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Per i sessisti: le donne fanno le insegnanti perchè sarebbe un lavoro facile

Annalisa scrive:

"Salve,

tanto per gradire vi mando un articolo
che con le donne sembra entrarci poco a prima vista, parla della
riforma degli insegnanti in Italia…a un certo punto però il
giornalista non ce la fa proprio e tra una diffamazione e una bugia butta giù anche il commento sessista: insegnare è considerato un lavoro
part time…quindi più appetito dalle donne… Come per dire: se la
scuola fa schifo è anche perchè è un gineceo? La lotta è lunga
compagne!
"

Ecco la riflessione di Viviana Esposito:

"Troppo
a lungo il mestiere del docente – da quello delle materne a quello dei
licei – è stato visto quasi come un lavoro a mezzo servizio, e perciò
appetito soprattutto dal mondo femminile. Con in più un patto, tacito
quanto perverso, fra Stato e dipendente/docente: io ti pago poco, però
ti chiedo poco.
"

Queste sono le parole con cui il giornale
condanna le donne ad un’ulteriore colpa, che si unisce ad un elenco che
tutte noi conosciamo: l’ingnoranza dei/lle ragazz*. L’intero articolo è
una marea di sciocchezze, a partire dall’affermazione secondo la quale
la scuola privata sarebbe meglio di quella pubblica, cosa che non è
assolutamente vera.

Le scuole private sono quelle che sfornano ogni anno più ignoranti di tutti, perchè lì basta pagare per ottenere una promozione.

Conosco
tantissim* amic* che con molta sincerità mi hanno detto che nelle
scuole private da loro frequentate non facevano nulla, gli esami era
truccati perchè ti dicevano cosa avrebbero chiesto e le interrogazioni
erano una pacchia. Ovvio che fare di tutta l’erba un fascio non è
utile, perchè così come esistono scuole private tarocche ne esisteranno
altre tra quelle pubbliche, ma lo stesso si può dire a proposito del
livello di preparazione che da tutte le scuole si può trarre.

Che
il livello di istruzione sia basso non può essere certo colpa delle
insegnanti donne, e neanche degli altri, dato che è il sistema che fa
abbastanza schifo. Prima, e parlo dell’università, dividono gli esami
in tanti piccoli moduli che non ti permettono di contestualizzare un
bel niente, impari la storiella e via… poi dicono che così non và
bene e ti accorpano i moduli in esami che non sempre si è preparati ad
affrontare (per esempio la metrica latina che non sempre si fa al
liceo, ma all’università – questo non interessa a nessuno e quindi
tutte le richieste per avere corsi di grammatica e metrica latina vanno
all’aria
), poi ti chiudono i concorsi per l’insegnamento e aprono la
SiCS perchè così "tutt* potremmo trovare lavoro più facilmente", poi le
liste di scorrimento si intasano e si decide di bloccare quella che
posso definire una vera porcata, un modo per spolpare noi laureati fino
alla fine, per lasciarci in balia del niente, perchè per ora so che
dopo la specialistica dovrei fare un anno di tirocinio e poi… entrerò
nella lista? si bandiranno concorsi? mah, mistero…

Dalla mia
frustrazione avrete capito che aspiro a diventare insegnante, e se
riuscirò preside, e questo articolo mi fa troppo arrabbiare, perchè non
è una passeggiata, non ce la regalano la laurea ne il posto di lavoro
precario e sottopagato che forse mi porterà a 40 anni a non aver
concluso nulla.

Inoltre io sono una donna e ogni volta che dico
che farò l’insegnante la gente mi snobba, come per dire "vabbè è ovvio,
sei donna". Questo lavoro per me è importante e vederlo sottovalutato
in questo modo mi fa cadere le braccia… perchè devo sentirmi dire che
è un lavoro parte-time e per questo lo scelgo? Non è vero, dato che
assorbe molto tempo, perchè di certo non si limita a quelle cinque/sei
ore mattutine, ma ci sono i compiti da valutare, le lezioni da
preparare, i consigli di classe, quelli con i genitori, le gite e anche
i laboratori laddove c’è possibilità di farli… è un lavoro che
impegna molto tempo, ma per tutt* è "un lavoro a mezzo servizio".

Inoltre
sembra che questo lavoro attiri le donne perchè è facile, prende poco
tempo e rende bene… ma in che mondo vive questa giornalista? Le donne
si ammazzano di lavoro e questi dicono che facciamo la bella vita, che
siamo scansafatiche. Che facessero loro quello che facciamo noi, non
resisterebbero manco un giorno, se non un’ora.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


One Response

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  1. Serbilla says

    Il commento più bello a quell’articolo è questo: “Si potrebbe iniziare ad abolire il valore legale del titolo di studio.”

    http://it.wikipedia.org/…i_rinascita_democratica

    Oltre al fatto che l’articolo mette assieme una marea di idiozie.