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Maschi, bloccati alla serie A9010, lobotomizzati e con difetto di fabbrica. Da rottamare, con incentivi!

Abbiamo generalizzato ma in realtà vogliamo parlare di Massimo Fini, questo misogino maschilista che Travaglio ospita nel suo giornale evidentemente altrettanto misogino e maschilista.

Non compro Il Fatto Quotidiano. Leggo ostinatamente altre fonti di informazione, prevalentemente su web, prevalentemente libertarie ma libertarie davvero.

Massimo Fini ha un problema con le donne e sbaglia due volte perchè usa il termine "razza", coniato in epoche coloniali per distinguere esseri umani da altri esseri umani e insiste sul termine "nemica".

La prima frase è già discriminazione sessista. Indica un nemico, anzi una razza, da discriminare sulla base della sua evidente misoginia.

Mette assieme tanti luoghi comuni, stereotipi della peggior specie, perfino qualche ingenuità. Pregiudizi, sciocchezze, preconcetti, idiozie.

Tira fuori l’ABC del malleus maleficarum (il martello delle streghe dell’inquisizione cattolica) e poi generalizza, ragiona per noiosi schemi. A momenti dice di averci visto con la coda e le corna di belzebù.

Istiga odio e si produce in proposte pratiche. "Bisognerebbe estrarre la pistola", dice e ammicca circa il fatto che *non sparare* sarebbe un atto di resa e di viltà.

Mostra di avere una gestione delle sessualità dispettosa ed infantile. Non parla mai di consensualità. Considera le donne tutte alla stregua di puttane, con grande rispetto per le puttane, e si sorprende poi di stare dalla parte della "domanda".

Insiste a proposito della "inaffidabilità" del genere femminile e giustifica secoli di maltrattamenti e abusi plaudendo a quegli uomini che avrebbero tentato di "irregimentarci", "circoscriverci", "limitarci". In una sola parola: sterminarci!

Poi accade – seguendo ancora il suo fanatico filo narrativo – che le donne si liberano da reazionari maschilisti, padri padroni e padreterni (magari fosse così, ma non si direbbe giacchè è possibile leggere ancora queste porcherie) e allora si lamenta perchè le donne rivendicano diritti, perchè i loro corpi non gli appartengono, perchè non sono sottomesse e "dolci" come piace a lui ed ecco che arriva al punto: quel diritto di famiglia che l’intera banda di maschilisti reazionari vogliono riformare per riportarci all’età in cui i padri padroni imperavano nelle case, si prendevano beni e figli – come già oggi prevede la legge sull’affido condiviso – a prescindere dal fatto che si tratti di padri pedofili o di mariti violenti.

Fa parte della lunga schiera di maschi addestrati dalla lobby per il ritorno del pater familias nelle nostre case e infine scrive che se ti vesti un po’ come ti pare la molestia te la sei cercata e che lo stupro è una robina banale.

Ed ecco che si rassegna alla masturbazione che anche noi gli consigliamo vivamente. Di sicuro non invidiamo la siepe.

Perchè per avere una relazione a due bisogna essere veramente in due e lui al momento ci sembra soavemente assente nella sua pretesa di dominare il mondo dei generi e delle razze.

Buona vita e buon sesso autoctono.

Ps: Alcune compagne hanno segnalato una iniziativa di mail bombing al Fatto Quotidiano. Volendo potete partecipare anche voi.

Altri blog che si sono espressi su questo miserabile, quanto avvilente esempio di misoginia:

RebelFlower

Munecas Rebelde

Le Donn(ol)e

E leggi di nuovo Munecas Rebeldes a proposito del miserando tentativo del giornale di metterci una pezza…

Leggi anche:

Le antisessiste a convenienza dell’Unità e i maschilisti dell’Ordine di Fra’ Travaglio

Libertà di critica per alcuni ma non per tutti

Luttazzi: perchè identificare l’italia servile con tutte le donne?

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali.


