Avevamo appena finito di pranzare e la bambina mi prende la mano e la porta in mezzo alle sue gambine. In certe situazioni una madre pensa tremila pensieri al secondo. Come quando vedi tua figlia che si sporge dalla finestra e ti chiedi se fai meglio a gridare, se è bene che non la spaventi, se devi precipitarti a prenderla o se devi fare piano perchè altrimenti potrebbe perdere l’equilibrio. Come quando sei sola e tua figlia ha inghiottito qualcosa e diventa sempre più scura e non respira e hai una frazione di secondo per decidere cosa fare e le mamme fanno questo, tutto meno che urlare come immaginano tanti filmetti cretini in tivu’. Sangue freddo e lucidità senza pari ecco cosa sono le madri in certe occasioni e tua figlia la salvi in extremis quando sta per lanciarsi dalle scale, quando potrebbe perdere l’equilibrio da un balcone, quando la metti a testa in giù per farla respirare, quando ascolti il suo respiro perchè non vada in apnea e quando percepisci ogni minima sfumatura del suo pianto perchè tra te e lei c’è una lingua tutta vostra che nessuno conoscerà mai.
Così accade che quando tua figlia prende la tua mano e te la mette tra le sue gambine pensi che se la togli in fretta potresti traumatizzarla, che se non la togli potresti agevolare ambiguità, e devi inventare qualcosa, rapidamente, con intelligenza perchè lei stia bene mentre tu sei tramortita da milioni di paure e di sospetti.
Fu così che dirottai quella presa e iniziai a farle il solletico. La presi in braccio e lei rideva ed era felice e mi sono chiesta se non avessi frainteso, se non avessi capito male tutto quanto.
Il giorno dopo la vedo strofinarsi il pube e mi viene in mente mia madre e i suoi "non si fa" che per tanto tempo hanno segnato negativamente la mia sessualità. E’ un istinto naturale, mi dico, devo lasciarla fare. Non posso immaginare cose cattive. La lampadina però era accesa e spegnerla fu impossibile.
Ho cominciato a sorvegliare mio marito senza rendermene conto, o forse si, ma non potevo confessare a me stessa i miei sospetti perchè quell’uomo era tutta la mia vita e ogni cattivo pensiero nei suoi confronti equivaleva a dei sensi di colpa.
Voi però sapete come sono le madri, non si può tenere a freno l’istinto, quello che le induce a proteggere i figli e ad andare perfino contro le apparenze per salvare loro la vita. Ed è certo che ci sono madri che quell’istinto non ce l’hanno ed è giusto che lo rivendichino perchè le donne vivaddio sono tutte diverse tra loro e tutte ugualmente eccezionali. Ma io ero una tra quelle che sentivano le variazioni ritmiche del battito di mia figlia e ogni sua smorfia mi comunicava cose che solo io sapevo comprendere perchè non c’è linea di comunicazione e di complicità più immediata e spontanea di quella che si instaura tra madre e figlia.
Mio marito era un uomo tenero, gentile, non alzava mai la voce, di quelli che quando li vedi ti sembrano innocenti senza mezzi termini. Aveva con la figlia un feeling particolare ed era una gioia vederli abbracciati insieme, la sera, sul divano, mentre lui abbassava il volume della televisione e lei cominciava il suo sonno con il viso poggiato sulla sua spalla.
Non c’era niente di sbagliato. Non poteva esserci nulla di sbagliato. Era suo padre e la fisicità è una cosa importante perchè è necessario che padre e figlia realizzino una reciproca conoscenza olfattiva, tattile che tra madre e figlia c’è già.
Un giorno però lo vidi e fu un attimo, mi cadde il mondo addosso e non riuscii a mettere a fuoco perchè certe azioni sono impercettibili e tutto il resto è fatto di sospetti e sensi di colpa. Quella mano era lì e nel frattempo lui continuava a sorridere e sorrideva mentre la bambina continuava a giocare con un aggeggio che lui gli aveva portato per farla divertire.
Non è possibile, dissi a me stessa, non è possibile, sarà stato come quando l’ha fatto con me. Sarà stata lei. Lui è un uomo con una sessualità tranquilla, certo non è la passione fatta persona ma i nostri orgasmi sono okay o almeno così mi era sembrato.
