Sto rileggendo il libro di Judith Butler “La rivendicazione di Antigone”. La Butler è una di quelle che sputa su Hegel e sente l’esigenza di recuperare la figura di Antigone reinterpretando le sue azioni che risultano essere una ispirazione attualissima per l’attivismo femminista di questi anni.
Antigone è una donna che sfida la legge patriarcale. Disobbedisce e rivendica la sua azione politica. Ribalta il senso della parola "politica" e sposta il confine entro il quale essa si esprime. Il personale diventa politico ed è in quel rapporto umano tra sé e le cose del mondo che Antigone stabilisce un rapporto di sangue con tutte le sorelle e i fratelli della terra intendendo essi soggetti per i quali vale sempre la pena sfidare l’autorità dello Stato.
Grazie ad Antigone possiamo mettere fortemente in dubbio le dinamiche del potere dei “padri” e possiamo dire che le donne che vogliono consegnare la propria esigenza espressiva a quel potere non rappresentano le proprie simili.
Non c’è rappresentanza per le donne che invece che sfidare il potere patriarcale accedono agli angoli, i ghetti, che esso a loro riserva.
La disobbedienza è totale, la sfida contro il potere dello Stato, che si identifica con le leggi del Padre, non ha alcuna mediazione.
Saccheggio (mi perdonerà la casa editrice ma è a fin di bene) un passaggio del primo capitolo invitandovi a leggere l’intero libro che è davvero di grande ispirazione per il femminismo che si trova a militare in questi tempi bui.
La rivendicazione di Antigone
Cominciai a riflettere su Antigone anni addietro, quando mi domandavo che cosa ne fosse dei tentativi delle femministe di confrontarsi con lo Stato e di sfidarlo. Mi pareva che Antigone potesse contrapporsi alla tendenza a cercare l’appoggio e l’autorità dello Stato per realizzare gli scopi politici del femminismo per i quali le nuove femministe lottavano. Sembrava che, negli sforzi contemporanei volti a ricomporre l’opposizione politica in una istanza legale e a cercare la legittimazione dello Stato nell’adozione delle rivendicazioni femministe, l’eredità della sfida di Antigone fosse andata perduta.
In realtà ritroviamo Antigone difesa e sostenuta da Luce Irigaray, per esempio, che la identifica con il principio della sfida femminile allo statalismo e ne fa un esempio di antiautoritarismo. Chi è questa Antigone che ho cercato di usare come esempio di un certo impulso femminista? […]
Luce Irigaray (…) insiste sulla funzione rappresentativa di Antigone sostenendo l’opportunità di riflettere sul suo esempio in quanto figura storica e figura d’identità e d’identificazione per molte ragazze e donne del nostro tempo. Per poter fare questo dobbiamo astrarre Antigone dai discorsi seducenti e seduttivi e ascoltare ciò che essa ha da dire sul governo della Polis, sul suo ordine e le sue leggi.
Antigone (…) punta il dito altrove, in alcun modo implicato in quel potere al quale si oppone, non verso la politica come questione di rappresentazione ma verso quella possibilità che si delinea quando si palesano i limiti della rappresentazione e della rappresentabilità.
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Per Luce Irigaray, il potere insurrezionale di Antigone è il potere di colei che rimane fuori dalla politica.