Skip to content


Il progetto sessista finanziato dalla regione lombardia e dai fondi europei

Nello spazio fb Femminismo Annalisa segnala un video pieno zeppo di stereotipi: Nulla di nuovo se non fosse che è finanziato con il fondo sociale europeo e dalla regione lombardia per un progetto che coinvolgeva le scuole medie. Gli alunni e le alunne delle scuole medie lombarde evidentemente vengono allevati/e a suon di sterotipi sessisti, con gravi pregiudizi nella valutazione delle "differenze" tra i generi, trascurando il fatto che i generi non si possono ridurre semplicemente a due perchè ne esistono altri, non specificatamente e neppure particolarmente etero, tutti evidentemente degni di essere oggetto di studio e attenzione.

Annalisa è una insegnante di scuola media superiore ed è giustamente indignata dal fatto che a fronte dei tagli che segano posti di lavoro nelle scuole poi si spendano soldi in progetti per niente educativi o che educano chiaramente alla discriminazione e al pregiudizio.

Le scuole possono presentare e vedersi finanziare progetti giacchè nel disegno che volge sempre più verso la privatizzazione dell’istruzione pubblica, sono nè più e nè meno che aziende che per autosostentarsi incaricano alcuni insegnanti o altro personale a presentare progetti per reperire fondi. Accade spesso che chi presenta progetti sia il diretto vice del preside o comunque quello che detta la linea nell’istituto. Da quello che vediamo questo video rappresenta una linea ben precisa in cui gli insegnanti coinvolti non hanno dato nessun apporto culturale distinto agli alunni. Potevano apprendere le stesse cose al bar dello sport sotto casa o nei tanti video diffusi su internet in cui le donne vengono presentate come chiaviche alla guida dell’auto e come galline predisposte solo alla depilazione dell’inguine.

Il video nel dettaglio dice di stabilire le differenze tra uomo e donna. La donna presentata come una palla tonda e l’uomo come un quadrato. E lo stereotipo sessista parte dalle forme perchè in geometria e nel gergo comune essere "quadrato" sta per essere concreto, pieno di senso pratico, tutte cose che personalmente riconosco molto alle donne e molto meno a tantissimi uomini.

Le scene sono suddivise in situazioni "tipo" nelle quali si troverebbero uomini e donne: Il rientro a casa per le donne è faticosissimo, pieno di lavori di casa da fare, mentre è autentico relax per gli uomini. Una cosa probabilmente vera nella maggior parte dei casi ma esistono anche casi totalmente differenti. In ogni caso la scena senza un commento sembra ammettere questa "differenza" come un dato di fatto "naturale" e imprescindibile.

Le chiacchiere per gli uomini vengono rappresentate da trattini lineari, roba logica, con un senso. Quelle delle donne invece come infiorettature, roba barocca, contorsionismi, superficialità, pettegolezzo. Falso anche questo.

Davanti ad un film romantico lei sarebbe quella che piange e lui quello che si addormenta. Idiozia immonda. Conosco maschi che piangono quando le loro donne ridono a crepapelle per scene assolutamente poco credibili in cui le "femmine" vengono rappresentate come deficienti ottocentesche che credono a qualunque cosa si propini loro.

Il viaggio di lavoro sarebbe facilissimo per gli uomini mentre le donne sarebbero fisicamente legate alla casa. Stronzata assoluta anche questa. Se gli uomini possono permettersi di "viaggiare" è perchè le donne gli tirano su i figli, mogli o madri che siano. Le donne che NON POSSONO muoversi da casa sono costrette dal dover adempiere a ruoli per cui nessuno offre alternative, ne’ i papa’ spesso non disponibili a rinunciare a pezzi della propria giornata per consentire alle donne di vivere e sviluppare professioni, ne’ lo stato che non costruisce strutture e servizi che sgravino le donne del ruolo di cura.