In quei casi non ce la fai a resistere e sai bene che se darai voce a quel dubbio, quella voce diventerà un ostacolo, una realtà, si materializzerà e non sparirà mai più.
"Perchè hai messo la tua mano tra le sue gambine?" e fu così che cominciò un conflitto senza fine. Mi guardò come fossi pazza senza sapere quanto sarei stata davvero felice di esserlo, di poter trovare una spiegazione alternativa. Il punto è che quando apri gli occhi non riesci più a chiuderli e allora metti assieme una serie di dettagli apparentemente insignificanti che agli occhi altrui potevano sembrare segni di una paternità responsabile ma ai miei sembravano cosa ben diversa.
Una madre lo sa, non pensate sia così? Una madre lo sa, eccome se lo sa. Una madre capisce, percepisce il pericolo e non puoi farci niente. Se metti a tacere quella voce lo fai solo per egoismo, per tenerti quell’uomo, per non metterti in discussione perchè sei tu che hai scelto lui e hai scelto di farci una figlia e ora ti amputeresti una mano pur di togliere quella creatura dalle sue grinfie. Così fa una madre. Azzanna, grugnisce, morde, uccide perfino, pur di difendere i suoi cuccioli. E se il ruolo materno è spesso una scelta indotta quando quella scelta la fai consapevolmente la eserciti fino alle estreme conseguenze, senza guardare in faccia nessuno, compiendo la lotta più dura tra tutte: quella privata che non può mai essere portata in pubblico senza vederla rovesciata in mille forme di mistificazioni e distorsioni che sgravano lui da una responsabilità enorme e imputano colpe alle donne, a noi, a me.
Glielo chiesi ancora e lui disse che me l’ero sognato e allora gli dissi che la bambina aveva provato a mettere la mia mano esattamente dove l’aveva messa lui e allora mi sentii dire che ero io che avevo attenzioni ambigue nei suoi confronti. Io, non lui.
I giorni passarono senza che si riparlasse della questione e nel frattempo tutto sembrò calmarsi. Persino io mi convinsi che effettivamente forse avevo esagerato. Era tutto normale, era suo padre, non era possibile che avesse fatto cose del genere. Finchè non lo vidi ancora, stavolta più chiaramente, l’immagine perfettamente a fuoco e la sua mano era lì e lui era estasiato e mi avvicinai piano senza fare rumore per non farmi scoprire mentre lui la toccava. Presi in braccio la bambina e la portai via. Non aspettai un attimo, un ora, un giorno. Era tutto finito e quell’uomo doveva sparire dalla mia vita e da quella di mia figlia.
Da quel momento in poi il coro su unanime.
Forse hai esagerato – disse mia suocera.
Stai rovinando una famiglia per niente. L’avessi avuto io un padre così amorevole – disse mia cognata.
E’ sicura di voler procedere? – disse l’avvocato e mi avvisò di tutti i guai che avrei passato. Lo fece come se si trattasse di burocrazia mentre quella era la mia vita ma soprattutto era la vita di mia figlia.
Imparai allora che quando i padri molesti si sentono privati di un riconoscimento ufficiale per prima cosa tendono a ricostruire la propria reputazione. Non importa se passano sulla pelle della ex moglie o della loro figlia. Il punto è che di loro non si deve MAI parlare male. Così dal momento in cui l’accusa viene ufficializzata loro diventano attori incredibili, interpretano la parte dei padri preoccupati per il futuro dei loro figli e si mostrano perfino compassionevoli nei confronti delle ex mogli, quelle povere matte, che però chiaramente vanno curate, bisogna "aiutarle" a prendere coscienza "della realtà", bisogna allontanarle dai figli per il bene dei bambini che altrimenti crescerebbero sotto l’influenza di quelle donne piene di astio e odio e cosa sarebbe della loro vita? Come si può pensare ad un destino più triste di quello che sarebbe in questo modo a loro riservato?
