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Stranamore e lo stalking

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Solito bollettino di guerra di violenze maschili sulle donne e sulle bambine. Violenze, stupri, pedofilia, padri che stuprano figlie, uomini che perseguitano le ex mogli e che usano le stesse identiche parole usate da tanti maschilisti prima di essere arrestati per stalking, poi c’è il marines che essendo straniero dovrebbe stare su tutte le prime pagine dei giornali invece no perchè non è rumeno ma americano anche se è accusato di avere stuprato una ragazza e picchiato il suo fidanzato. Di tutto e di più su Bollettino di Guerra.

Infine c’è la solita sintesi della puntata che va in onda ogni domenica in tarda serata di "un giorno in pretura". Istruttiva, da non perdere. Non come i processi finti fatti solo per massacrare culturalmente le donne sulla rai o su mediaset.

Stasera hanno mostrato la prima parte di un processo a Pietro Arena, un uomo che qualche anno fa, in sicilia, ha prima ricattato la sua ex divulgando video di lei in pose che avrebbero dovuto rovinarle la reputazione, poi l’ha perseguitata in tutti i modi, poi fu arrestato e in quel periodo lei riuscì a rifarsi una vita assieme ad un altro compagno. Quando Arena potè tornare al paese in cui lei viveva e lavorava l’ha minacciata, perseguitata e tentò in tutti i modi di intimidire il suo nuovo compagno. Infine lo uccise e sequestrò lei minacciandola con la pistola per una notte intera.

La seconda parte del processo domenica prossima. Tra tutte le cose dette in questa puntata è passato come elemento quasi senza importanza il fatto che il tizio sotto processo dopo la fine della storia con la donna aveva tentato di riacciuffarla appellandosi alla trasmissione stranamore. In diretta la donna rispose con l’ennesimo rifiuto. Lui si arrabbiò enormemente.

Non è la prima volta che la trasmissione è nominata, pur senza esserne certamente responsabile, in casi che poi sfociano in violenza contro le donne.

Già qualche tempo fa una di noi scrisse che trasmissioni del genere, a parte violare la privacy delle persone che potrebbero voler essere lasciate in pace e che vanno rispettate nella loro decisione di tenere le distanze da certi uomini, in qualche modo realizzano una giustificazione romantica e morale allo stalking.

Riconquistare, farei di tutto per te, l’amore che può tutto, bla bla bla, la retorica inutile e vuota sulla quale la trasmissione costruisce irresponsabilmente l’audience creando suspance sul momento in cui lei lo perdona e lo riabbraccia o in quello in cui lo manda a quel paese, sono tutti elementi che fanno capire una cosa soltanto ed è per questo che bisogna loro rivolgere una domanda: 

se e perchè mai usano nelle trasmissioni storie di persone che sono state già segnalate alla polizia, denunciate per molestie e minacce?

se e perchè mai non riescono a distinguere tra persone ossessive e persone equilbrate?

se e perchè mai costruiscono una intera trasmissione sulle ossessioni della gente e sui maschi che non si rassegnano a lasciare in pace le loro ex?

Ci piacerebbe avere una risposta. Altrimenti bisognerebbe dire loro che lo stalking è anche l’intrusione di una trasmissione televisiva che dà retta ad un ex ossessivo che non accetta la fine di una storia e che vuole usare qualunque mezzo per violare la privacy e la serenità e per attirare l’attenzione di una donna che non vuole più sentirne di lui.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Serbilla says

    Ho sempre pensato che Stranamore fosse uno strumento di persecuzione, tra quelle vere e quelle finte, le storie hanno spesso un sapore amaro, un che di squilibrato. Non si tratta dell’amare ancora qualcuno che non ti vuole più, questo lo abbiamo provat* tutt* almeno una volta, si tratta di usare qualsiasi mezzo, secondo l’adagio “in guerra e in amore tutto è permesso”, per continuare a insistere ad insinuarsi nella vita di un altr*. In gurra c’è il diritto delle genti o diu, in amore c’è il rispetto e il buon senso.
    Stranamore risulta quindi non solo patetico come programma, ma anche pericoloso, finendo nel gruppo, sempre più nutrito di validi motivi per tenere spenta la tv o combattere per cambiarla, secondo l’indole.