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Bollettino delle violenze maschili contro le donne

C’è la moglie dell’Imam che non ha potuto denunciare il marito perchè non le permetteva di mettere un piede fuori dalla porta di casa.

C’è uno stupratore di Foggia che aveva già commesso violenza su una donna e per quello fu arrestato nel 1990. Uscì di galera e continuò nel suo appassionante hobby. Era stato ripizzicato di recente e lo ha fatto un’altra volta.

C’è la donna uccisa pochi giorni fa. Se ne è tanto parlato soprattutto perchè pare sia stata ammazzata davanti sua figlia, una bimba piccola. Fosse stata ammazzata in un vicolo buio, da sola, le cronache le avrebbero dedicato solo quattro righe. Di recente hanno scoperto che si tratta di un "delitto passionale", quindi commesso da un uomo, e non si capisce come mai ancora nel dizionario poliziesco possa esistere una dicitura del genere. L’impeto di passione era una cosa usata prima e dopo che fosse cancellata la legge sul delitto d’onore. Quando si parlava di delitto passionale era come si parlasse di un delitto minore. Tant’è vero che la pena differiva tra chi ammazzava un uomo per rubare o per altre ragioni e chi ammazzava una donna. Il delitto passionale presuppone già, nel gergo dei tribunali, il cosiddetto "raptus. Quindi esclude la premeditazione. Ovvero assolve all’origine chi commette quel tipo di delitto. Non si capisce proprio perchè non si decidono ad usare il termine femminicidio, ovvero di un delitto perpetrato nei confronti di una donna in quanto donna. Non si capisce dove stia la bella spinta della passione in un gesto criminale compiuto per togliere la vita ad una donna. La passione è un elemento vitale. Chi ammazza una donna è invece portatore di morte e tutto ciò è premeditato, oh se è premeditato. In un crescendo di "attenzioni" moleste, di ricatti e violenze, di preavvisi perfino, "non rispondo di me!", "se non stai con me io ti ammazzo!", "non ho più niente da perdere".  

A Busto Arsizio c’è la donna perseguitata, sequestrata, picchiata, violentata perchè non voleva tornare con il suo ex. Di questi articoli ne abbiamo parecchi al giorno. Una litania costante di un lui che non si rassegna a mollare lei. La perseguita, la telefona, la messaggia, la aspetta sotto casa, chiede un incontro, lo esige, resta ad aspettarla sotto casa, poi va a disturbarla al lavoro, poi ritiene di avere il diritto di farlo "perchè tu me lo devi, capito?" e infine si convince di avere anche il diritto di prendere quello che considera suo, intriso com’è di centinaia di immagini di una filmografia idiota e misogina in cui quando lui prende con violenza lei in fondo la convince che non c’è nessuno che può amarla allo stesso modo. E lo chiamano amore, quell’esigenza egoista che distrugge le donne per appagare un desiderio che parte dal basso o che compensa esigenze egocentriche di soggetti disturbati. Lo chiamano amore, salvo quando poi immaginano di essere stati malripagati per cotanto "amore" e nel momento in cui lei accusa e denuncia allora vedono queste donne come irriconoscenti. Così amate e così cattive? Allora non meritano altro che la distruzione. Bisogna chiamarle pazze perchè solo una pazza può aver scambiato per stupro un desiderio così profondo, una tale perseveranza, la tenacia, la determinazione, di sconfiggere una donna come fosse una meta calcistica. Negare sempre, è la prima regola del maschio violento. Perchè lui non ti ha violentato. Perchè nella sua visione distorta immagina che lo volessi anche tu e chiama "falsi abusi" atti di vero e proprio stupro e di vera e propria pedofilia. 

A Bari un tizio ha prima strangolato e poi finito a coltellate la madre. Lui 41 anni, lei 83. Pare che la donna si opponesse alle sue relazioni sentimentali. Sicchè un uomo grande e grosso, non sappiamo se dipendente economicamente o meno dalla pensione della madre, non avrebbe trovato altro modo per risolvere la questione che ammazzando chi l’ha generato. E il capitolo dei figli che ammazzano le madri potrebbe allungarsi all’infinito perchè anche di questi "prodotti" quest’anno ne abbiamo visti tanti. Quasi sempre per questioni di soldi, perchè questi maschi così "indipendenti", se dopo i trent’anni sono ancora a casa a farsi curare e mantenere dalla mamma, alla fine le addebitano anche la loro precarietà e finiscono per odiarla come in fondo finiscono per fare quando scaricano tutti i loro problemi su ogni altra donna attorno alla quale loro insistono a ruotare.

