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Quando la pubblicità usa perfino il feto dei mammiferi

Feti di varie categorie mammifere e lo slogan "per le generazioni future". E’ la nuova pubblicità promozionale della Ford [Video].

Dei corpi le pubblicità hanno veramente preso tutto. Di qualunque età e sesso. In tutte le pose e per qualunque uso. Certo ci mancava lo sfruttamento del "feto" del quale non si capisce chi sia il tutore.

Capiamo dunque che tutta la manfrina che ci viene fatta perchè noi donne ingravidabili non dovremmo essere libere di scegliere maternità responsabili è pura ipocrisia. Lo sapevamo ma adesso ci è più chiaro.

Noi non possiamo decidere dei nostri corpi perchè le specie riprodotte appartengono alle corporations fin dai primi segni di vita. Noi non possiamo decidere delle nostre vite perchè i feti che talvolta conteniamo sono già appaltati a coloro i quali sono pronti a sfruttarli. 

E per sfruttarli senza chiedere il nostro parere cosa c’è di meglio che farci passare per persone pericolose ed egoiste che invece che sgravare figli uno dietro l’altro decidono di usare contraccettivi e pillole del giorno dopo e nei casi estremi la ru486?

Questa pubblicità è morbosa, oscena, immorale. Fare soldi su corpi che stanno in busta paga è già diverso ma fare soldi sui feti diventa veramente orrendo.

E pensare che c’è chi come il tale che scrive su Il giornale ulula oltre duemila battute di "alleluia" per questo spot che secondo lui sarebbe contro l’aborto. Sicchè sarebbe brutto se una donna decide di interrompere una gravidanza per scelta ma sarebbe invece tanto ok se su quel feto mette le manacce tutt’altro che disinteressate una azienda che assieme al prodotto veicola un messaggio scivoloso, ambiguo e perfettamente adeguato al regresso dei tempi che stiamo vivendo.

E dire che di immagini così è pieno il web, sono pieni i siti dei vari movimenti pro-life, e la parola associata a queste immagini e diretta alle donne è "assassina". Così ne approfitta, già che c’è, tra un alleluia e un altro, il tizio che scrive per quel giornale misogino per dare mazzate alla 194 e alle donne.

L’automobile è l’elemento più inquinante che esista sulla faccia della terra. Per il petrolio, usato per far marciare un auto, si fanno guerre e si devasta gran parte del pianeta. E poi si permettono di parlare di ecologia e di "amore per la vita" per le generazioni future?

Siamo noi le generazioni "future" e quello che l’industria automobilistica ci ha regalato è un mondo di merda. Ed è immorale che sia ammessa una ipocrisia tale da permettere lo sfruttamento di un feto a scopo di lucro. Esattamente come è immorale che i movimenti "pro-life" istighino odio nei confronti delle donne, facciano casino quando la scienza parla di staminali per poi starsene zitti quando le industrie mettono il copyright depositando il brevetto su forme di vita di qualunque genere.

Ricordiamo che la comunicazione abbonda di messaggi pubblicitari pervasivi, "autoritari" e "sessisti". Per parlare di quelli che riferiscono un messaggio politico vero e proprio, qualche esempio: lactacyd intimo, favorevole alle ronde; calzedonia, patriottica, un po’ di destra; l’insetticida contro gli insetti clandestini, chiaramente razzista; ikea, annoiata dalla parola gay/lesbica, e via così. Potete trovarne altri alla categoria fem/activism.

—>>>la prima immagine viene da indymedia bristol, la seconda è un fotogramma dello spot ford 

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Serbilla says

    Inutile dire che ho pensato subito a voi quando ho visto la pubblicità. Ovviamente concordo su tutto, ma vorrei sottolineare un commento all’articolo linkato, che dice: “Domenica scorsa mi è capitato di assistere alla nascita di due agnellini.La madre ha preparato il giaciglio in zona sicura,ha partorito il primo agnellino e lo ha pulito ed assistito con ogni attenzione e cura amorevole fino a quando è stata certa che era in grado di prendere il latte materno e di essere autonomo.Solamente dopo si è predisposta a partorire il secondo agnellino,al quale ha dedicato le stesse tenere cure.”
    E’ proprio questa la parte pericolosa, brava pecorella che s’è presa cura degli agnellini, ma una donna NON E’ UNA PECORELLA.
    Difficile capire che una donna un essere umano e non un animale?

    (simpatico che le parole da inserire per reCaptcha siano “dilemma natural” ^_^ )