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Roghi virtuali

Questo post era in coda di pubblicazione e quindi lo lasciamo venire fuori anche se resta intatto il ragionamento fatto nel post in cui ci chiediamo se chiudere e continuare ad esistere ovunque, chiudere e fare la maglia, chiudere e occuparci di fantascienza, restare ma con la consapevolezza che questo spazio è una scelta a responsabilità collettiva, di chi vorrà e ha già voluto condividerla con noi. Se ne avete voglia possiamo discuterne anche nella nostra mailing ist.

Prima di lasciarvi alla lettura del post volevamo anche ricordare che questo lunedì alla fine della trasmissione Chi l’ha visto [potete vedere la puntata del 14 dicembre sul loro sito] hanno finalmente parlato del disastro di Montagna Longa. Una di noi ha seguito quella faccenda e assieme ai parenti delle vittime ha messo su un blog in cui sono stati copiati documenti, dossier, rassegna stampa. Il prossimo lunedì sempre nella stessa trasmissione manderanno la seconda parte dell’inchiesta e approfondiranno sulle ipotesi fatte dal vicequestore Giuseppe Peri a proposito dei legami tra stragi, eversione nera, mafia, servizi segreti deviati, pezzi dello Stato. Siamo felici che di questa faccenda si parli, finalmente, anche se con 37 anni di ritardo. Buona visione per chi lo vedrà e buona lettura.

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Una volta c’erano le donne senza vita, amore, obiettivi. Arrivavano in quell’età in cui capivano che non potevano essere altro che quello: una cosa mediocre, senza genio, senza nessuna originalità e allora prendevano a odiare qualcuna che invidiavano profondamente perchè sembrava più fortunata di loro. Nessuna evoluzione professionale, forse persino la precarietà, nessuna gratificazione, dover sempre leccare il culo a qualcuno, peggio se era una donna, per tentare di esistere e guadagnare qualche soldo. Nessuna dimensione privata, nessun amore, la pelle arida, la bocca asciutta, capacità seduttiva zero, nei lineamenti si leggeva il veleno, le curve delle rughe, gli occhi un po’ sfuggenti di chi ha un privato irrisolto, sorrisi rigidi. Nessuna sensualità perchè i sensi si perdevano nel grigiore delle giornate.

Una volta questo tipo di donna la trovavi riunita ad altre comari a orchestrare sgambetti, a uccidere vite, eliminare speranze, censurare sogni. Le chiamavano zitelle, vedove, roba acida che veniva identificata con persone profondamente infelici perchè non avevano accanto un uomo (o ce l’avevano e non le soddisfava). Invece lo erano perchè non avevano se stesse. Non avevano forza e coraggio di uscire dalle proprie galere. Così impedivano alle altre di gestire le proprie vite. 

Ci sono state quelle che hanno testimoniato la stregoneria di altre donne. Quelle che hanno denunciato colei che assai più libera vestiva panni da uomo per fare ciò che voleva. Quelle che tagliavano a zero i capelli della "puttana" che odiavano perchè assai più bella di loro. Quelle che coltivavano un odio profondo e lo manifestavano di nascosto. 

Non per niente nelle fiabe i piani diabolici sono sempre stati orditi dalle donne perchè erano quelle che non potevano aggredire sul piano fisico e allora si esercitavano in strategie orribili. 

Quante ne abbiamo viste, più di recente, a spiare le adolescenze altrui, a mettere zizzania, a godere delle botte che prendeva la figlia della vicina di casa dopo che loro erano riuscite a fare arrivare all’orecchio del padre che l’avevano vista con un ragazzo a pomiciare. Quante ne abbiamo viste a monitorare la vita delle vicine per vedere chi entrava e usciva e poi spettegolare sulle cose più insulse. 

In una delle canzoni del cd "Dea" degli Isola, il coro e la bravissima cantante recitano il pettegolezzo delle donne sicule, quelle che hanno da ridire perchè la donna che odiano "va all’università" e "parla l’italiano" invece che restare al loro scarso livello.

La stessa cosa succede oggi, in modo diverso e con parole diverse. Se c’è qualcuna che aspira a qualcosa di più diventa oggetto di derisione o addirittura di minaccia. Le comari passano il tempo a insultarla e intimidirla perchè le bulle amano avere la donna che odiano sotto il proprio controllo. Vogliono lederne la serenità, la psicologia, vorrebbero vederla sparire, morire, perchè la sua esistenza fa ombra alla loro che è gretta, vuota, incapace di vivere senza odiare qualcuna.

I salotti di oggi sono reali ma anche virtuali. Prendi i social network, che hanno dato accesso a internet a donne completamente digiune in fatto di funzionamento del web e che senza quelli non saprebbero usare un computer neppure per mandare una mail, i social network dicevamo sono luoghi ideali per realizzare queste forme di bullismo e alcune donne le vedi che passano il tempo a spiare qualcosa che deve sembrargli la vita di qualcun’altra perchè non ne hanno una propria. Fingono di avere giornate apparentemente frenetiche ma stanno sedute davanti ad un computer, senza nessuno che le cerchi e senza nessuno che le ami. Sono donne che si annusano tra loro e presto o tardi diventano un clan. Un gruppo di bulle che prendono di mira quella che una vita ce l’ha e che il computer lo usa per lavoro o per fare qualcosa di utile e poi basta.