Altra scena: se l’uomo si mette a dieta sarebbe coerentissimo mentre se la donna fa altrettanto andrebbe in giro a rubacchiare dai piatti altrui. Atroce idiozia.

L’appuntamento tra uomini e donne: l’uomo sarebbe puntualissimo e la donna invece no. Grave che alla donna si dedichi sempre una vocina da oca cretina mentre lui sarebbe perfettamente sobrio. In fatto di ritardi penso che la questione vada oltre i sessi. Conosco uomini che non rispettano un solo appuntamento e donne che arrivano perfino in anticipo. Uomini che sono puntuali perchè durante il giorno non hanno un cazzo da fare e donne che arrivano in ritardo dopo aver sistemato casa, parenti, figli e aver provato almeno a farsi una doccia. Uomini che citofonano o telefonano alla "femmina" che dovrebbe essere lì pronta a disposizione sulla base dell’impellente desiderio di soddisfare una esigenza sessuale e donne che se si presentano vestite come pare a loro, pettinate come pare a loro e senza trucco si sentono dire "fatti carina, ti porto in un bel posto" come se dovessero essere loro ad adeguarsi all’ambiente invece che il contrario.

In viaggio: lui porterebbe una borsetta e lei venti valigie. Anche questo è uno stereotipo. A me capita di avere un borsone in più, pieno di libri da leggere.

Nella discussione le donne vengono rappresentate come oche starnazzanti e gli uomini come degni rivali in situazioni controllate.

Nella seduzione le donne sarebbero quelle poco chiare e ambigue invece gli uomini sarebbero quelli diretti. Sarà per questo che ogni volta che una donna è chiara e diretta con un uomo quello la chiama puttana?

Poi c’è lo stereotipo del cesso. Gli uomini andrebbero in toilette ad uno ad uno mentre le donne andrebbero in branco. Menomale che a misurarsi lunghezza della pisciata e del pisello sono gli uomini. A scuola da ragazze si andava certo in bagno almeno in due. Perchè la porta del cesso non aveva maniglia, perchè gli alunni potevano stuprarti impunemente e perchè il cesso era una pausa, una ricreazione dove fumavi la sigaretta. Se la nostra vita da adulte ci costringe ancora ad usare il cesso come unico luogo per fare una pausa dalla vita non è certo colpa nostra. Se le cene con gli uomini sono così noiose da fare scappare tutte le donne presenti non è certo colpa nostra.

Poi c’è la borsa. Quella maschile non avrebbe nulla di superfluo e invece noi siamo costrette a portarci dietro assorbenti, cosmetici, spray antiaggressione. Chissà perchè…

Per la spesa gli uomini andrebbero dritti al punto e le donne invece si perderebbero tra mille rivoli prima di arrivare al prodotto da acquistare. Idiozia assurda. Le donne che lavorano o che hanno figli e famiglia o anche se non ce l’hanno e fanno altro non hanno TEMPO per fare quelle scene e non hanno soldi per comprare nulla di più di quello che hanno preventivato nella lista spesa appesa sul frigorifero.

Per entrambi si da per scontato che il partner ideale sia etero, di sesso opposto e con attitudini casalinghe e amore per la riproduzione della specie. Chissà dove sta scritta questa cosa per cui se non sogni tutto ciò non sei nessuno.

La conclusione del video è che la palla e il quadrato insieme formerebbero una stella. Sfidano le più elementari regole della fisica e della matematica perchè quadrato e cerchio producono mille altre cose ma non certamente una stella.

L’animazione di questo capolavoro è di Bruno Bozzetto. Collaborano tra gli altri gli alunni, certamente supervisionati dagli insegnanti, della scuola media rubini di romano di l. Gli alunni dell’istituto comprensivo de amicis, quelli dell’istituto di istruzione superiore guido galli e dell’istituto magistrale falcone di bergano.

Sarà per questo che i giovani italiani sono sessisti ancora prima di nascere?