A Roma una donna italiana di origini africane denuncia di essere stata stuprata su un autobus di linea dallo stesso conducente del mezzo. Se ne è parlato un po’, solo un po’, perchè lei è italiana di origini africane e lui è italiano di origini maschie. Si sono detti tanti forse, se, ma, chissà e da quello che ci risulta lui è ancora tranquillo a fare chissà cosa. Fosse stato romeno sarebbe già in galera, la sua foto in prima pagina, di lui avremmo scoperto anche quante volte faceva pipì da piccolo. Perchè in italia l’atteggiamento contro la violenza maschile cambia a seconda della etnia di provenienza dello stupratore e della etnia di provenienza della donna stuprata. Quest’anno tante donne straniere sono state stuprate e molte anche uccise. I delitti e le violenze sono stati commessi da uomini italiani. Nei loro confronti la cosidetta "giustizia" ha usato un altro criterio, un’altra modalità. D’altro canto lo vediamo dal tipo di impegno del governo, nella persona della ministra carfagna, tutta protesa alla sconfitta di pericoli etnici – il velo, l’infibulazione – per stabilire che la violenza maschile sarebbe etnica. Nel frattempo i centri antiviolenza rischiano di chiudere, restano senza fondi, quelli che questo governo ha sottratto, non si fa nulla su tutti gli stupri commessi da italiani e soprattutto non si contano le tante donne morte per mano di ex mariti, ex fidanzati, padri, compagni, conviventi, figli. Sono quasi 200 le donne ammazzate da maschi contando a partire da giugno del 2009. Basta leggere le cronache dei giornali per farsi una idea della enorme quantità di donne sterminate, perseguitate, stuprate senza che nessuno faccia nulla a parte che vuoti annunci propagandistici.

Una notizia che esula dal contesto italiano ma che si riferisce a situazioni che potrebbero accadere anche qui in italia: una ragazza è stata rintracciata dal padre grazie ad un reality, una cosa tipo l’italiano c’è posta per te o carramba che sorpresa. Dopo averla trovata l’ha stuprata. Abbiamo sempre pensato che alcune trasmissioni italiane, quando non sono condite di attori e incontri simulati, sono da considerarsi delle vere e proprie violazioni della privacy. Pensate ad una trasmissione come stranamore, che agevola lo stalking e legittima le ossessioni di ex fidanzati di ogni genere. Non parliamo solo di quelli che partecipano alla trasmissione, che appunto possono anche essere attori, ma dell’effetto che trasmissioni del genere fanno sulla gente. Non si può condurre una trasmissione come "stranamore" o "c’è posta per te" senza pensare che l’impatto culturale che producono sia devastante. Pensate a quanti si sentono legittimati a indagare, a violare la privacy di una donna solo perchè spinti da un sentimento di cosiddetto amore. Se una donna ha deciso di concludere una storia con qualcuno è lecito sperare che questo qualcuno non si senta mai in diritto di violare la privacy della sua ex esponendola sul piano pubblico, rivelando cose di lei che sono private, mettendole alle costole camper guidati da chissà chi piuttosto che sollecitando la sua vanità con una apparizione televisiva. E’ una mentalità criminale quella che istiga alla persecuzione di una donna dopo che la storia è stata conclusa.

A Firenze un uomo, anche lui italiano, è stato accusato di aver minacciato la sua ex. L’ha perseguitata, insultata, ha rivolto insulti anche al figlio di lei e le ha danneggiato la macchina. Era stato denunciato un anno fa ma la denuncia non l’ha fatto smettere. C’è questo da capire con queste denunce toccata e fuga: che non servono a molto. Il reato di stalking non presuppone l’arresto e una ammonizione non è mai stata sufficiente a fermare un uomo che perseguita, minaccia, molesta, fa del male ad una donna. In un certo senso, invece, il reato di stalking, ha sgravato gli uomini di una serie di imputazioni penali che nell’ultimo anno sono stati tutti addebitati alla voce "stalking". Sui giornali potete leggere per esempio (non parliamo del caso in questione), che lui l’ha stuprata ma nell’articolo si fa riferimento allo stalking. Ovvero: il reato di stupro, che presupporrebbe pene e azioni più pesanti, viene ascritto alla stessa azione penale che si realizza contro lo stalking. Minore reato, minore pena. E se nel gergo giornalistico e nell’impianto accusatorio lo stupro è diventato un "atto di persecuzione", non più fine a se stesso ma compreso nella dinamica dello stalking, stessa cosa si può dire di aggressioni, percosse, violenze fisiche e psicologiche. Tutto quello che nel codice penale è diviso in più reati, quest’anno è stato depenalizzato in accusa lieve, reato lieve, pena lieve grazie al reato di stalking.