15 Responses

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  1. seralf says

    ho la nettessima sensazione che un sacco di gente stia prendendo una grossa cantonata qui: onestamente la sottolineatura del termine “razza” che ad esempio fai tu con grande lucidità mi pare contenga più di ogni altra cosa la chiave di lettura, che credo sia tutt’altra di quella letterale.
    Poi magari mi sbaglio io, però mi chiedo se qualcuno se lo sia domandato almeno, se sia possibile una lettura inversa

    saluti

  2. Lorenza Mazzoni says

    Credo che il minimo sia di scrivere altre email bombardanti di indignazione alla sterile risposta del giorno dopo. Fatelo.
    MAIL A: segreteria@ilfattoquotidiano.it

    Gentilissima redazione,
    leggo il vostro giornale con interesse, proprio per il vostro spirito libero e democratico, oltre che per la satira pungente.

    Ma, oggi sono di nuovo rimast* sconvolt* dall’articolo di Silvia Truzzi del 28 marzo 2010 “Uomini, il buio oltre la siepe”, reazione all’articolo misogino e incitatore alla violenza sulle donne del suo collega Massimo Fini. Non solo non ne viene fatta un’accurata critica (per esempio per frasi insostenibili che banalizzano gli abusi sulle donne come “Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni” , ma vengono usati i paralleli luoghi comuni sugli uomini, arrivando a certe bassezze quali “È sull’interesse che si fatica a condividere l’affermazione, specie se giunge dal rappresentate di un genere che spesso -più che dal cervello – sembra farsi guidare da quell’organo che procura il piacere”. Insomma l’autrice non si discosta da una logica nociva che vuole tutte le donne costantemente in lacrime e tutti gli uomini con l’idea fissa del sesso. Questa bieca risposta serve solo a regolare i conti secondo la logica dell’ “occhio per occhio”: le donne sono state offese allora offendiamo anche gli uomini e non ci pensiamo piu.

    Questi articoli offendono l’intelligenza dei lettori e delle lettrici, ne chiedo pertanto la rimozione e scuse formali dal diretto interessato e dalla diretta interessata. Se volete mantenere una vasta audience vi chiedo di proporre articoli con contenuti veri, con INFORMAZIONI VERE E LIBERE DA DISEDUCATIVI STEREOTIPI.

    Farò circolare gli articoli il più possibile per far sentire la voce di tutte le persone che la pensano come me e vogliono un mondo di donne e di uomini, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale, religione.

    Cordiali saluti

    Lorenza Mazzoni
    Bologna

  3. fikasicula says

    @andrea

    infatti sessismo e razzismo pari sono. partono entrambi dall’assunto che un essere umano sia inferiore per “sua natura” e questo lo decide il maschio bianco etero ricco e sicuramente un tantino stronzo.

    @sara

    cara sono da’ccordo con te. la risposta della truzzi è debole, misera, stereotipata e sembra proprio una paraculata.

  4. andrea says

    mi sembra “interessante” notare come a un certo punto si giustifichino le discriminazione di genere partendo dall’assunto che è l’uomo ad aver bisogno di tutela in quanto raggirato dalla donna che, anche se “geneticamente” (non lo fa in maniera consapevole, d’altra parte è un’oca), gioca sporco. è il medesimo argomento con il quale si girano le richieste di eguaglianza dei migranti, diffondendo l’idea che gli italiani si debbano difendere perchè deboli e rispettosi della morale (mentre loro giocano sporco)

    http://ilpensieroselvaggio.blogspot.com/…ia.html

  5. Arguzia says

    Trovo sempre molto “interessante” notare come certi squallidissimi luoghi comuni sulle donne atteschiscano ovunque. Non è questione di destra, sinistra, cultura e ignoranza.
    E mi pare chiaro che Fini abbia grossi problemi con le donne.

  6. sara says

    ecco l’articolo della truzzi, risponde a stereotipi con altri stereotipi. niente di sconvolgente. una paraculata del giornale e della rubrica, a mio avviso: http://antefatto.ilcannocchiale.it/…tre_la_siepe
    i commenti sono uno spettacolo di misoginia.
    fanno letteralmente cagare.

