Skip to content


Il dispositivo morale

[Fichetta all’occhiello/Bottone "morale": se volete farvene uno le istruzioni a partire da QUI]

Barbara scrive:

"La ricerca in italia è in stato avanzato di decomposizione… ma non del genere. Ecco una nuova ricerca fresca fresca di sessismo che viene servita sulle già strabordanti tavole italiane: l’ennesima legittimazione scientifica della deresponsabilizzazione del maschio della specie umana, privo del "dispositivo morale", di cui invece sarebbero dotatissimi gli esemplari femmina della specie. Un bottoncino tutto rosa cui demandare la scelta tra bene e male.

Nauseata, rigiro l’articolo de La stampa, di cui probabilmente avrete preso già visione

buon lavoro e grazie!

barbara"

Giornata ricca di stimoli come si può vedere dal post dedicato al feed su fAss (comprensivo del bollettino di violenze maschili). Questo ulteriore spunto che si regala Barbara ci riporta ad una riflessione da fare con una certa urgenza.

Sulla ricerca, grazie alla bella mail ricevuta giorni fa da Francesca, abbiamo già collettivamente scritto e stiamo ancora discutendo nella nostra mailing list (ne verrà fuori un altro post di approfondimento da condividere con voi).

La
ricerca "scientifica"
, che di scientifico ha ben poco, condotta al san
raffaele di Milano, luogo dedito agli esorcismi/antiabortismi di ogni
specie, su ben 78 individui (per loro rappresentativi di una moltitudine generalizzabile di esseri umani) per dimostrare che le donne sono "emotive" più degli uomini viene oggi ripresentata come grandiosa scoperta anche dalla Stampa. 

L’articolo riesce ad essere (da non crederci, comprendiamo il vostro sconforto!)
persino più immondo di quello pubblicato dal Corriere. Si parla infatti
della presenza di un "interruttore morale" come esclusiva delle donne.
Gli uomini non ce l’avrebbero.

Questo interruttore morale sarebbe
una specie i bottone che interverrebbe nelle donne per sagnalare azioni
da non fare? Le donne che non ce l’hanno compirebbero dunque azioni
"immorali"? E gli uomini che questo bottone secondo l’illuminata
scienza dei papabili del san raffaele non ce l’avrebbero sono dunque
giustificati a compiere qualunque azione riprovevole? Qualunque atto di
violenza nei confronti di donne e bambin*? E questo che si dirà dunque
nelle aule dei tribunali in un processo per stupro?

Immaginiamo già la difesa dello stupratore a dire "vedete
signori della corte, è lei che non ha tenuto conto dell’interruttore
morale, lei ha ignorato i suoi freni inibitori, come poteva dunque il
mio assistito che quell’interruttore non ce l’ha gestire una ‘si tale
riprovevole azione?

Nulla di diverso da tutti quelli che
dicono che sono le donne a cercarsela, le donne in quanto proprietarie
(davvero?) di fika ad avere il potere, le donne ad essere uniche
responsabili di quello che subiscono perchè nulla si potrebbe e
dovrebbe imputare a quei poveri ignari maschi privi di bottoni morali e
di bottoni a sugellare la patta dei pantaloni.

E’ la divisione
tra buone e cattive. Un fascismo sperimentale che usa cavie da
laboratorio e per dimostrare le proprie tesi sessiste come un tempo si
faceva per dimostrare quelle razziste.

Noi lo diciamo da un anno
che Stampa e Corriere pubblicano i risultati di queste fantomatiche
ricerche sessiste che vengono dall’italia o dall’inghilterra per una
ragione precisa. Bisogna fare attenzione perchè su queste tesi si basa
la cultura che taluni tentano di costruire. Presto dimostreranno che le
donne dovranno prendere un farmaco per ripristinare il bottone morale o
dovranno fare delle terapie per tornare "moralmente" affini alla
società che gentilmente le "ospita".

Leggi anche:

La scienza sessista che sponsorizza il machismo sociale

Elettroshock e "razionalità" di stampo nazista

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Aubrey says

    Dimenticavo:
    mia mamma cerca disperatamente di seguirmi sulla strada dell’emancipazione (anzi, ha sempre cercato di farlo anche prima, e non in relazione a quanto posso esserlo io), non solo di genere ma anche dai pregiudizi nei confronti di terzi e di soggetti deboli o estranei. E ogni volta ci litigo perché secondo lei è giusto e sacrosanto insegnare a mio fratello a fare i lavori domestici (sia perché deve sapersi arrangiare che per un domani aiutare la propria compagna), e mio padre è fin troppo disponibile nel prepararci tutti i giorni il pranzo (è in pensione) o nell’andare a fare le spese (anche quando si tratta di comprarci gli assorbenti). Ma non posso pretendere che si metta a fare i letti o stirare o lavare i bagni o spolverare o lavare oer terra (però passa l’aspirapolvere, su esplicita richiesta), né che lui o mio fratello -in quanto uomini- i lavori domestici siano in grado di farli come noi, perché poverini non hanno occhio, non vedono, non si accorgono che lasciano tutti i gatti di polvere negli angoli o gli aloni sulle stoviglie.

