Tre cose da vedere. La puntata di report sulla delocalizzazione della pma [video].
Che le donne siano considerate incubatrici o produttrici di uteri lo sapevamo. Che il business diventasse un ulteriore modo per sfruttare le donne dei paesi poveri forse lo immaginavamo meno.
Report ci mostra come praticamente funziona il mercato degli ovuli e quello degli uteri in affitto a basso costo. Per gli ovuli ci sono agenzie e cataloghi che permettono di scegliere la donatrice. Per gli uteri si arriva fino in india dove donne in schiavitù, offese dai mariti, uno dei quali nell’intervista dice che le donne sono senza cervello, portano avanti gravidanze estenuanti, in condizioni pessime, mentre faticano a portare avanti le loro famiglie, per pochi soldi che permettono loro di acquistare una casa e di sopravvivere. L’uomo intervistato che immaginando di fare un complimento alla moglie le dice che sebbene le donne sono senza cervello lei è d’aiuto per la famiglia non ha alcun dubbio sul modo in cui dovrà procurarsi altri soldi per il loro futuro. L’utero della moglie è un business e ancora una volta ci ritroviamo a chiederci come sarà trattata in quei luoghi una donna che non può o che non vuole avere figli.
E’ una sorta di induzione alla prostituzione prolungata in cui le implicazioni emotive, fisiche ed affettive sono veramente tanto più lunghe, gravi, per certi versi irreparabili.
Come possono i ricchi genitori d’occidente permettere questo scempio? Come possono le persone ricche sfruttare dei territori poveri persino gli uteri delle donne?
La seconda cosa da vedere è sicuramente il film Il Nastro Bianco. Ambientato nel periodo immediatamente precedente alla prima guerra mondiale descrive perfettamente il contesto autoritario in cui si svolge la vita di un normale villaggio nord-europeo.
Ci sono una serie di incidenti che in realtà sono crimini analizzati dal maestro del paese. Ci sono comportamenti violenti e autoritari in famiglia. C’è il modello del padre padrone, del quale i maschilisti nostrani auspicherebbero il ritorno, che disprezza le donne, le usa, le picchia, che usa i bambini e li punisce in modi assurdi, censurandone la crescita, frustrandone la sessualità salvo quando non ha voglia di molestarli per il suo piacere.
Si tratta di persone rispettabili, un prete, un medico, e i bambini che introiettano la violenza contro le donne e i diversi a tal punto da diventare carnefici loro stessi ponendo le basi per quello che poi sarà il regime nazista. I bambini di ieri che diventano i nazisti di domani perchè il nazismo non nasce per caso ma deriva da una precisa educazione e da precisi comportamenti sociali.
La terza cosa da vedere che c’entra con la prima e la seconda è il film di Michael Moore.
Capitalism a love story dice cose già anticipate da The Corporation e completate da Shock economy (da cui il video shock doctrine).
Racconta di come il capitalismo si sia servito della propaganda per diventare l’unica religione imperante e l’unico totalitarismo, l’unica dittatura esistente sopra ogni governo, ogni politico, ogni fantasma di democrazia. Dove l’unica cosa fondamentale è il profitto e gli esseri umani diventano superflui. Il popolo, sebbene sia la maggioranza, subisce sfratti, licenziamenti, impoverimenti, sfruttamento, mentre i governi rifinanziano le banche fallimentari che hanno inquinato il mercato di moneta inesistente (i derivati), mentre i ricchi continuano a scappare con la borsa piena di soldi lasciando i poveri senza nulla. Dove la gente deve elemosinare per ottenere cure sanitarie, diritto all’istruzione, diritto al lavoro e alla casa mentre i ricchi speculano sui terremoti, sulle tragedie e sulla morte della gente.
Pensate che in america esistono aziende che assicurano i propri dipendenti di modo che essi abbiano più valore da morti che da vivi ed è per questo che non investono in sicurezza sul lavoro perchè poi incassano le polizze mentre le famiglie dei morti vivono in miseria.
Pensate al fatto che, come ha detto monicelli qualche sera fa, la speranza è una bugia inventata dai ricchi per tenere buoni i poveri che altrimenti esigerebbero quello che gli appartiene di diritto.
Pensate che in america quando erano ad un passo dalla rivoluzione hanno offerto su un piatto d’argento un signore di nome barack obama che rappresentava una specie di messia sceso in terra che tutto avrebbe potuto e dovuto fare (i leader servono sempre a rincoglionire il popolo, sotto qualunque bandiera si presentino). La gente si è tranquillizzata ma continua ad essere sfrattata, impoverita, derubata dalle banche, senza prospettiva nè futuro.
Tutto quello che hanno fatto in america lo stanno facendo anche qui.
Pensate che tutte le persone che si ribellano, scioperano, vanno in piazza, si oppongono agli sfratti, vengono picchiati dalla polizia, arrestati o mobizzati.
Pensate che anche da noi la povertà è una cosa di cui vergognarsi tale per cui se spendi giusto quello che puoi permetterti e vesti con abiti poveri e non vai dal parrucchiere tutti i sabato allora ti chiamano “trasandat@” e non superi neppure un colloquio di lavoro. Perchè innanzitutto ti insegnano a mentire, ad apparire altro rispetto a ciò che sei, facendoti indebitare se necessario, invece di spiegarti che la povertà non è nulla di cui vergognarsi (oltretutto bisognerebbe farsi bastare poco perchè è di poco che abbiamo realmente bisogno, per dividere tutto con gli altri) e che non bisogna nasconderla per dare l’idea di un benessere che non c’è. Come non bisogna nascondere la crisi economica e le speculazioni dei ricchi che continuano a mangiare il nostro pane mentre noi stiamo morendo di fame.
Pensate che perfino nei nostri contesti culturali esiste il clichè dell’immagine. Di Goliarda Sapienza, gran donna ed un genio letterario per troppo tempo incompreso, qualcun@ disse che era troppo trasandata, perchè vestiva abiti umili e non apparteneva alla classe borghese. Dissero che non riusciva a perdere l’attaccamento alle sue origini (siciliane) e questo inevitabilmente la rendeva una specie di extracomunitaria nei contesti fighetti romani.
E se perfino la cultura nutre di questi pregiudizi, se la cultura giudica secondo gli stessi parametri dei criminali capitalisti allora sembra proprio non esserci speranza.
Di sicuro chi ci crede ancora sta mentendo e chi vi rincoglionisce ancora di chiacchiere e bugie sulla bellezza della proprietà e del libero mercato si arricchisce sulla vostra pelle.
Buona visione!