C’è una ragazza di Gioia Tauro che a 13 anni fu violentata da un gruppo di uomini del paese. Li denunciò e furono condannati. Da allora però, per anni e anni, lei ha continuato a subire persecuzioni, vessazioni, infamie, pressioni di ogni tipo. La ragazza ha denunciato tutto e l’accusa è diventata di stalking collettivo. Una accusa che se anche per la prima volta definisce una attitudine collettiva minacciosa e persecutoria nei confronti di una persona in effetti comprende anche il mobbing che nel quadro legislativo non trova risposte e che crea altrettante vittime in termini di esclusione sociale e di conseguenze economiche per chi ne è l’oggetto. La ragazza potrà immaginare di essere risarcita, socialmente ed economicamente, per quanto ha subito? Qualcun@ la aiuterà mai negli studi o nel lavoro affinchè lei possa ricominciare a vivere? Chi si farà carico di lei? Soprattutto: una denuncia basterà a far cessare la persecuzione della quale è vittima o dovrà essere costretta, come spesso avviene in questi casi a cambiare vita e città? Inoltre: come può chiamarsi l’opera costante di calunnia e diffamazione ai danni delle donne da parte di tutti quelli che continuano a offendere, accusare ingiustamente, molestare le donne nella realtà e anche sul web? 

A Frosinone un amorevole papà ha picchiato moglie e figlia e poi ha tentato di ammazzarle con un fucile. Immaginate che nel caso di separazione, mentre si procede legalmente contro quest’uomo, egli può pretendere l’affido della figlia grazie alla legge sull’affido condiviso che immagina che i figli debbano essere affidati anche al papà separato a prescindere dalla storia pregressa e dal livello di conflitto tra coniugi.

A Piazza Armerina, in provincia di Enna, un uomo dedito alla pastorizia, in gergo nostrano si chiamerebbe pecoraro, ha ammazzato la compagna romena e poi si è suicidato. Anche di questa vicenda, come dello stupro romano, si è parlato con prudenza. In qualche caso si è perfino lasciato intendere che poteva essere accaduto l’opposto. L’esercito di negazionisti del femminicidio d’altro canto è ovunque e di questo passo non passerà molto tempo prima che qualcuno comincerà a titolare sui giornali che di ogni omicidio/suicidio non si possono stabilire inizio e fine. La polizia scientifica ai maschilisti fa un baffo e dunque loro – in qualche delirante commento – immaginano di poter affermare che in qualche caso è stata lei a pugnalarsi da sola o a spararsi storcendosi la mano in modo da far intendere che sia stato lui e non lei il primo a infliggere "il colpo mortale". Il motivo? Per i maschilisti è più che ovvio perchè in ogni donna, secondo il loro bieco punto di vista, c’è il desiderio di vendicarsi degli uomini perfino in punto di morte. Tutto ciò per dire che se non si contrasta dal punto di vista culturale e della corretta informazione la deriva sessista e misogina che ci colpisce, istigando odio contro le donne, queste ultime saranno sempre più vittime di atti di violenza.

A Foggia un uomo, italiano, ha accoltellato la sua ex fidanzata per lo stesso motivo di sempre: non voleva saperne di lui. Anche in questo caso potrete notare come, sebbene il reato principale commesso è quello di tentato femminicidio, nell’articolo linkato la prima parola sia "stalking". La coltellata, che ha costretto la donna ad una dura operazione chirurgica all’addome, sarà ascritta come conseguenza "passionale" dello stalking o cosa? Nella mancata chiarezza di definizione del reato di stalking, che cambia a discrezione dei giudici, potrà essere compresa anche la composizione anomala costituita da formule tipo "raptus", "delitto passionale" etc? Ovvero: quando uso la parola stalking, che sta per persecuzione ad oltranza con qualunque mezzo, stabilisco già a priori che la coltellata è solo una conseguenza della persecuzione? Assolvo alla radice l’uomo dall’intenzionalità plausibile in questo genere di delitti? Chi perseguita una donna e si porta appresso un coltellaccio ha commesso o non ha commesso un delitto premeditato? Non è forse premeditazione quella di chi stabilisce che se lei non ci sta allora merita di morire?

Infine la perla delle perle di questo periodo: un uomo sardo aveva ammazzato la moglie. Condannato, ha scontato la pena e non appena fuori ha iniziato le pratiche per incassare la pensione di reversibilità della moglie defunta. Stiamo parlando della pensione di reversibilità ottenuta grazie ai contributi versati dalla donna che lui ha ammazzato. Cioè: non solo lei è morta per mano di quest’uomo ma a questo assassino si permette perfino di poter essere economicamente mantenuto grazie alla fatica e al sudore della donna che lui ha ammazzato. Cosa c’è di male? Tutto, considerando che questo è solo uno degli aspetti della fine cruenta di ogni realzione. Pensate che oggi si discute di uomini che dopo aver commesso violenza contro le ex mogli sono perfino in grado di toglierle figli e casa. Di che ci sorprendiamo, dunque?

—>>>Immagine da Riot Clit Shave

Posted in Corpi, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Rosa says

    Perchè andare troppo lontano e parlare di ‘burqa islamico’ se il ‘burqa’ è imposto anche nel nostro Paese?
    L’ultima che hai postato è talmente vergognosa che non ho verament eparole x descrivere 🙁