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Chi paga per i figli voluti dall’Asl?

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Teramo si dimostra una città in movimento. C’è la reazione dei compagni contro le aggressioni fasciste e c’è la reazione di una donna che cita l’asl in tribunale perchè impedendole di assumere in tempo la pillola del giorno dopo (che non è la pillola abortiva) le hanno fatto avere una gravidanza indesiderata.

La questione ci insegna un concetto molto semplice: non siamo noi a dover pagare le scelte di decine e decine e centinaia di obiettori di coscienza tra i quali i medici, come quello del san camillo di roma recentemente scoperto, che obiettano in pubblico e si fanno pagare per gli aborti in privato.

La donna che ha fatto causa all’asl ha un percorso lineare: ha fatto sesso, il preservativo si è rotto, è andata a cercare una pillola del giorno dopo e quando l’ha trovata era già troppo tardi. E’ rimasta incinta. Sarebbe stato il colmo che a quel punto qualcuno le avesse detto "scelga di abortire". Lei non l’ha fatto, ha portato a termine la gravidanza, il padre del bambino non ha voluto riconoscerlo formalmente e lei è rimasta sola a dover affrontare un problema che costituisce, aldilà della retorica ipocrita dei movimenti pro-life, una maternità non voluta "subendo un danno morale,
biologico, esistenziale, patrimoniale e alla vita di relazione". Chi dovrebbe risarcirla se non l’asl?

Ogni medico è tenuto a prescrivere contraccettivi dato che la 194 parla di obiezione di coscienza all’aborto e non al contraccettivo, incluso quello d’emergenza. Ogni farmacista è obbligato a darvi una *pillola del giorno dopo* se il medico ve l’ha prescritta. Il medico che non vuole prescriverla deve assicurarsi che lo faccia qualcun altro entro le ore utili a impedire che voi abbiate una gravidanza indesiderata perchè il costo sociale, fisico, personale, economico di questo cattolicissimo "amore per la vita" non può e non deve ricadere su di voi.

La storia è dunque esemplare perchè scardina quintali di ipocrisie dietro le quali si è sempre giocato a scarica barile pur di non riconoscere che la responsabilità di quelle vite è di chi "esige" anzi "ordina" e "impone" che nascano e non di chi prova in ogni modo a scegliere quando, se, come, perchè metterle al mondo.

Non è "colpa" della donna che ha fatto sesso perchè le donne hanno diritto a fare sesso quando, come, con chi preferiscono. Non è certamente "colpa" della donna che non ha voluto abortire perchè l’aborto è una scelta personale, che deve essere assistita quando la fai perchè se così non dovesse essere anche in quel caso si può chiedere risarcimento per danno fisico, morale, biologico, esistenziale, economico, in special modo se un aborto clandestino ti procura problemi di salute enormi quando non addirittura la morte.

Non è "colpa" dell’uomo che non ha riconosciuto un figlio che non voleva perchè anche su questo punto c’è molto da dire: sono sempre state le donne a doversi "accollare" la responsabilità delle loro azioni, quasi che gli uomini dovessero essere ringraziati quando concedevano l’onore di riconoscere un figlio per toglierti dai "guai", per ripulire la tua reputazione, per toglierti di dosso il marchio della "colpa". Oggi le cose sono un po’ cambiate, se non nella testa del legislatore sicuramente lo sono cambiate nella società. Tanti uomini non sono detentori della bacchetta magica che elargisce bollini di pulizia morale (figuriamoci!). Sono piuttosto ulteriori soggetti coinvolti in questa enorme bugia che da un lato assegna loro il "potere" di esigere cosa fare dei corpi femminili e dall’altro gli delega il peso della irresponsabilità e dell’assenza pratica, concreta, di chiesa e stato.

Non sappiamo se lui sia in qualche modo coinvolto nel procedimento legale, se sta appoggiando la donna o meno ma in un prossimo futuro sarebbe ottimo vedere, semmai se ne ripresentasse l’occasione – e speriamo di no! -, un’altra mamma che fa causa all’asl con la costituzione parte civile del padre biologico, o con un’altra richiesta di risarcimento danni da parte del padre perchè un figlio si sceglie, non è un obbligo, non è un "dono", è una scelta e come tale implica responsabilità. Che sia o meno una scelta la responsabilità va ripartita, di un figlio la società intera deve farsi carico con scuole gratuite, che la destra sta smantellando, sanità pubblica, che la destra sta smantellando, asili nido, che la destra immagina di realizzare solo a beneficio della ministra gelmini presso il ministero. Quando di scelta non si tratta qualcuno dovrà pagare e se l’asl vuole così tanto che le donne abbiano dei figli allora impariamo anche noi a dare il giusto nome all’azienda sanitaria: la chiameremo papa’. E ora pensaci tu. 

—>>>L’immagine con lo slogan "Fuori i nostri corpi dal vostro controllo" risale alle battaglie fatte dal gruppo "Guai a chi ci tocca" di donne del Tpo proprio per pretendere che la pillola del giorno dopo fosse prescritta e rilasciata dalle farmacie.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.