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Pentole e coperchi

Antonietta, la chiameremo così, ha un problema normale. Stringe le spalle e dice "ma tanto a chi interessa…". A me, interessa a me.

Suo marito non lavora. Si arrangia. L’arte di arrangiarsi non è cosa da poco in una città che sembra sempre in guerra. 

Hanno due figli. Maschi. La femmina l’ha persa nel sali-scendi delle scale per arrivare al quinto piano dalla signora che la chiamava a servizio.

Avete presente il sangue? Antonietta ne ha spremuto tanto e ad ogni goccia piangeva la figlia sua perchè una femmina avrebbe potuto aiutarla.

Antonietta è una bella signora, mediterranea, morbida. Ha un padrone di casa che la "scoccia" da un anno con qualche minaccia di sgombero. Lei prende le lettere e le consegna a suo marito. Suo marito prende le lettere e le mette in un cassetto.

Suo marito si arrangia ma spesso dimentica. Succede quando sei depresso. Ti senti come un recipiente pieno, straripante. Più di tanto non puoi contenere. Perciò metti il coperchio e non vuoi stare a sentire più niente e nessuno. Proprio non ce la fai.

Antonietta prova a temporeggiare. E’ abituata a dire che se ne sta occupando suo marito e ogni volta che gli chiede conferma lui le dice che non vuole starla a sentire. Che se ha detto che se ne sta occupando allora vuol dire che se ne sta occupando. La minaccia. Urla. E rimette il coperchio.

Antonietta va dal cognato, perchè non sa a chi rivolgersi, e quello le dice che lui ha un sacco di guai. Anche lui "si arrangia". Anche lui ha un coperchio in testa.

Antonietta va al sindacato inquilini e lì le dicono che oramai lo sfratto è esecutivo. Che avrebbe dovuto pensarci prima, "ma non si preoccupi signora, ha ancora qualche mese di tempo, vedrà che troverà una nuova sistemazione".

Antonietta parla con i figli, entrambi adolescenti, e anche loro sembrano crescere con un coperchio in testa. Il più piccolo sembra cosciente del pericolo ma è troppo giovane e non può fare niente. L’altro se ne fotte e si limita a pretendere i soldi per sputtanarseli alle scommesse.

Antonietta parla con la suocera, che vive alle case popolari e potrebbe ospitarli. La vecchia non vuole saperne. "Mio figlio lo sa che sei venuta? Se lo sa ti ammazza…".

Antonietta va dal padrone di casa e gli chiede di avere pazienza, di essere buono. Lui la ascolta con fastidio, come si fa con chi viene a chiederti l’elemosina, e la umilia con un ghigno. Lei ringrazia e se ne va.

Le viene in mente di tutto. Legarsi con le catene al comune, tagliarsi le vene, però per finta, tanto per attirare l’attenzione, costringere suo marito a darsi una mossa, ad aiutarla in questa vicenda che deve affrontare da sola. 

Invece, per il momento, va a casa, toglie le scarpe con il tacco, indossa le pantofole e un grembiule, prepara il pranzo, accende la televisione, vede il presidente del consiglio che dice che la crisi non esiste, dice che è un problema psicologico. 

Antonietta ci pensa su, psicologicamente decide, stacca la presa, spolvera la superficie, apre il balcone, sta ben attenta che non ci sia nessuno, prende la televisione e la butta giù dal terzo piano.

Può sopportare tutto, pentole e coperchi, ma il pignataro proprio no. Come si fa a vivere in un paese in cui le donne tentano di togliere i coperchi e il presidente del consiglio li rimette per decreto?

Un abbraccio ad Antonietta e per fortuna che mesi fa mi ha svegliato con il fracasso della "televisione ammazzata" ("Antonietta, che è successo? Tutto bene?", "Niente, niente, ti sei spaventata? Non ti preoccupare. Ho ammazzato la televisione!").

Posted in Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali, Precarietà, Storie violente.


