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Quale genere di fascista?

L’italia è
l’unico posto in cui un premier può chiamare "zoccola" una ministra e
quella poi si incazza con un fumettista che fa satira antifascista
umanizzando il suo personaggio.

Sulla sua parlata romana hanno satireggiato tutti. Spataro c’ha messo
un po’ di fetish al sapor di pecorino e da antifascista qual è ha fatto
rivivere il personaggio nel suo ambiente naturale: la merda.

"Fascisti carogne tornate nelle fogne"
d’altronde è uno slogan forse dimenticato ma quanto mai attuale. Ma il
punto è anche un altro: si parla di libertà d’espressione, di fare
satira e nel nostro paese questa libertà è messa a rischio proprio
dalla gente come la Meloni.

La Lipperini pone una questione di buon gusto e di responsabilità [1] [2].
Sostiene che non ci sia differenza tra il sessismo tirato fuori dalla
categoria maschia a partire dalla faccenda noemi in poi e quello di Spataro. Cita un
articolo di repubblica sempre attenta a queste questioni tranne che per
il fatto che un giorno si e uno no lo stesso giornale online pubblica foto sessiste [1] [2] che relegano le donne in una dimensione orrenda senza averci neppure l’antifascismo come motivazione di partenza. 

In rete
le opinioni sono tante. C’è chi difende la libertà d’espressione tout
court, chi si schiera con alessio spataro perchè condivide i contenuti
del suo fumetto che sta online da più di un anno nell’apposito blog, chi
dice che il fumetto fa cagare, chi dice che viene usato lo stereotipo delle donne in quanto stupide vacche in calore, chi definisce il fumetto arguto, con
ottime basi culturali antifasciste e addebita lo squallore unicamente
alla meloni specificando che a fare cagare sono i fascisti.

E di fascisti
in azione da un po’ di tempo a questa parte ne vediamo tanti: basta
ricordare le affermazioni della meloni a proposito della englaro. Non
si disse mai offesa come donna per aver sentito il suo premier dire che
la englaro poteva ancora procreare. Non rivendicò rispetto per le donne
oppresse dalla religione cattolica a scuola. Non dice nulla a proposito di uomini, donne e bambini massacrati
perchè a roma è partita – giusto mentre si parla di elezioni regionali
– l’ennesima campagna basata sulla paura in cui si istiga al linciaggio
contro i rom. Non dice nulla sulle vite distrutte, inseguite, rastrellate a San Nicola Varco solo per la loro nazionalità. Nulla a proposito della depenalizzazione dei maltrattamenti in famiglia grazie al processo breve voluto da quello che l’ha chiamata zoccola.

Nulla sulle
gggiovani che lei dice di rappresentare a proposito di educazione
sessuale preventiva allo stupro. Nessuna parola a difendere le donne,
mai. Perchè lei è uomo dentro, un uomo di merda, per l’appunto.

Come la sua collega e compare che si appella al femminismo e alla sensibilità di genere per bloccare un film, Francesca,
che parla della condizione dei rom e delle rom in italia. Tutte
improvvisamente sensibili, tutte con la bocca ripulita nel water dopo
aver inzozzato di concetti sessisti, razzisti e fascisti l’intera
nostra cultura italiana.

E tra ieri e oggi
la rabbia è diventata furia di dirne di peggio, senza l’ausilio della
satira, perchè se c’è chi può scherzare sulla fisicità del premier
mentre tutti ridono non si capisce come mai la meloni debba essere
trattata con riguardo. Come dire ad un caricaturista di salvare i
dettagli per le donne e di fare gobba e orecchie a sventola solo ad
andreotti.