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


4 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Aubrey says

    A Feminoska:
    è per questo che parlavo di come la si affronta una cosa, e del fatto che sia giusto affrontarla a scuola: perché se i ragazzi o i bambini vedono questo video in tv, come pubblicità, magari mentre i genitori sono fuori o stanno lavorando in casa (e comunque non si può pretendere che controllino e commentino ogni singolo istante della vita dei loro figli) è facile che venga male interpretato e sia controproducente.
    Quello che io sostengo invece è che a scuola si DOVREBBE prendere questo (e altri mille video in realtà) e farlo vedere, stimolare la discussione, analizzarlo, ricrearlo (subvertising?)… questo sia per evitare che gli stereotipi elencati lì vengano assorbiti e metabolizzati senza che nessuno li tocchi, li spieghi e li sveli, sia per abituare i ragazzi a fare da soli quest’operazione, alla prossima occasione. Ti assicuro (parlo per esperienza diretta) che se stimoli alla critica un/a ragazzo/a con un oggetto specifico il risultato sarà tendente verso l’esercizio di critica spontanea anche verso altri oggetti. Ecco che un video così, se sfruttato correttamente, può aiutare anche a smascherare (e iniziare a disprezzare) le pubblicità sessiste televisive.

  2. feminoska says

    Non so Aubrey…capisco quello che intendi dire, ma penso che ai ragazzin* arrivi di più il messaggio sessista di alcuni minuti di video che la domanda finale composta da una parola che forse alcun* nemmeno conoscono. Noi adulti siamo bravi a leggere i messaggi, a volte direi a leggerli secondo il senso a noi più affine.non per questo però è il più chiaro. Da adulta posso anche pensare al video come una grossa provocazione, solo leggendo la domanda finale… da bambina o ragazzina non credo avrei fatto un simile ragionamento.

  3. fikasicula says

    aubrey tu non rompi mai 🙂
    ma ce ne fossero di interventi critici come i tuoi ricchi di stimoli e spunti di discussione.
    Quello che dici ha senso e se un video del genere è fatto per suscitare un dibattito ben venga. se è semplicemente distribuito, messo in circolazione come fossero verità sacrosante diventa un gran problema.
    e sulla gestione dei progetti in veste aziendale e con timbro istituzionale nelle scuole sono d’accordo con te. ma non è ne il primo e l’ultimo caso. ci sono scuole in cui i progetti vengono affidati al movimeto per la vita e quelli non hanno nulla di creativo e c’entrano poco con la complessità che affronti tu.