Se esistono i roghi virtuali? Certo che si. I roghi e le sante inquisizioni. Processi in piena regola, vere e proprie gare di istigazione all’odio nei confronti di qualcuna fino alla sua eliminazione totale. Non potendo provvedere di persona si rivolgono anch’esse agli inquisitori siano essi preti, censori, gente in divisa. Così accusano e dicono che colei che è lì non ci può stare perchè usurpa il loro posto, un posto che non hanno mai avuto, e inventano notizie: è una strega, fa cose strane, va in giro nuda di notte, la sentiamo godere mentre sta con il suo uomo, studia e parla l’italiano, si interessa a cose improprie per una come lei, ma chi si crede di essere, eccetera eccetera eccetera.

In questi casi inutile chiedersi perchè, cosa avete fatto di male per stimolare queste distorsioni mentali. Non usate comprensione, non associate alla menopausa, alle cattive condizioni atmosferiche, tuoni, lampi e fulmini comunque non giustificano l’odio e la miseria di alcune azioni. Non dovete neppure immaginare che se sparite, se diventate invisibili tutto passa perchè a loro non è sufficiente. Loro stanno lì acquattate ad attendere un vostro respiro e vi aggrediscono non appena mostrate di essere vive. Sono morbose e vi vogliono morte, non possono vivere senza sapervi completamente spazzate via. Vi ritengono una minaccia, una che non può vivere "impunemente", la loro vita paragonata alla vostra è una vera merda e questo non c’entra con il fatto che loro sappiano davvero di voi. Hanno deciso che è così e basta.

Sparire non serve. Comportarsi in modo nobile aspettando di essere santificate perchè "buone d’animo" e con la coscienza a posto non serve neppure questo perchè se interviene l’inquisitore la vostra verità non conterà un cazzo e conterà la cattiveria delle comari che uniranno odio e rancori e testimonieranno di avervi vista compiere fatti delittuosi e spaventosi atti di stregoneria.

In questi casi, care amiche, serve lottare. Non contro di loro perchè non ne vale la pena e non meritano neppure questa "attenzione" ma per voi. Continuare a vivere, ad esistere pienamente è lo smacco più grande che potete fare perchè è la vostra esistenza che offende ma è anche la vostra esistenza che vince.

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Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. das D- maedchen says

    emanuele: direi fare quello che ci sentiamo di fare. troppo spesso ho cercato entrambe le cose nel prossimo, prendendo delle strade che non mi si addicevano. fallo per te.

  2. Emanuele says

    Quoto il post al cento per cento.
    Tu parli delle donne, in realtà stai affrontando un discorso che riguarda tutti gli esseri umani, nessuno escluso.
    Ci sono sostanzialmente due modi di vivere: il primo è accettando le circostanze, e facendosele piacere. Il secondo è cercare quello che ci piace.
    Nel primo caso, tutto risulta più semplice: fare il lavoro che ci ha insegnato nostro padre, vivere secondo i dogmi della propria famiglia-parrocchia-società, partecipare ai riti sociali che da sempre vengono praticati.
    Nel secondo caso bisogna quasi sempre lottare, perchè si deve uscire dalle strade già tracciate da altri: insomma, è necessario abbattere tutti i cespugli di ostacolo per creare un passaggio.
    Ma proprio per questo motivo questa diventerà un giorno la nostra strada, che noi abbiamo intuito, immaginato e poi creato.
    Vivere secondo i dogmi e credo comuni è sempre stato più easy, per tutti: quelli che hanno osato uscire dai canoni sono sempre stati derisi, e pure osteggiati, in tutti i campi: come dici giustissimamente, se io mi accontento di quello che ho e tu pure, allora io non mi sento solo e nemmeno in colpa per ‘accontentarmi’.
    Ma se io mi accontento e tu invece cerchi di più, a me viene il dubbio lacerante che sono forse un vile.
    Per questo motivo chi aspira a qualcosa di più, sia esso donna-uomo-gay-lesbica-trans o qualsiasi altra cosa, verrà sempre odiato, sempre, dagli ‘altri’, perchè distrugge metaforicamente il loro mondo.
    Se c’è una cosa che non si deve mai dimenticare, è che a questo mondo, dall’inizio dei tempi e fino alla fine siamo tutti quanti arrivati soli, e sempre soli moriremo.
    E così dobbiamo sempre essere consci dell’idea che tutti quanti ci possono abbandonare, e allora dobbiamo ricordarci che la forza ci deve venire dal di dentro, anche se a volte sembra quasi impossibile.
    Ognuno ha diritto a scegliere di vivere come preferisce, e credo anche ad essere rispettato per la sua scelta. C’è chi ha vissuto seguendo i principi inculcati dal proprio padre, e che si aspetta magari che un giorno anche suo figlio segua le stesse orme.
    C’è chi invece sente che la propria vita sarà diversa, sarà una cosa a sè, e forse farà più fatica a trovare ciò che vuole.
    Nel secondo caso è quasi certo che si troveranno molti più ostacoli, vivere non è affatto una cosa semplice.
    Non si può dire cosa sia più giusto, perché quello che è giusto per me è sbagliato per un altro.
    Ma cosa è davvero preferibile? Essere socialmente accettati da chi ci circonda perché siamo affidabili, oppure suscitare interesse perché particolari?