Separazione e denuncia, questo è quanto serve e nel frattempo bisogna difendersi dalle accuse e poi ci si mette anche tua madre che ti ripete se c’hai pensato bene e tu dici che certo che hai pensato bene a tutto. Come i fa a non pensare bene ad una cosa così importante. Ma non sarebbe forse stato meglio per me stare zitta e lasciare che tutto andasse avanti per quieto vivere, per tranquillità, per il mio stesso benessere? Che razza di masochista credete che io sia per aver messo sottosopra tutta la mia vita senza neppure sapere da dove iniziare. Ma come si fa ad agire diversamente quando c’è una minaccia incombente che sta per travolgerti. Se la tua casa sta per andare a fuoco ti chiedi forse cosa fare prima di prendere tua figlia e scappare fuori per metterla in salvo? Se inciampi e cadi ti chiedi forse come fare a non procurare ferite alla bambina che hai in braccio? Certo che no. Ti rompi la schiena per fare cadere tua figlia sul morbido e ti bruci dappertutto per salvare tua figlia dalle fiamme. Così si agisce quando c’è un pericolo incombente.
Se quel pericolo è rappresentato da un altro essere umano, soprattutto quando si tratta di un uomo, però chissà perchè sono tutti pronti a dissimulare, perchè in quel caso l’istinto non conta, perchè conta la convenienza, le convenzioni sociali, le ipocrisie, i pregiudizi e le bugie. Oh come contano le bugie, come conta quel gioco mascherato tra finti equivoci e finti fraintendimenti e come contano quelle strane teorie che diventano leggi e le leggi diventano decisioni definitive che spezzano la tua vita e quella di tua figlia.
Lui ha una intera equipe di avvocati a difenderlo, gli operatori dei servizi sociali sembrano tutti d’accordo, indottrinati dal corso di formazione tal dei tali, pagato dall’amministrazione pubblica, in cui quegli stessi avvocati vanno a spiegare quanto è grande il valore della paternità e io, chissà perchè, non ho nessuno che si occupi di questi problemi e in tribunale la sua difesa sostiene che io sono un pericolo per mia figlia e che il mio ex marito invece è un padre ideale, che ama sua figlia come nessun altro, e probabilmente è vero, certo, la ama a suo modo, in un modo sbagliato come si può amare qualcuno quando appaga semplicemente il proprio ego, quando riempie un vuoto e fornisce un alibi al proprio senso di sconfitta, quando quel figlio diventa una barriera e poi c’è quella frase "mia figlia mi ama e mi capisce come tu non hai fatto mai… tra noi c’è un rapporto splendido…" e io resto di ghiaccio perchè a nessuno sembra venire in mente che si tratta di una aberrazione. Mia figlia ha solo 10 mesi, brutto maiale che non sei altro, di che razza di amore e comprensione vuoi parlare? E’ una bambina che adora gli adulti perchè non ne intravede la malignità, non instaura rapporti di "comprensione" reciproca, non chiede, non spiega, non capisce. Come può sfuggire una frase così morbosa?
Eppure in aula si parla di "alienazione genitoriale". Sarebbe tutta colpa mia perchè rischio di compromettere il rapporto tra padre e figlia e invece di decidere di allontanare quella bambina da lui decidono di allontanarla da me e la rinchiudono in un istituto in attesa di una decisione definitiva.
Mi chiedono di dimostrare l’abuso e voi ditemi: come cazzo si dimostra un abuso di quel tipo? La bambina non può certo dirlo e anche potesse farlo direbbero che è stata influenzata da me. Come posso dimostrarlo se non ho una telecamera che registra il comportamento del mio ex marito mentre sta con la bambina?
Non posso. Sono solo una madre, io. Sono solo quella che vuole salvare la vita a quella creatura. Sono solo quella che ha fatto a pezzi la sua vita, smontato tutte le sue certezze, che si è messa contro tutto e tutti, sfidando l’incredulità perfino delle persone più care per poter seguire un istinto che non posso ignorare.
Ditemi, voi lo ignorereste? Davvero voi avreste il coraggio di stare zitte? Davvero a voi non verrebbe in mente di proteggere vostra figlia o vostro figlio? Come potreste voi dividere lo stesso letto con un individuo del genere. Come?
Mia figlia ora ha tre anni e io non la vedo da mesi perchè le visite sono concordate e spesso impedite. Il mio ex marito, grazie alla schiera di avvocati che lo aiutano mi ha denunciata per calunnia e fa perfino il buon diavolo che se io smetto di accusarlo lui dice che potrebbe ritirare la querela. Magnanimo, lo stronzo.
