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Un bracciale è per sempre

http://resources1.news.com.au/images/2009/08/29/1225767/361769-satellite-tracking-device.jpgMentre in italia tante donne portano avanti la proposta di legge per il risarcimento alle vittime di violenza sessuata, in francia, come già in spagna qualche tempo fa, si discute di lotta contro la violenza sulle donne con una attenzione alla tutela delle vittime.

Anche in francia, come in qualunque altro posto d’europa e del mondo (italia inclusa), la media di donne uccise dai mariti, dagli ex, da conviventi e fidanzati è atroce. Come in italia (da giugno sono già circa 200) anche loro ne contano una ogni due giorni, senza contare le gravissime violenze delle quali non si sa niente e i tanti tentativi di omicidio ai danni delle donne che vengono celati dall’omertà dei clan familiari.

Quello di cui si stanno rendendo conto, come noi diciamo da anni, è che la repressione del maschio violento non serve a salvare la vita alle donne. Non serve sul piano culturale e non serve in termini concreti per consentire alle donne di ricominciare a vivere senza il terrore di venire prima o poi uccise, perseguitate e molestate.

Le proposte, come sempre in questi casi, subiscono una influenza "americana", con tutto il carico di braccialetti che questo può comportare. Anche in italia si era discusso (a cura di rutelli e della lega) di braccialetti antistupro e antiviolenza, solo che, e ne comprendiamo la ragione, guardacaso quei braccialetti volevano metterli alle donne in quanto sorvegliate speciali, alle quali si voleva imporre la totale rinuncia della privacy e il modello di protezione da "mi affido al maschio per sottrami al maschio". 

Se ci pensate bene è proprio diverso l’atteggiamento: in italia lo stato, le ronde o chi per loro, si propongono tutti come "protettori" di un esercito di corpi da sorvegliare, un po’ come fossimo tutte prostitute (o come uteri con marchio di proprietà) mai autonome e sempre dipendenti da un pappone. In italia la regola starebbe dunque nell’affidarsi, nell’essere criminalizzate, colpevolizzate, iper responsabilizzate. Il braccialetto andava a noi perchè eravamo noi a dover modificare abitudini e vita. Una sorta di stalking di Stato con tanto di legittimità a savaguardia dei nostri corpi.

La francia, come già la spagna, ribalta il problema. Quel braccialetto, reale o simbolico, lo vuole mettere ai maschi violenti per non permettere che essi si avvicinino alle donne dopo una denuncia o, come spesso accade, addirittura dopo numerose condanne.

Quello che propongono contiene anche altri contenuti da analizzare:

riconoscono la violenza psicologica;

allontanano gli uomini violenti dalle donne per un minimo di quattro settimane per impedirgli di vendicarsi;

titelano le donne che hanno subito e denunciato violenza per un minimo di quattro settimane affidando solo a loro i figli.

Braccialetto e visione securitaria a parte, cominciare a porsi il problema di come salvare la vita alle donne e prevenire femminicidii è il minimo che si possa fare nel 2010.

Come abbiamo sempre detto in italia serve che le donne siano sostenute economicamente per ricominciare a vivere, per combattere e lottare contro la violenza maschile esercitata con tanta e tale violenza al pari della mafia. Serve che le donne siano tutelate dopo una denuncia, servono perciò centri antiviolenza, case protette (tutto ciò che il governo invece non finanzia), serve spostare culturalmente l’attenzione negativa dalla donna all’uomo violento. E’ il maschio che deve essere responsabilizzato. Non deve essere la donna la perenne colpevole di tutto ciò che le accade. Serve che le donne possano difendersi, che siano aiutate a recuperare certezze e sicurezza per costruire la propria nuova vita autonomamente. Serve rivedere la legge sull’affido condiviso che consente ad un marito violento di continuare a compiere violenze sulla ex moglie, di ottenere nonostante tutto i figli in affido e di poter perseguitare l’ex moglie perfino quando lei è ospitata in un centro antiviolenza. Serve una campagna culturale che dica con chiarezza che il sessismo produce violenze e vittime. Che per ogni donna offesa ce n’è una uccisa. Che mostrare le donne come oggetti da usare a proprio piacimento toglie loro la possibilità di ribellarsi senza conseguenze per le loro vite. Che istigare odio contro le donne (dicendo che hanno potere e tolgono diritti e lavoro agli uomini) equivale a fare la stessa cosa che fanno i razzisti contro le etnie che vogliono sterminare. 

Tante azioni combinate che devono guardare ad un futuro in cui le donne dovranno smettere – finalmente – di essere schiave.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Das D-Maedchen says

    sì al braccialetto, ma no dalla Consulta Parlamentare Francese a un osservatorio permanente sulle violenze domestiche. non mi sembra gli interessi davvero il problema, vogliono solo fare un po’ di rumore al solito, per propaganda. che schifo.

  2. niki says

    Mi fa piacere vedere che esistono ancora le femministe.
    Dopo anni vissuti nel subcontinente indiano, dove le donne vengono trattate in maniera abominevole, mi chiedevo se mai qualcuno cercherà ancora di combattere per le centinaia di milioni di donne che vivono nell’incubo di una servitù senza remissione.