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Levigate, smerigliate, cotte al vapore: come carne lessa

Catastrofe dice:

secoli di lotte, il femminismo, le manifestazioni in piazza – e ora: il finto capovolgimento come linea editoriale neo radical chic

Prende spunto da questa vetrina di "grasso è bello". Corrente di pensiero che prosegue con articoli a dir poco "geniali" (sto scherzando) in cui si dice che se prendi una donna grassa che si lamenta per le sue condizioni fisiche e la piazzi così bella piena davanti ad una macchina fotografica poi lei si ricrede ed è tutto ok.

Per fortuna giusto qualche giorno fa parlavamo del film "le donne vere hanno le curve" in cui le attrici fanno a gara addirittura a chi può mostrare più cellulite e più smagliature.

Vediamo: se una donna che ha problemi di peso o non ha problemi e pesa più delle taglie previste dagli stilisti che tirano al risparmio dei tessuti, si piazza davanti ad una macchina fotografica, si fa fotografare, poi rivede quella fotografia completamente ritoccata su photoshop, sparita la cellulite, sparite le smagliature, niente pelle che cade, niente doppio mento, nessuna rughetta, niente braccino moscio, pelle straslucida, labbrone sensuale, ciccetta ma tonica, dite che starà bene?

Se c’era un modo orrendo per dire alle donne che devono essere soltanto come l’estetica dominante comanda lo hanno trovato. Dopo le tante accuse e i tanti rimproveri, non solo tiranneggiano l’estetica delle donne in generale costringendole ad una magrezza innaturale, ora vogliono persino dettare legge sulla tipologia di grasso.

Non puoi essere bella piena come pare a te. No. Devi esserlo in questo modo "radical chic" che impongono loro. Levigata, smerigliata e cotta al vapore, come carne lessa.

Forse non è chiaro ma ne abbiamo abbastanza di vedere rappresentati i nostri corpi "normali" soltanto nelle schede dei prima e dopo dei chirurghi estetici che sui nostri corpi fanno dei gran soldoni.

Non abbiamo niente da "aggiustare". Non ci servono pezzi di ricambio e saremmo liete di vedere i cervelli dei tizi che si sono inventati la serie di foto delle grasse ma belle in esposizione in un sito per chirurghi cerebrali perchè crediamo che il danno stia lì e non nei nostri corpi. 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


7 Responses

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  1. mancina says

    assolutamente daccordo con Layla, un piccolo passo, se pure con mille se e ma, aiuterà prima o poi a cambiare l’impostazione della sottocultura dell’apparire.

  2. Layla says

    Sono abbastanza d’accordo con il concetto di fondo, che sottolinea bene la trappola della moda – stilisti, pubblicitari etc. si aggrappano a tutto pur di mantenere il potere sul nostro portafogli.

    Ma certi passaggi mi sembrano troppo negativi : come quando si stabilisce che una donna non può sentirsi meglio grazie a una foto ritoccata. A mio avviso può eccome, ma non per il motivo evidenziato nel post, che forse fa gioco ma non è l’unico.

    Ne trovo almeno altri due. Già poter fare un confronto immediato tra il tuo corpo e la perfezione del fotoritocco rende subito l’idea di quante donne dello spettacolo (poche, e spesso a costo di grandi sacrifici) siano davvero prive di difetti… E perché.

    A prescindere dall’opportunità del fotoritocco, trovo utili anche le modelle grasse in copertina.
    Perché l’allenamento dell’occhio vuole la sua parte, gli stereotipi pesano più di un superobeso, e come scrive Lorella Zanardo siamo (circondati da) “zombie tele-comandati”; quindi vedere più spesso fisici grassi/diversi dai soliti, aiuterebbe.
    Magari questo passo non contribuisce, per ora, alle cause femministe ma di sicuro aiuterebbe tutte quelle donne che si odiano (!) perché hanno 1, 10, o 20 chili “in più”.

    Magari togliere un limite alla volta risulterà comunque utile. Ora si toglie la sbarra della taglia (in realtà non si toglie affatto, ma ipotizziamo che accada per davvero), domani un altro dogma modaiolo.

    Certo preferirei una società dove ormai tutto questo non ha senso e non conta, ma per il momento cerco di trovare i lati positivi anche nell’imperante maschilismo/velinismo/ecc.

    Del resto, se fossimo così intransigenti su tutto, dovremmo condannare e rifiutare a priori una quantità di cose, persino l’ambiente di lavoro che molto spesso schiaccia la donna dotata di figli e/o ovaio funzionante.

    Invece si continua ad andare al lavoro, e si cerca comunque di fare dei passi avanti sulla questione maternità…

    Magari vedere una modella grassa e “photoshoppata” aiuterà solo una ragazzina rotondetta a scoprire i propri pregi fisici e mentali, e renderà tutte le altre delle schiave del presunto desiderio maschile, ma sarebbe comunque un miglioramento rispetto all’attuale 100% di ragazzine insoddisfatte GIA’ vittime della moda, della seduzione schematizzata, della femminilità di plastica.

    Detto questo, anche io Ci auguro che presto la dittatura della carne lessa si renda conto di quanto è ridicola, orrida e dannosa.

  3. Rosy says

    Io la vedo come un’altra strategia per far soldi. Si rendono conto che le donne che girano per strada non sono tutte carne e ossa come le modelle. E allora giocano sul fattore psicologico in modo da accalappiare anche loro. Perchè di donne normali come me ce ne sono tante e se riescono a convincerci dei loro metodi sai quanti soldi si fanno.

  4. Anna says

    Ma quanto vedremo un bel sito di uomini in bella mostra (che non sia un sito per gay pero’) ? Che si scannino pure verso la gara della perfezione femminile o maschile, io comunque rimango quella di sempre….datemi pero’ qualcosa da guardare!! :DD

  5. kiki says

    prima ti costringono in un ruolo, poi indorano la pillola: forse si sono accorti che il modello della super magra tagliava fuori troppe ragazze, così adesso hanno deciso anche una grassa può fare la modella (mica scemi, eh?)…basta che non pensi a nient’altro che all’estetica, non sia mai che si distragga e faccia qualcosa di sovversivo!
    in quella gallery cambia la taglia, ma non c’è davvero nulla di diverso rispetto ai normali servizi di moda, stessi abiti, scarpe, trucco e parrucco, le espressioni e persino le pose ammiccanti e finto-lesbicheggianti!

  6. Denise says

    A parte quello che legittimamente critichi, io aggiungerei che il sessismo di questa rappresentazione risiede, fra l’altro, nell’aspetto seduttivo. Presentano la cosiddetta “ciccia” come una rivoluzione del modello mediatico femminile, mentre in realtà è un modo come un altro per confermarlo. Lei è sempre seducente. I tacchi, i labbroni, le tette: è grassa, sì, ma deve sedurre maliziosamente il maschio. Insomma, il modello della gnocca e le strategie “fallocentriche” restano i modi prediletti di accalappiamento del consumatore. Di carne.

  7. laura albano says

    Le immagini sul sito sono veramente disturbanti, ma non certo per i corpi “non canonici” delle modelle: per il modo in cui le hanno imbalsamate.
    L’anomalia è nella mercificazione – oltreché a monte nei loro cervelli, come giustamente fai notare.