    ps: per inciso nemmeno mio fratello stira o fa i bagni, però fa i letti, spolvera, riordina e lava i piatti… all’occorrenza (cioè certe cose le fa perché “suo dovere” come per gli altri membri della famiglia, altre perché io o mia mamma siamo temporaneamente in difficoltà, altre ancora nulla, o abbozzate qualche anno fa e mai più riprese, come stirare).

    Però sistema i fili quando servono modifiche all’impianto elettrico, e mio padre ha l’esclusiva sull’aggiustare gli elettrodomestici e tante piccole puttanate. L’esclusiva nel senso che o è l’unico che lo sa fare (e che ne ha il tempo) o comunque non gli si può passare davanti pena lo scavalcamento dell’unica autorità in casa che (secondo lui) ste cose le sa fare. Anche se poi certe cose, stufi di aspettare, ce le sistemiamo benissimo da soli lo stesso.

  2. Aubrey says

    Agghiacciante.
    Non so se lo è di più trovare sui giornali articoli simili o scoprire nei propri partner e nei propri cari (familiari e conoscenti,e non solo maschi) questa ordinaria convinzione che in fondo sì, siamo diversi, l’uomo è razionale e la donna è emotiva, non servono ricerche scientifiche per dimostrarlo, è talmente ovvio.
    Scusate lo sfogo ma a me preoccupa ancora di più questa seconda realtà.

  3. Das D-maedchen says

    ma qui siamo tornati ai macellai della Salpetriere! sono sinceramente terrorizzata, e mi fa schifo che con tutte le cose meritevoli di essere studiate spendano migliaia di euro per provvedimenti a dir poco nazisti.. cosa succederà adesso? ti rifuti di darla al maritino e lui ti sbatte in TSO con la “mini-corrente”? cari “giornalisti” quanti mAmpere ci vogliono per farla diventare una megacorrente? e chi ci dice che non sia altamente dannoso? a cosa ci serve un mondo cinico dove la gente è in grado di ammazzare per scopi utilitaristici…il mondo è GIA’ pieno di persone del genere e i risultati si vedono da secoli.
    la scienza, quando serve a discriminare, separare, legittimare violenze, è solo un onanismo da nazisti i cui risultati non dovrebbero essere nemmeno pubblicati. che senso ha una società che A PAROLE si dichiara paritaria e attenta alle donne in maniera pelosa quando ricerche del genere sono finanziate, poi pubblicate senza un minimo di critica da due quotidiani nazionali? alla faccia! seriamente, perché adesso non una ricerca che dica che rumene e nigeriane sono geneticamente puttane o che tutti i marocchini hanno il gene dello stupro? cose del genere sono già successe e la storia della psichiatria e della criminologia ne è zeppa, ad esempio Cartwright sentenziò che i neri non riescono a lavorare e che invece di essere gioiosamente sottomessi e godere delle frustate dei padroni bianchi come scritto nella bibbia(sic!)scappano e cercano la libertà. etichettò questo fatto, la ricerca della libertà e della dignità proprie dell’essere umano come Drapetomania (follia schiavile), assieme a altre devianze criminali che sarebbero state proprie dei “negroes”.
    http://en.wikipedia.org/wiki/Drapetomania
    il meccanismo è sempre lo stesso: si riconoscono degli strati sociali sottomessi che lottano per emergere (sottomessi, ma non deboli). si cerca un modo per delegittimare le loro aspirazioni e tarpare la loro anima… come? con la “scienza”. la donna che leggeva e studiava in epoca moderna avrebbe subito un gravissimo decadimento dell’utero, che sarebbe marcito, gli schiavi sono giudicati folli se provano a fare ciò che chiunque farebbe, fino ad arrivare alla più disgustosa espressione della pseudoscienza, ovvero i raccapriccianti studi di mengele su bambini, ebrei e omosessuali.
    speravo che l’olocausto avesse posto un chiaro esempio di dove NON dobbiamo tornare ma devo dire che no, non l’hanno capito, e non a proposito di scienza ma anche di razzismo in generale …
    PS per capire cosa possa essere l’elettroshock consiglio a tutt* di leggere le opere di Sylvia Plath, in particolare “Diari” e “La campana di Vetro”. Sylvia Plath è una bravissima poeta americana morta suicida nel 63 che ha subito varie volte il trattamento di elettroshock, anche volontariamente. evidentemente non è nemmeno poi così utile….