  7. uraniaatropos says

    non ce la faccio piu’ a leggere commenti in cui si vuole far passare quest’articolo per una provocazione.Fini non è nuovo a queste cose, basta leggersi un po’ dei suoi articoli per capirlo(vi suggerisco quello sul corteggiamento) oppure se vogliamo tornare di parecchio indietro quando in un’intervista sul 68′ parla del femminismo affermando:” La libertà sessuale era già nata al tempo dei Beatles e di Mary Quant (davvero? non mi sembra) Lo stesso vale per il femminismo. Che hanno inventato, questi signori? La creatività al potere, diceva uno slogan. Ora tu dimmi se nel cinema e nelle arti il Sessantotto ha segnato una svolta.”
    Ora premettto che ognuno ha la sua idea sul 68 che non sto qui a discutere ma per quanto riguarda il femminismo non puoi dire che non è servito a nulla, quindi questo ci dice molto sulla sua persona.
    Inoltre a quanto pare nel manifesto politico del suo movimento non c’è spazio per le donne o gay, lsb o cmq tutte quelle categorie di persone che vengono continuamente discriminate.
    La provocazione dovrebbe portare ad una riflessione ma quando la provocazione viene fatta sempre sullo stesso tema inizia a creare problemi e a non essere piu’ tanto “ironica”.

  8. sara says

    infatti luna, scritto sempre dal suddetto massimo fini. in un sito autorizzato e benedetto dai maschilisti. ecco con chi se la fa il tizio e quale bella merda sparge in giro.

  9. Luna says

    L’incipit è preso dal dizionario erotico…
    http://ladonna.altervista.org/dizionario.htm

  10. Freak76 says

    Bellisimo l’articolo di Truzzi: l’ha letteralmente stracciato!
    Autogol per tutti i misogini

  11. sara says

    se non volete farvi il sangue amaro non leggete i commenti dei misogini sotto l’articolo di fini.

    io ho trovato anche la copia di quello che dovrebbe essere un articolo in risposta dalla parte delle donne. debolissimo, privo di mordente, tutto sulla difensiva, non spiega perchè l’articolo di fini, in circolazione già da un anno, viene pubblicato solo ora e poi non colloca fini dove dovrebbe stare, dove ha sempre mostrato di stare con i suoi pezzi misogini.
    ve lo passo, sapendo che comunque sembra una paraculata del giorno dopo. io continuo a non comprare Il Fatto (quante belle risatine che c’hanno fatto i maschietti in redazione, vero?):

    a firma silvia truzzi

    UOMINI, IL BUIO
    OLTRE LA SIEPE
    In questo spazio, che il sabato ospita la rubrica Battibecco, ieri
    Massimo Fini ha scritto un’invettiva contro le donne, costituendosi
    alla prima riga: “Sono una razza nemica”. Afflitte, proveremo qui, con
    indulgenza, a rassicurarlo. Dice che abbiamo “la lingua biforcuta”, non
    accorgendosi delle troppe malvagità che il “maschio scrivens” ci
    dedica nel suo articolo. E poi: “L’uomo è diretto, la donna trasversale.
    L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve
    per congiungere due punti è la retta, per la donna l’a ra b e s c o ”.
    Dobbiamo sentirci in colpa perché non siamo banali? “Al suo
    confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di
    condizioni, lei si fa su come vuole”: ma, cher ami, non si può
    prendersela con il “nemico” se ha affinato meglio l’arte della pugna.
    Certo: più difficile attrezzarsi per la battaglia, più semplice urlare al
    raggiro. Capitolo lacrime: pare si abbia – noi e voi – in dotazione il
    medesimo apparato di secrezione. Se ne produciamo in quantità
    maggiore è perché tendiamo a non spaventarci appena si affaccia
    un’emozione, come se fosse il babau. In più le lacrime migliorano la
    trasparenza ottica. E non è un male avere sguardi nitidi: così, quando
    ci guardate negli occhi (quando lo fate) si vede meglio. “Sul sesso
    hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda”.
    Naturalmente, per una legge economica, non è chi detiene l’offerta a
    dettare la domanda. Il potere comunque non è un peccato, basta
    usarlo bene. Le signore che con lo sciopero del sesso fanno finire la
    guerra del Peloponneso nella “L i s i s t ra t a ” di Aristofane, insegnano.
    Sempre sul tema dell’eros: “La cosa interessa e piace molto più a lei
    che a lui. Il suo godimento è totale, il nostro solo settoriale, al limite
    mentale”.
    Sul piacere in effetti sembra sia vero: due fonti di godimento
    sono più di una (il pontefice massimo della sessualità, il dottor
    Sigmund, però sosteneva che quello clitorideo è infantile). È
    sull’interesse che si fatica a condividere l’affermazione, specie se
    giunge dal rappresentate di un genere che spesso -più che dal cervello –
    sembra farsi guidare da quell’organo che procura il piacere. É stata un
    terribile fitta al cuore – causa di un capogiro e conseguente
    mancamento – scoprire nel seguito dell’articolo che “da quando si
    sono finalmente “l i b e ra t e ” sono diventate insopportabili. Han
    perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità,
    ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o
    compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano
    ancora di farli”. Ma no, le carrierucce non sono da segretaria. Ci
    vengono “concessi” anche ruoli diversi. Talvolta capita anche di
    avere, nei giornali, la responsabilità di servizi e pagine: tra cui
    perfino questa, quella dei commenti del “Fa t t o ”. E lo facciamo
    volentieri, perfino quando capita di dover titolare qualche
    corbelleria. Sul diritto di famiglia che accorda – in caso di
    separazione – il privilegio di tenersi figli e casa, bisognerebbe
    scrivere un trattato. Son cose che si sanno (tipo: i figli è bene che
    non siano costretti a cambiare casa, oltre che dinamiche
    familiari). Dovremmo davvero essere più generose dopo che lui,
    tra il filo interdentale e lo spazzolino, accidentalmente ci ha detto:
    “Scusa cara, volevo dirti che sto con Jessica da due anni. Sai, non ti
    amo più”. Anzi, “non ti amo più” non viene nemmeno proferito:
    l’amore è scansato come una terribile sfiga. È un sentimento
    pericoloso, inutile e nocivo: si rischia la “dipendenza”. Ma è la
    conclusione che svela la resa dei Fini: “Basta. Meglio soddisfarsi da
    soli dietro una siepe”. Oltre la siepe c’è, notoriamente, il buio.

