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Il manifesto del padre. E la libertà di scelta delle donne?

Update: pare proprio che il documento sia autentico giacchè se ne trova copia nel sito del suo primo firmatario._____

Da quanto tempo vi diciamo che c’è una vera "filosofia" di vita che permea luoghi e fonti di informazione e che si manifesta a sostegno dei "padri"? Almeno da quando abbiamo cominciato a osservare i contenuti sul web che stigmatizzavano in più modi le "donne" e le "madri".

Abbiamo trovato un manifesto, sulla cui autenticità ovviamente non possiamo giurare e rimandiamo dunque la responsabilità della sua divulgazione al sito che lo accoglie. Il manifesto, così come lo leggiamo, sembrerebbe raccogliere firme di varie persone e associazioni che promettono *in nome del padre* (chiediamo: a patto che sia italiano?)  di occuparsi di recuperare la figura del pater familias in stile vecchio impero al quale dovrebbe essere dato potere dal momento del concepimento in poi. 

Antiabortisti? Lo si "intuisce". Più che altro però sosterrebbero di volere che l’uomo possa decidere del "concepito" prevaricando la libertà di scelta delle donne. Il resto – ricordandovi la petizione delle donne dell’idv a modifica della legge sull’affido condiviso – ve lo raccontiamo commentando il documento che raccoglie nomi, a partire dai primi della lista, che qui è là ci è sembrato di incontrare in qualche articolo coerente sul tema.

Il manifesto apre con una descrizione delle componenti di questa nuova compagnia di persone e con il suo intento principale:

"Un gruppo di docenti universitari, scienziati, giornalisti, professionisti, operatori dell’assistenza ai genitori separati e dei diversi  gruppi del movimento degli uomini in Italia, chiede la modifica dell’atteggiamento verso il padre nella cultura corrente, e nelle norme di legge. A un primo appello programmatico, qui riportato, seguiranno  adesioni e iniziative volte all’informazione, e al coinvolgimento  della classe politica su questo tema. Fin da questo primo documento, inoltre, i firmatari pongono la necessità di un maggior aiuto e riconoscimento al padre disposto ad assumersi ogni onere per il figlio concepito, che la madre sia intenzionata ad abortire."

Quindi fin qui è chiaro. Si sta parlando di risollevare il ruolo del pater. Si parla esclusivamente dei padri.

Neanche a dirlo il documento si intitola proprio "per il padre" e continua denunciando il declino della figura del pater in occidente e descrivendo una serie di conseguenze di questo fatto.
 
Il ’68 deve essergli sembrato una sorta di guerra mondiale perchè l’abbattimento di figure quali il "padre padrone" e il "capo famiglia", che tutto poteva all’interno della stessa, dal potere di dare il nome ai figli a quello di usare lo ius corrigendi ovvero il potere di correzione – con la violenza – di ogni componente della famiglia, con una maggiore conquista dei diritti delle donne da sempre subordinate alla volontà dei "padri" e relegate alle funzioni che le strutture sociali patriarcali destinavano loro, sarebbero origine di quello che costoro chiamano "declino" e che noi chiamiamo modernità, futuro, evoluzione, emancipazione, recupero di maggiori spazi per la nostra autonomia e per l’autonomia dei figli. 

Tutto ciò loro lo descrivono con un elenco di "negatività" (che per noi sono positività), ovvero con il decadere del "principio d’autorità" e la perdita della vecchia identità maschile e sarebbero questi presupposti all’origine persino della solitudine delle donne madri le quali recupererebbero in senso opposto sotto il vessillo della vecchia identità e autorità maschile. 

Nel documento si descrivono motivi e intenzioni che sembrerebbero tendere ad un unico obiettivo: subordinare la madre. Annunciano questo intento "per il bene dei figli e della società" descrivendo casi di disperazione del maschio (definito: il promotore!) che non può controllare il corpo delle donne al punto tale di indurle a non abortire, se queste lo vogliono. Parlano di equiparazione della dignità e ne parlano sempre sulla pelle delle donne perchè è dei nostri corpi che stanno parlando. Sono quei corpi che sembrerebbero voler subordinare al volere del padre, vincolarli nella decisione di interrompere una gravidanza.

