risposta.

Sono le stesse donne che ridono alle battute misogine, fanno
sorrisi accondiscendenti alle “scappatelle” virili (tranne quelle che le
riguardano da vicino, per le quali comunque hanno in serbo sospiri rassegnati)…
e  quando per empatia, per un
attimo si mettono nei panni della donna che nell’ombra subisce il continuo
abuso di potere dell’uomo che le sta accanto, alla prima imbeccata della più
piccola mancanza da parte di lei, sono pronte a tornare sui propri passi
accusando la puttana di non essere una santa!

Sono la maggioranza delle donne che vedo intorno a me e
questo mi fa male, più male che
vedere la maggioranza degli uomini ancora tenacemente aggrappati al proprio
status. A volte queste posizioni sono palesi, altre volte invece sono più
nascoste: devi grattare un po’ della patina di falsa emancipazione che portano
addosso, fatta di cipiglio da donna in carriera, per scoprire che in fondo non
ci credono nemmeno loro, tanto che, smessi i panni della executive woman, a
casa si affrettano a coccolare figli piccoli e figli-mariti.

Perciò fa male sapere che il Fenomeno Padano sta dove sta
anche grazie alle donne, che in questo dimostrano di aver scelto ancora una
volta di non farsi fautrici della propria esistenza, ma di delegare le scelte
importanti ancora una volta, ad un uomo – e che uomo! Di pregare un dio
maschio, di cullare un dio-bambino, di cedere agli strepiti di un bambino
adulto, di pulire il culo ad un maschio decrepito.

Io con la mente sogno: sogno donne che comprendono
l’importanza di essere rappresentate da altre donne – e non perché scevre da
peccati e difetti, ma perché uniche possibili rappresentanti di istanze
femminili in un mondo patriarcale – sogno donne che crescono figlie e figli
allo stesso modo, dando loro
l’esempio di relazioni sane e non improntate alla sopraffazione da parte
dell’uomo sulla donna, sogno uomini colf, uomini rispettosi, uomini – oso dirlo? – femministi!

Belli i sogni … Per intanto, allineandomi all’opinione
generale che vede ormai sempre più la donna “seduta sulla propria unica
fortuna”, propongo a chi volesse protestare contro i paletti sempre più alti
messi alla libertà di scegliere  se
essere madre o meno, lo sciopero del nostro unico – a quanto pare –  “tesoretto”. Datevi alla masturbazione,
al lesbismo, agli sport estremi.

Non possiamo gestire la nostra sessualità senza subire gli
strali dei moralisti? E noi incrociamo le gambe, usciamo con le amiche, dedichiamoci a letture edificanti,
compriamoci dildo dalle diverse fogge e colori.

Chissà che, dopo un po’ di tempo, scendendo anche noi “in
campo”… non troveremmo, alla prossima manifestazione per la libertà d’aborto, le
file delle manifestanti piene zeppe di uomini!

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


7 Responses

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  1. Silverandawater says

    Mi vengono in mente le donne di casa mia, generazione precedente alla mia… lotte per il lavoro, sfruttamento da ogni parte, invocazione alla parità, matrimoni per salvare la faccia (con e senza panze lievitanti, quasi 50 anni fa era ancora una vergogna) e come si ritrovano? Come le tipette descritte più su: a far da serve a maschi imbelli, ad accontentarli in ogni loro desiderio, a prendersi sberle e peggio ed esserne in fondo anche contente. Una volta chiesi a una di loro, che si sfiancava in un lavoro pesante fuori casa, e in casa suo marito non le dava una mano manco a spostare una forchetta dal tavolo al lavandino, come mai certe cose le pretendesse da me (sua figlia) e non le chiedesse mai a suo marito. Risposta scandalizzata: “Ma è un uomo!!” (e sottinteso: sei tu, donna, che devi farle queste cose, mica lui) e che cazzo, che è? Paraplegico? Minus habens?
    E lei, mia madre, che è? Come minimo ipocrita. Perchè è chiaro che al signor marito faceva e fa comodo.
    E taccio del resto.

  2. marti says

    Cuore di tenebra.. hai detto benissimo.
    “orrore, orrore, orrore!”

