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La Gelmini sequestra la Resistenza e i partigiani. Si attende la richiesta di riscatto!

Update: una nota del ministero dice che la notizia è destituita da qualunque fondamento. Siamo noi malizios* perchè secondo loro la "resistenza" non c’è bisogno di citarla. Va considerata come dato "sottinteso"…______

Pensavo che la notizia più grave di oggi fosse quella di una possibile militarizzazione di guardie mediche e pronto soccorsi (a Roma) per non permettere agli immigrati di accedervi o quell’altra dell’ennesima rivolta degli immigrati (perennemente imbottiti di psicofarmaci) a Ponte Galeria (il Cie) che tentano di nascondere sotto quintali di omertà e complicità di stampo nazista (se non li vedi, non esistono… come i deportati nei campi nazisti). Poi trovo questo deja vù orwelliano e mi chiedo se la parte peggiore sia davvero quella in cui si dice che i partigiani spariscono dalla storia o quell’altra in cui si dice che che è obbligatorio parlare delle foibe. Repubblichini di salò e partigiani equiparati per decreto? E’ un ricatto dunque, un sequestro legalizzato, un modo per contrattare sulla storia. Cosa vuole e quante bugie vuole la Gelmini? Presto detto: alla fine reintrodurranno il capitolo sui partigiani e la liberazione e sarà lecito ingoiare un falso storico come quello delle foibe. Che bel risveglio, eh? 

L’articolo viene da qui ed è riportato qui. Buona lettura!

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La Gelmini cancella la Resistenza. L’Ass. Partigiani (Anpi): una vergogna!

Semplicemente non c’è. Nei nuovi programmi di storia che si studieranno dal prossimo anno nei licei non si parla di Resistenza. Così come antifascismo e Liberazione non sono neanche citati. Il buco è al quinto anno, dedicato allo studio dell’epoca contemporanea, dall’analisi delle premesse della I guerra mondiale fino ai nostri giorni.

La nuova articolazione, spiegano dal dicastero di viale Trastevere, è stata dettata dalla necessità di evitare che succedesse, come spesso è successo, che non si arrivasse neanche a fare la II guerra mondiale. Troppo poco, ecco perché la commissione per la storia, presieduta da Sergio Belardinelli, ha deciso di assegnare un intero anno di studi al Novecento.

Nella formulazione dei temi fondamentali, le indicazioni nazionali precisano che «non potranno essere tralasciati i seguenti nuclei tematici»: l’inizio della società di massa…«il nazismo, la shoah e gli altri genocidi del XX secolo, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda (il confronto ideologico tra democrazia e comunismo), l’aspirazione alla costruzione di un sistema mondiale pacifico (l’Onu), la formazione e le tappe dell’Italia repubblicana».

Si passa poi alla formazione dell’Unione europea e agli Usa, «potenza egemone, tra keynesismo e neoliberismo», senza tralasciare «il rapporto tra intellettuali e potere politico», da affrontare in modo interdisciplinare.

A differenza dei vecchi programmi, parole come antifascismo, Resistenza, Liberazione sono sparite. «Nessuna operazione di rimozione», dice a ItaliaOggi Max Bruschi, consigliere del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, e presidente della cabina di regia sulle indicazioni nazionali dei licei. «I programmi hanno individuato alcuni nuclei fondamentali lasciando grande libertà alle scuole, ai docenti. Quando parliamo di seconda guerra mondiale e della costruzione dell’Italia repubblicana per noi è evidente che è inclusa la Resistenza».

Eppure sulla Shoah, per esempio, si precisa che lo studio deve ricomprendere anche gli altri genocidi, una precisazione che manifesta una sensibilità storica e politica su cui non si è disposti ad affidarsi all’autonomia e alla bravura dei docenti. «La Shoah è un unicum, poi ci sono altri genocidi su cui non si può far finta di niente. Ciò non toglie, sull’altro fronte, che la Resistenza è un valore imprescindibile, mai pensato di declassarla».

Il punto è che un elenco di fatti significativi di un periodo può facilmente essere accusato di parzialità se non li cita tutti. «Il nostro non è un elenco esaustivo e prescrittivo, abbiamo solo indicato macrotemi», dice Bruschi. Che nega che possa esserci il rischio che la Liberazione finisca per essere liquidata in due righe e la lotta partigiana magari in una nota. «Che esagerazione, non c’è nessun rischio di questo tipo. Ma se il fatto che nei programmi non c’è la parola Resistenza è un problema, allora… possiamo sempre reinserirla», ribatte.

I programmi infatti non sono ancora definitivi. Genitori, insegnanti e associazioni possono dire la loro alla Gelmini sul forum dell’Indire. C’è tempo fino al 22 di aprile.

“Protesteremo, protesteremo con il ministro Gelmini, innanzitutto. E coinvolgeremo tutti a tutti i livelli, politici, sindacalisti, storici, perché si rimedi a un grave errore, una vergogna». Al telefono dalla sua casa romana, il 91enne Massimo Rendina, medaglia d’oro della Guerra contro il nazifascismo, presidente dell’Anpi di Roma, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, ha l’indignazione appassionata di quando era partigiano a Torino.

Eppure dal ministero assicurano che non c’è stata nessuna volontà politica di cancellare la Resistenza o la Liberazione non citandole espressamente nei programmi di storia… «È una dimenticanza pericolosa. C’è il tentativo, da un po’ di tempo, di rimuovere il nostro passato, la cui conoscenza è già così flebile. Si vuole mettere tutto sullo stesso piano, tutti colpevoli e tutti innocenti, i ragazzi partigiani e i repubblichini di Salò, senza così far capire come è nata l’identità democratica dell’Italia».

E ricorda come, ministro della pubblica istruzione Rosa Russo Iervolino, «ci fu il primo riferimento diretto nei programmi di storia al fascismo, l’antifascismo e alla Resistenza. Il ministro Berlinguer poi lo chiarì con una circolare. Tornare indietro è un errore dal punto di vista culturale e politico, una lesione alla memoria storica del paese». C’è chi rivendica la necessità di riscrivere la storia di quegli anni dolorosi, di mettere in luce gli errori e i delitti commessi da una parte e dall’altra. «Ma glissare sulla Resistenza, con la scusa che tanto è compresa tra le tappe dell’Italia repubblicana, farla finire magari in una nota a piè di pagina di un libro di testo, non è revisionismo, è confusionismo», ribatte Rendina, «io vado in giro nelle scuole, i ragazzi non sanno nulla… Non c’è bisogno di confondere le acque, non gli facciamo un buon servizio».

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. grilla says

    sara bona, e al servizio di silvio ma nella realtà poi che fa??

    http://www.rainews24.rai.it/…&photoid=175640

    Carfagna Superstar

  2. davide says

    non si può perdere questo pezzo di storia importante, inoltre si deve parlare anche della guerra freda, di che guevara e di ogni esponente politico che è stato di rilivieo in questi ultimi 60 anni……per conoscere la storia sul serio e per farsi delle idee……è questo che manca all’istruzione italiana….non aver affrontato mai gli anni dopo il 1945……..soltanto alla televisione si vedono i documentari………..si deve parlare anche di queste cose………..ma non sporcandoli con opinioni diverse ma serve la vera realtà………così potremmo dire che siamo migliorati…l’ignoranza= intolleranza