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Cultura italiana: femminicida assolto, donna maltrattata condannata

Ieri a Verona si sono tanto divertiti a mascherare un volgare femminicidio e a farlo passare per un romantico doppio suicidio. La città effettivamente si presta a questo tipo di operazioni, con tutta la retorica su giulietta e romeo, i montecchi e i capuleti, i luoghi dell’amore, la scelta sofferta. La vita però non è un romanzo di shakespeare e verona, città razzista tanto quanto sessista, non può sbattere a lungo il mostro in prima pagina quando le violenze contro le donne vengono commesse da stranieri e inventare inverosimili storielle sentimentali quando invece c’è di mezzo un italiano. Il veneto tra l’altro quest’anno di fatti del genere ne ha registrati parecchi e gli assassini erano quasi sempre italiani "brava gente" (l’ultimo risale a ieri: un amorevole "padre" che ha sparato tre colpi in testa al figlio di dodici anni).

A dire che non può essersi trattato di suicidio romantico sono i genitori di lei che chiariscono come lui fosse un individuo con cui "avere una relazione non avrebbe portato a nulla di buono". Lei aveva due figlie. Anche lui, genitore, separato, forse abbastanza disperato e perciò pericoloso. Di lei si dice che aveva una malattia che l’avrebbe portata a scegliere di "farsi ammazzare". Di lui si dice che ha prima ammazzato lei e poi si è suicidato. 

Quante volte abbiamo visto questa dinamica? Quante volte? Tantissime, troppe. E quel che è peggio è che le donne continuano a non avere nessuna possibilità di difesa e quando provano a farlo, a lottare per ottenere qualche diritto in più, vengono aggredite e ostacolate in tutti i modi possibili.

Sarà per questo che esistono i casi in cui una donna è obbligata a sopravvivere per legittima difesa. In italia è uno scenario inimmaginabile perchè una donna che si difende dall’uomo violento finisce in galera per trent’anni per omicidio premeditato. Alle donne nessuno riconosce il "raptus" perchè questa società non perdona le donne che si salvano la vita o che la salvano ai propri figli. Le donne pagano sempre, vengono punite, a maggior ragione se osano restare vive mentre a morire è solo il loro violento coniuge.

In america invece, quanto meno in alcuni stati americani, alla donna viene riconosciuta la sindrome da donna maltrattata, quella stessa sindrome che ha un qualunque prigioniero, un sequestrato che prova a difendersi progettando strategicamente il modo di liberarsi del proprio aguzzino.

Un uomo che ti picchia, ti ricatta, ti fa del male, ti umilia, ti impedisce di andartene, ti perseguita se te ne vai, viene a minacciarti se ti rifugi dai tuoi parenti, ti aspetta sottocasa per prenderti alla sprovvista, ti obbliga a stare con lui, ti terrorizza e usa qualunque mezzo per tenerti prigioniera di una vita che non ti piace, è a tutti gli effetti pari ad un qualunque sequestratore. La legge italiana lo tratterebbe in modo diverso se si trattasse di un estraneo. Se è tuo marito invece lo tratta come fosse una cosa tra coniugi, affari vostri, "tra moglie e marito non mettere il dito" e tutte quelle puttanate lì.

Un uomo che non sei in grado di affrontare sul piano fisico, perchè è più forte, che sembra non lasciarti via d’uscita perchè dopo la prima, la seconda, la terza denuncia comunque è ancora lì dato che nessuno fa niente per togliertelo dalle scatole, diventa un nemico. Per alcune è diventato un nemico da sconfiggere, misurando il giusto momento per tirarsi fuori da quella prigione liberandosi dall’aguzzino. Le donne che in italia hanno ucciso il marito perchè nella stessa situazione descritta hanno fatto la galera. Nessuno ha riconosciuto attenuanti, nessuno le ha trattate per quello che erano: donne profondamente minate nel loro senso di sicurezza, deboli, terrorizzate, completamente stravolte dalla loro necessità di sopravvivere all’orrore. Si tratta di casi rari, che speriamo non avvengano mai perchè ammazzare l’uomo dal quale vuoi salvarti è il modo più cruento per restarne segnata, traumatizzata, imbrigliata a vita, perchè speriamo sempre che le donne abbiano la forza e il coraggio di rivolgersi ad altre donne, ai centri antiviolenza, a persone che possono aiutarle a ricominciare altrove sebbene siamo consapevoli delle difficoltà. Perchè lasciare tuo marito e ricominciare e combattere per la tua libertà ti da una sicurezza, un livello di autostima, un rispetto di te, una forza insperata che non può mai darti nessun’altra evenienza.

Un marito che ti perseguita certamente ti mette nella stessa condizione in cui sta chi vuole sfuggire alla mafia. Anzi è qualcosa di peggio perchè la mafia ti ammazza in maniera quasi logica, per una oscura ragione comunque coincidente con aspetti pratici, razionali. Un marito che vuole ammazzarti non ha nulla di razionale ed essere costretta a fuggire da lui, a diventare latitante della propria esistenza, con tutto ciò che questo comporta, è la cosa più difficile, più dolorosa, più irreparabile che una donna possa fare.

In america le donne, per fortuna rare, che si sentono senza via d’uscita e per legittima difesa ammazzano il marito vengono assolte ed è così che in questi giorni si è saputo che ammazzare un nazista non è reato. Una moglie vessata da un marito nazista, appartenente ad una organizzazione terrorista, pedofilo, l’ha ammazzato nel sonno. Il tribunale ha deciso che non si è trattato di un reato.

In italia, questa notizia, non l’hanno presa bene. Perchè in italia i machisti/nazisti pensano di poter andare in giro (e lo fanno) ad accoltellare la gente impunemente. Figuriamoci pensare che qualcun@ possa volersi difendere da loro. 

E’ l’italia in cui i gudgets venduti nelle edicole oramai hanno tutti la faccia del duce, in cui i nazional socialisti di qualunque specie vengono recuperati in ogni luogo. Intitolano a loro nome luoghi pubblici, strade e sono in via di canonizzazione. 

In italia quella donna avrebbe beccato l’ergastolo perchè la linea di difesa sarebbe stata: "i nazisti non esistono, è tutta una invenzione dei comunisti". In italia quella donna si sarebbe trovata a dover celebrare momenti pubblici di pacificazione nazionale mentre il minzolini della rai pubblica dichiarava che il suddetto era un martire e giovanni minoli trasmetteva una puntata speciale de "la storia come la vogliamo noi" in cui ricordava le sue grandi gesta. Dite che non sarebbe andata così?

—>>>Immagine dell’introduzione alla mostra del collettivo colpo di streghe di mantova.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.