  3. feminoska says

    @cloro:bello!
    @chiara di notte: Da te non è così? – beata! Comunque intendevo non solo in Italia, ma non di tutte le donne del mondo! Ho avuto però modo di girare un pò e di confrontarmi con amiche che girano il mondo anche più di me, e ti assicuro che non è un fenomeno tutto italiano…anche se, probabilmente, qui in italia “l’Ancella del Signore” viene ricoperta di patina beatificante avendo Matrigna Chiesa in casa!
    @vivivana: Ignorantia legis non excusat, dicevano i latini. Io credo sia estremamente improbabile non conoscere alternative nell’epoca dell’informazione, diciamo che forse è più comodo apparentemente, o più semplice… ma dal momento che vivere acriticamente significa mettere la propria vita in balia della corrente dominante – declinata poi nelle dinamiche di potere che si vivono in casa, sul posto di lavoro, al governo o nelle politiche internazionali – mi infurio e lotto con tutte le mie forze contro questo atteggiamento che demanda ad altri decisioni assolutamente fondamentali per la propria esistenza!

  4. Viviana says

    uomini femministi? questo sì che è un Sogno con la S maiuscola!!! anch’io spero che prima o poi le cose cambino, ma siamo solo noi ad avere il potere di farle cambiare. Dobbiamo riprendere le fila di un’unione femminile che si è spezzata, interrotta… dobbiamo ritrovarci e parlarci a quattrocchi delle nostre cose, dei nostri desideri, delle nostre speranze, degli scleri ed ecc… non sò se sia realmente questo che ci manca, ma sò che questo si è perso e la sensazione di solitudine che si prova quando si capisce che intorno ci sono così tanti maschlisti/e è un elemento che non và sottovalutato.
    le donne maschiliste esistono e ce ne sono di convinte, però ce ne sono anche alcune che lo sono perchè non conoscono altro modo di essere… non voglio trovare giustificazioni, perchè ognuna infondo sà che se è maschilista non è dalla parte di tutti/e, ma vorrei capire cosa è successo, cosa è accaduto alle donne che dopo essersi liberate sono ritornate a rinchiudersi nuovamente nelle stesse gabbie… mi viene in mente che è comodo, che è facile e vantaggioso… forse in un mondo dove la parola libertà è ormai svalutata, queste donne preferiscono asservirsi e “godere” di squallide concessioni da parte dei maschi e non battersi per la libertà di tutti/e… ecco, mi ero dimenticata del fattore E come EGOISMO… quanto ce ne è a questo mondo.

    Comunque bellissimo articolo, grazie
    Viviana

  5. Chiara says

    Splendido articolo!Ci aspettano 5 anni molto duri…
    Chiara

  6. Chiara di Notte - Klára says

    Se c’è una cosa che rimprovero a larga parte del genere femminile è proprio questo: questa attitudine introiettata al first-ladyismo, la piccola ape operosa che sostiene i successi del maschio dominante, fedele come Argo in gonnella e pronta a perdonare i peggiori tradimenti del proprio Ulisse giustificati dalla sempre onnipresente “natura”, mentre le proprie debolezze troppo spesso vengono punite con la morte (fisica o sociale, poco importa).

    Bellissimo articolo, Feminoska, ma perdonami di esprimere il mio piccolo parere. Quando tu parli di genere femminile, parli solo della donna italica o il tuo discorso tocca in generale tutte le donne del mondo?
    Sai perche’ ti dico questo? Perche essendo nata, cresciuta e vivendo altrove, questo comportamento non mi e’ tanto familiare. Anzi, molti dei problemi che tu presenti come attuali in Italia, nel mio paese sono sorpassati persino per mia madre.
    Forse il problema, quindi, non e’ di particolarita’ del genere femminile, quanto di cultura italica e legata a questo preciso periodo storico e sociale.
    Inoltre, se posso permettermi, non sempre chi assume atteggiamenti seduttivi lo fa per “compiacere” il maschio. Ci sono diversi modi per raggiungere uno scopo e talvolta la “falsa accondiscendenza” e’ piu’ efficiente dello scontro frontale.
    Ovvio che l’accondiscendenza deve arrivare fino ad un certo limite che stabiliamo noi. Non oltre. Quando arriva il momento del NO, deve essere NO. Ed e’ a quel punto, cioe’ con la negazione, che ragggiungiamo il fine.
    Come dici tu nel finale del tuo interessante articolo, adottare il Dildo come strumento sostitutivo del fallo, serve soprattutto a far comprendere agli uomini cosa significhi stare senza di noi, e puo’ insegnare a molti quale comportamento tenere convincendoli ad unirsi alle nostre battaglie.
    Un abbraccio sincero.