    s .truzzi@ilfattoquotidiano.it

  12. d-K says

    Massimo Fini scrive nel suo delirio generalizzante: “Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole.”
    Io gli rispondo partendo dalla mia esperienza personale: io e la mia compagna cresciamo assieme, ci confrontiamo e qualche volta ci scontriamo ma nessuno di noi due è un bambino o una bambina. Affrontiamo la vita insieme.
    Non ho alcuna voglia, però, di generalizzare, non sono il canone e la misura del mondo e non lo è neanche Massimo Fini, quindi gli chiedo (e mi chiedo), fuori della universalizzazione del proprio punto di vista, chi ti ha fatto la bua?

    http://www.lastampa.it/…rticoli/35918girata.asp#

  13. Ale says

    Comunque c’è un commento di Lolle:

    Questo articolo è in circolazione da un anno:http://www.ariannaeditrice.it/…ad5041ca09f5c2469
    Qualcuno me lo spiega? Perché è tornato a distanza di un anno col finale appena allungato? Boh…

    In effetti non vi sembra strano? Perché l’avrebbero pubblicato ora?

  14. Daniela says

    BERLUSCONI E POLVERINI CONTRO LE DONNE!

    Berlusconi: «Ho ius primae noctis su candidate»

    «Sai che ho ius primae noctis sulle nostre candidate. È scritto nello statuto del Pdl». Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, scherza con Renata Polverini, candidata del centrodestra alla guida della Regione Lazio, nel comizio di chiusura della campagna elettorale del Pdl. «È stato deciso da una votazione all’unanimità», aggiunge sorridendo il premier. «Ma qui stiamo parlando della Lista Polverini», replica scherzando la candidata laziale. «Si vede – risponde Berlusconi – che Paolo Bonaiuti lo ha cancellato all’ultimo».
    26 marzo 2010
    http://www.unita.it/…_primae_noctis_su_candidate

  15. paola says

    Mi sembra che il repertorio concettuale e lessicale riprenda pari pari quello del filone misogino delle letteratura greca, e poi latina, almeno dall’età arcaica in poi. Pensavo che gli attuali esponenti della cultura maschilista fallocratica fossero messi meglio, nel senso che fossero più attrezzati per affrontare la modernità. Ma se mi ricordo che siamo in Italia, e che l’opposizione democratica si fa rappresentare dalle metafore di Luzzatti…