10 Responses

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  1. sassicaia molotov says

    E, per precisare: non ho altre fonti sugli indiani se non quella di Lance Henson, un poeta Cheyenne che spesso capita qui in Italia. Ho visto sua moglie intervenire su un altro mio amico che per scherzo stava alzando una mano sulla sua donna: s’è ritrovato sdraiato in terra senza neanche rendersi conto di come. Lance dice che non è una buona cosa far irritare le donne Cheyenne. Poi magari hai ragione tu
    😉

  2. sassicaia molotov says

    Non è assolutamente difficile per me trovare tutte le storie che vuoi.
    Ad esempio il sottoscritto ha avuto una moglie che dichiarava una depressione borderline, io facevo un lavoro pesantissimo ed avevamo il mutuo da pagare, ciononostante mi sono dedicato a lei con tutte le forze, abbiamo sperimentato vari percorsi di cura, ho assistito a tutte le sue crisi, ho cercato di trovare il modo migliore per pormi come mezzo per una sua presa di coscienza di se stessa nonostante le persone con queste problematiche tendono a succhiarti la vita. In realtà lei non era malata, ora si è risposata, sta molto meglio, è cresciuta e così anch’io, grazie anche a quell’inferno; ho un’altra storia e i rapporti con la mia ex moglie sono assolutamente sereni. Nessun contenzioso di alcun tipo, mai una mano alzata, mai la volontà di imporre una “legge del padrone”.
    Ma ne conosco parecchie di storie così, oppure differenti nello svolgimento ma non nel senso. Non sono molto bravo nell’esposizione letteraria ma magari proverò a buttarne giù qualcuna nel mio blog, in caso ti avverto, ok?

  3. fikasicula says

    veramente a noi risulta che gli indiani picchiavano le donne esattamente come tanti altri 😐

    ma se il tuo è un pianeta a parte e hai storie da raccontare siamo tutte orecchi e occhi.

    aspettiamo i tuoi racconti 🙂

  4. sassicaia molotov says

    Benissimo, grazie.
    Mi serviva solo una scusa per stappare la boccia.
    😉

    Uhm, di storie in cui degli uomini si dimostrano degni di essere chiamati umani te ne posso raccontare, come ben sai qui tra noi Cheyennes le nostre squaw regolano diligentemente la vita sociale ed hanno messo un vecchio rincoglionito con un enorme copricapo di penne di tacchino a fare il Grande Capo ma in realtà sono loro che comandano.
    Speriamo che l’uomo bianco non arrivi anche qui a rompere i coglioni.
    E nemmeno quello nero.
    E meno che mai quello giallo.

  5. saamaya says

    Tra il Marito e il Presidente, ha scelto la TV…!

  6. fikasicula says

    sassicaia, ma ce ne sono di post in cui sono elevati a quel rango lì 🙂
    persito tra le storie violente c’è qualche storia in cui gli uomini hanno ruoli attivi e positivi.

    il fatto è che chi ci racconta storie ce le racconta per parlare di cose che nessun altro scrive. ci pensa tutta la stampa e tanta televisione a elevare l’uomo al rango di eroe e la donna al rango di serva e puttana idiota. capirai che almeno in questo posto vorremmo dare spazio ad una versione differente della storia.

    se però tu vuoi raccontarci una storia in cui l’uomo è elevato al rango di essere umano noi saremo felicissime di metterla in evidenza. non aspettiamo che questo 😀

    dici che la troverai facilmente?

  7. sassicaia molotov says

    Non per fare il puntiglioso, ma quando in questo blog vedrò un post che descrive un uomo elevato al rango di essere umano credo che stapperò una boccia di grappa.

  8. Serbilla says

    Grande Antonietta!

  9. Gio says

    Assassinio di televisore … occhio che se la cosa diventa popolare la fanno diventare un reato …

    Bel messaggio, davvero 🙂

  10. Celeste says

    Bella l’immagine del coperchio in testa. Rende perfettamente l’idea.