La descrizione generica del documento si ferma qui ed è certo che qualunque sia l’idea di queste persone, rispettabilissima per carità, ci sembra aberrante che si basi su un principio di subordinazione del corpo delle donne. Non comprendiamo perchè l’uomo debba essere definito "promotore" e quindi non comprendiamo perchè a noi, di conseguenza, spetterebbe il ruolo unico di contenitore.

Quello che sappiamo è che negli ultimi anni l’attacco alla legge 194 si è fatto più massiccio. Che la legge sull’affido condiviso è una legge basata su un forte pregiudizio contro le donne e che tutto vorrebbe che i nostri corpi fossero subordinati al volere dei "padri".

Speriamo vivamente di sbagliarci.

—>>>Tutto il materiale raccolto su questi argomenti a partire dalla categoria "Misoginie"

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Misoginie, Pas.


5 Responses

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  1. js says

    Che il “manifesto” sia autentico o meno non conta, tutto ciò è molto inquietante e rispecchia un ritorno al passato che mi piace poco.

  2. Serbilla says

    Non è così difficile da comprendere:
    Un uomo in salute, tra i 16 e i 35 anni, diciamo, può avere x rapporti sessuali al giorno, con x donne diverse, ok. Se ognuna di queste donne resta incinta, dopo 9 mesi circa, avrà x figli, ok.
    Mettiamo il caso che quest’uomo in salute sia un soldato italiano che si trova in missione di pace in africa o medioriente, ok.
    La sua missione dura tre mesi, lui si sposta ogni 5 giorni, ok.
    Non può tenere il conto di tutte le donne con le quali “giace”, perchè in questa missione di pace non c’è niente da fare e può fare sesso tutto il tempo.
    Lui torna in Italia, riprende la sua vita tranquillamente, perchè in lui NON AVVIENE NESSUN CAMBIAMENTO, il suo corpo NON AVVERTE DI AVERE FECONDATO, nemmanco la sua mente o lo spirito o l’istinto, lui SPARA I COLPI, qualcuno va a segno qualcuno no, NON LO SA. Mentre le donne x che sono rimaste in africa o in medioriente NON POSSONO FARE A MENO DI ACCIRGERSI DI ESSERE RIMASTE INCINTE poichè questo avviene propriamente AL LORO CORPO!!!
    E’ semplice, non c’è nessuna relazione con un figlio con non conosci, la relazione inizia nell’incontro, quest’incontro avviene:
    a)quando il figlio è un progetto, allora lo si pensa, lo si aspetta, e pure è una fantasia, è una fantasia pure per la madre che lo porterà dentro, figuriamoci per il padre!
    b)quando lo vedi, lo vedi e dici eccolo bello di papà vieni qui, le madri incontrano prima i figli perchè LI PORTANO DENTRO DI LORO.
    Se così non fosse nessuno potrebbe adottare dei figli, perchè il legame genitoriale si stabilirebbe solo con figli di sangue.
    Il padre può essere disposto a fare qualsiasi cosa per quello che sarà suo figlio ma POICHé A FARLO E’ IL CORPO DI UNA DONNA è lei e SOLAMENTE LEI CHE PUO’ DECIDERE se sgravare, squartarsi, cambiare completamente la sostanza del proprio essere generano o no.

    Scusate se ho alzato al voce, è per far sentire ai sordi.

  3. Chiara says

    E poi si lamentano dei Paesi islamici:(

  4. Mat says

    Che roba da reazionari.

  5. lasilvia_ says

    Ciao Ragazze, il mio commento è fuori luogo,mi rendo conto ma….
    leggevo sull’internazionale, la recensione di un nuovo film di questa famosa artista visuale iraniana Shirin Neshat.
    Il titolo del film si chiama “Donne senza uomini”, la recensione mi è sembrata interessante e il trailer ancora di più!
    ecco il link del trailer

    http://www.youtube.com/…;feature=player_embedded

    ciao a tutte e tutti!