    un abbraccio

  4. Aubrey1 says

    Sono di nuovo qua a rompere le ovaie… e mi dispiace.
    Spero di non esagerare però mi dispiace che il fantastico Bozzetto sia preso così, di petto.
    Io seguo i suoi lavori da un po’ per motivi di interesse legati all’audiovisivo e tuttavia non so nulla di lui, delle sue reali intenzioni, di lui come persona e convinzioni, insomma.
    Però di video simili a questo sul suo sito ce n’è per tutti i gusti. Ci sono le differenze tra italiani ed europei, ad esempio (notare: italiani vs europei, non vs tedeschi, francesi, inglesi, ecc.).
    Video educativi sul codice della strada (senza sessi), ecc.
    Per la natura del suo lavoro è spesso a contatto con ragazzi/ni e ovviamente le cose le semplifica un po’, anche perché è il tipo di lavoro che lo richiede (un video animato non è un convegno) e perché quando collabora con loro deve anche partire da loro, e spesso i ragazzi partono già da presupposti stereotipati, poiché è l’unica realtà che incontrano nella vita, sono circondati da messaggi stereotipati. Per quanti sforzi si faccia anche in famiglia per insegnare loro che la realtà è più ampia prima di una certa età è difficile che comprendano a fondo e si rendano conto se la percentuale messaggi stereotipati-messaggi reali è di 80-20.
    Io ho lavorato con delle classi medie sull’audiovisivo, abbiamo anche prodotto un piccolo video che -guarda caso- vede una ragazza cercare la propria identità nelle relazioni con gli altri, umanità varia che non esiste se sola ma in rapporto ad altri esseri umani.
    E’ venuto -a mio parere, ma ovviamente sono di parte- molto bene, soprattutto per l’apporto della protagonista in questione e alcuni/e compagni/e di classe molto poco “ortodossi/e”, liberi da stereotipi e cresciuti in ambienti “stimolanti”. Non mi dilungo perché è fuori tema, ma fidatevi.
    Ad ogni modo video come quelli di Bozzetto ne abbiamo visti, analizzati negli aspetti tecnici, commentati e criticati, letti e riletti. Ogni cosa dipende anche da come la si affronta. Molti alla domanda finale hanno risposto “sì”. Molti hanno visto nelle differenze di genere esposte realtà percentualmente alte, senza per questo beatificare il “lui” e annichilire la “lei”. La conversazione schematica, priva di fantasia, gestita come una lotta sul ring da parte del “quadrato” è stata vista come una cosa di cui non andare fieri, e pure come un atteggiamento forzato e dovuto dall’educazione impartita ai maschi fin da piccoli, che pure se esiste (perché per fortuna non sono il 100% ma esistono molti maschi così) non significa sia naturale.
    E non sottolineo altri aspetti punto per punto come è stato fatto nel post solo per evitare di dilungarmi troppo, penso il concetto si sia capito.
    Naturalmente esistono comunque delle cose “esagerate”, che non apprezzo, che la semplificazione eccessiva rende poco chiare. Ad esempio -solo per spiegarmi- sarebbe da sostituire la preparazione di lei all’appuntamento con quella proposta nel post qui sopra: riempirla di attività tra cui forse fare anche una doccia mentre lui passa il tempo spaparanzato in divano.
    La cosa che mi infastidisce non è il video in sè, nè che venga usato nelle scuole, perché per le ragioni spiegate è utile anche studiare come “non si fa”, o saper leggere con diverse interpretazioni la stessa proposta cercando di andare a fondo e trovare tutti i suoi significati nascosti. Quest’ultima oltretutto sarebbe un’attività di cui far fare ore di allenamento al giorno ai ragazzi e alle ragazze di tutte le scuole e di tutte le età.
    Io sono più che altro infastidità dall’etichetta istituzionale. Perché le scuole non hanno bisogno della linea di nessuno per lavorare. Perché le scuole non sono aziende da finanziare in una logica di competizione pura e semplice, in cui i soldi per realizzare determinate attività si hanno solo a patto di vincere sennò ciccia, e nelle cui domande di partecipazione occorre spesso inserire utilizzo delle nuove tecnologie pur sapendo che poi non le avrai a disposizione, o invenzioni sceniche per colpire la commissione sapendo che magari non sono per nulla utili.
    Perché le istituzioni devono finanziare progetti sensati e complessi come convegni, libri, programmi scolastici, financo azioni sul campo, ma non video, propaganda, e pubblicità.
    Perché mettono alla berlina un artista sfruttandone l’anima per scopi impuri (anche se lui accetta non è detto che sia sempre connivente, magari è anche solo ingenuo).
    E perché non serve a niente -anzi, è controproducente- la propaganda sui diritti, sulla libertà, sull’uguaglianza, se poi non vengono mai attuate in concreto dalle istituzioni stesse quando c’è l’occasione (sia attraverso comportamenti effettivi che attraverso la redazione di leggi e norme).
    Mi fa orrore che i politici di tutti gli schieramenti lodino oggi la grande generosità degli italiani che si offrono di adottare i bimbi di Haiti quando fino a ieri (e non ci sono smentite nemmeno successive) considerano in esubero i bimbi “stranieri” nelle scuole, e marciano invocando “paròni a casa nostra” (manifesti leghisti elettorali) al grido di “siamo stati sempre troppo tolleranti con gli immigrati”.