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Il partito della venerazione

di Viviana Esposito

«La politica è amore, è passione, e solo chi la concepisce così riesce a rispettare l´avversario» queste sono state le parole della Ministra Carfagna riguardo all’affermazione di Berlusconi sul Partito dell’Amore.

In effetti è proprio vero che per fare politica ci vuole tanto amore e tanta passione, ma non verso i propri leader o colleghi, come lei continua ad insegnarci, bensì verso le proprie idee e la propria determinazione nel portarle avanti insieme agli altri/e, anche se ciò implica il criticare la propria parte.

Personalmente credo che la Ministra confonde l’amore con la venerazione, tanto è vero che lei stessa che parla di amore e di rispetto verso l’avversario, poi critica i magistrati che indagano sul premier e che, secondo lei, lo fanno solo per spodestare il podestà.

Per il Partito dell’Amore, si sa, l’amore è a senso unico: verso un solo leader, un solo Dio (cristiano-apostolico-romano), una sola famiglia (eterosessuale, italiana, con tante bocche da sfamare, e preferibilmente con la mamma che “concilia” il lavoro con il ruolo di casalinga), una sola sessualità (etero, con gli uomini machi e le donne un po’ puttane e un po’ sante), una sola cultura (maschilista e patriarcale), una sola razza (bianca), una sola istruzione (privata e religiosa se possibile), un solo pensiero (veicolato felicemente dai tanti fede e vespa) che ci deve dire come vivere, cosa desiderare, cosa fare, chi amare, come amare, cosa mangiare, come vestire, cosa sapere e cosa non sapere, quando morire e come farlo.

In poche parole il Partito dell’Amore offre a ciascuno di noi un pacchetto di vita All Incluse (come quelli delle agenzie di viaggio) dove o si accettano tutte le clausole o si è additati come sovversivi/e, terroristi/e che fanno dell’odio la loro arma principale. L’intervista continua con tanti buoni propositi, con una volontà da parte della Carfagna di dialogare con l’opposizione, sempre e solo se questa si mostra accondiscendente.

La Ministra afferma che «a volte le donne sanno aprirsi al dialogo con maggiore garbo, con più tatto, con una maggiore capacità di ascoltare l´altro», e infatti lei durante il summit g8 contro la violenza alle donne garbatamente non ha permesso alle donne dei centri antiviolenza e alle varie attiviste presenti di prendere parola e dire per esempio che il governo aveva tagliato 20 milioni di euro destinati a chi si occupa di violenza, che in Italia ci sono due pesi e due misure, o meglio che se l’accusato è straniero scatta l’arresto immediato, mentre se è italiano gode dell’anonimato e di un garantismo illimitato, che la legge sullo stalking, lo spot governativo, non serve a niente dato che alla denuncia non c’è un seguito e quindi milioni di donne vengono lasciate a se stesse e continuano ad essere sottoposte a ogni tipo di violenza, che la violenza sulle donne viene ampiamente legittimata da rappresentanti illustri del governo che considerano la donna un oggetto, che nei Cie la polizia compie impunemente ogni tipo di violenza sugli/lle immigrat*.

Per la Ministra è tutta colpa del fatto che “è saltato il senso del limite e del rispetto dell´altro” due qualità che ritiene “connaturate all´essere femminile”. Infatti, care donne, noi dobbiamo limitarci nel parlare e nell’agire, dobbiamo avere rispetto (o venerazione?) verso l’altro, perché siamo donne e quindi dobbiamo reprimerci, modellarci, plasmarci come gli altri ci vogliono e ci desiderano. L’autodeterminazione è bandita.

La Carfagna poi conclude dicendo che «purtroppo il potere resta maschio, il processo deve ancora maturare. A parlare di riforme sono i vertici dei partiti e i vertici, dovunque mi giri, sono composti da maschi».

Oddio se ne è accorta!!! Peccato che lei non faccia nulla per opporsi a tale sistema, ma anzi lo accetti e lo alimenti. Tanto è vero che non si è mai lasciata scappare una parola di critica verso le espressioni e gli atteggiamenti esplicitamente misogini e sessisti del premier, che non si è ribellata quando gli è stato chiesto di incontrare Gheddafi e di farsi dare da lui lezioni sull’emancipazione femminile, quando ha accettato di colpevolizzare gli stranieri per le violenze sessuali che avvengono nel nostro paese, senza ricordare che l’80% delle violenze è compiuta da mariti o fidanzati italiani, quando ha detto no alle rivendicazioni femministe né ai matrimoni gay, quando ha accettato di barattare la libertà di noi tutte con un patto di servilismo illimitato verso il proprio premier.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Chiara di Notte - Klára says

    quando ha accettato di barattare la libertà di noi tutte con un patto di servilismo illimitato verso il proprio premier

    Papino in cambio di certi servizietti le ha dato un posto ben retribuito da segretaria. Il suo compito e’ quello di stare inginocchiata tutto il giorno sotto la scrivania. Cosa vuoi che dica questa qua?