La bambina non è con lui e non è con me ma è in mano allo Stato. Congelata. Una vita sospesa che attende di iniziare ora o mai più con un genitore, quell@ che l’ama, che vuole difenderla, che vuole crescerla bene. L’ultima ragione che il mio ex marito ha portato in aula per dimostrare la mia inaffidabilità come madre è la mia condizione economica perchè non navigo nell’oro e non ho un lavoro stabile. Ma di questi tempi chi non è precaria? Eppure in tribunale la povertà è un difetto e sebbene tutto dica che devi sfornare un figlio dietro l’altro per dare braccia alla patria poi il tuo utero viene rimesso in cantina e vale solo il prezzo di altre sottomissioni.
Siamo uteri che camminano e nessuno si occupa di quella creatura che non capirà mai perchè sta crescendo lontana da me, da chi l’ama al di sopra di tutto, da chi preferirebbe essere uccisa piuttosto che saperla nelle mani di quell’individuo ed è per questo che il mio cuore è a pezzi.
Salvate questi figli e queste figlie. Aiutate noi madri a salvare loro la vita. Strappateci il cuore, spezzateci le ossa, tagliateci la testa ma non riconsegnate i figli ai loro aguzzini.
Nota: questa storia è liberamente tratta da un racconto di una donna che vuole ovviamente restare anonima. Abbiamo cambiato dei dettagli, l’età della figlia, forse anche il sesso, le cose importanti però ci sono tutte e quel che ci premeva sottolineare erano le sensazioni, le emozioni, la parte umana, il dolore, l’esperienza di conflitto che si determina in una situazione del genere. Di questo tipo di argomenti abbiamo condiviso riflessioni e analisi a partire da qui e qui. Ringraziamo la donna che ha sofferto con noi per tirare fuori emozioni e un dolore inimmaginabili e grazie a tutt* per aver letto fino in fondo.
Ovvio: ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale!
—>>>Foto da Riot Clit Shave
Ogni volta che una donna denuncia un uomo per abusi sul figlio (o qualche volta anche il contrario), questa viene contro denunciata per calunnia.Lo fanno tutti.L’errore della madre? Non aver usato una telecamera nascosta.
Anche se poi lo stuolo di avvocati del coniuge che può permetterselo, sosterrebbe che “quei gesti sono stati male interpretati”. Ormai tutte le storie simili a questa finiscono nello stesso modo: in attesa che un giudice decida cosa fare o che la giustizia faccia il suo corso, il figlio viene sottratto al genitore che certamente non ha fatto nulla.
Questo è il nodo fondamentale da risolvere e la causa di tanti, troppi drammi familiari.
In una situazione del genere, sottraendo il figlio alla madre, si è fatto il bene del minore? No, perchè il genitore denunciato è uno, l’altro, nella peggiore delle ipotesi è accusato di calunnia, quindi un qualcosa che non può nuocere direttamente al bambino.E allora perchè, mentre si indaga su uno dei genitori, lo si sottrae anche all’altro? Qual’è il senso di un provvedimento del genere?
Ci sono dei padri, che pur di vendicarsi delle loro mogli, anche laddove non vi siano denunce di abusi, ma solo una causa di affido, preferiscono che i figli siano messi una casa famiglia piuttosto che lasciarli alle ex mogli.
E’ questo che la legislazione dovrebbe impedire, con un solo semplice articolo aggiunto alla legge 54 sull’affido condiviso: laddove uno dei due genitori non costituisca un pericolo fisico per i figli, non è consentito collocare i minori in casa famiglia.Sottolineo “fisico” perchè questo sgombrerebbe il campo dalle assurde teorie sull’alienazione genitoriale, una sindrome a mio avviso creata appositamente per confondere le acque quando si tratta di abusi sui figli.
La scarsa preparazione di alcuni giudici, fa sì che un abuso facilmente riscontrabile anche con una perizia, venga camuffato e poi negato.Lo stesso principio che porta gli avvocati che difendono gli accusati di pedofilia nelle scuole a dire:”I genitori si sono contagiati a vicenda”, si trasferisce in famiglia sotto forma di PAS: si parla sempre di “contagio” e mai di vero abuso sessuale.Un ottimo mezzo per ottenere in molti casi una assoluzione, e distruggere per sempre i figli e le ex mogli.
R.Lerici
(Responsabile Infanzia IDV candidata al consiglio regionale del Lazio)