Che me ne frega di
usare argomenti antisessisti per una ministra sessista? In nome di
questa solidarietà bipartisan tra donne in quanto donne? Ma la meloni
lo sa di essere donna? Perchè io qualche dubbio ce l’avrei. E che mi
frega di essere solidale se dalla sua bocca non è venuta fuori neppure
una parola a sostegno di donne, lesbiche, gay, trans, eccetera eccetera? Che m’importa di aderire alla formula dell’antifascismo inesistente, colluso, delicato e "civile" che viene sollecitato da destra e da sinistra?

Che gli si può
dire a Spataro? Che è stato troppo buono, forse, che qualche tavola non
fa affatto ridere, che lo splatter non ha attenzione al genere e allora
un suggerimento da parte nostra poteva giovare. Avrebbe potuto basare
la sua umanizzazione a partire da una immagine modello di perfezione
non stereotipata, farla accoppiare con un’altra donna che la sveleniva
a colpi di tampax in faccia. Ma giusto per farle capire che c’è una
differenza enorme tra un corpo che ha il dovere di sgravare per la
patria e una donna che deve essere lasciata in pace per finire la sua
vita con dignità senza essere usata dalle speculazioni volgari di
fascisti e movimentisti per la vita obbligata. Come si legge nelle discussioni in rete però Spataro ha una visione "maschile" delle cose perchè è un maschio (maschile non significa necessariamente maschilista). In secondo luogo è bell’e spiegato anche il perchè la Meloni viene rappresentata in un amplesso con un uomo feticista piuttosto che con una lesbica: proprio perchè lei è una fascista e non potrebbe essere accostata ad una sessualità diversa da quella etero che lei stessa promuove come unico modello culturale.

La lipperini ha
ragione quando dice, e lo diciamo anche noi, che è necessaria
responsabilità del mondo della cultura nel veicolare concetti che
possono ritorcersi contro di noi, ma questo è un ragionamento da farsi
con la stessa forza sempre e comunque e non mi pare di aver visto la
stessa levata di scudi bipartisan ad ogni affermazione delle donne di
destra mentre legittimavano disumanità, rastrellamenti, omicidi
legalizzati, deportazioni, stupri dentro i Cie e dentro i lager libici,
sfruttamento dei corpi femminili per far passare il pacchetto sicurezza
eccetera eccetera eccetera.

Oltretutto
la Meloni dovrebbe prendersela con la cultura fascista che a proposito
di perfezione dei corpi e di legittimazione del modello estetico unico
è da sempre capostipite. Dovrebbe prendersela con il velinaro che si
ritrova come premier e che la chiama zoccola in pubblico.

Dovrebbe
prendersela con loro invece di ricordarsi che esiste una cultura del
rispetto dei generi che viene da sinistra ed è costantemente offesa da
destra.

La ministronza di
Spataro forse non è un capolavoro che resterà negli annali della storia
del fumetto ma almeno ha il merito di aver umanizzato una donna che
fossi stata io l’avrei rappresentata alla art spiegelman, come un
animale senza dignità. Ditemi voi come rappresentereste una Kapo’,
perchè è di questo che stiamo parlando.

I fascisti non hanno senso dell’umorismo, e questo lo sapevamo. Sono conformisti e tengono alla forma,
e sapevamo anche questo. In questo tempo in cui l’immagine conta più di tutto Spataro ha osato sporcare quella di una ministra che ama
apparire con gli occhi al cielo e la mano al petto cantando l’inno di
mameli. Personalmente trovo molto più oscena e volgare quella immagine. Non c’è
di peggio che vedere una donna prostituirsi al regime con il piacere di
farlo.

—>>>Leggi a proposito di antifascismo viola.

—>>>Leggi "Udite, udite, è uscito la ministronza!"

—>>>Leggi l’intervista di Dazebao ad Alessio Spataro

—>>> Se avete voglia di acquistare il fumetto

Ps: Fino ad ora la figura della fascista (o del fascista) in termini culturali non è stata minimamente toccata. Anzi viene presentata con quintali di appeal e viene esaltata a partire dalle interviste a Fini, dalle tante comparsate televisive della mussolini, dal grande spazio che viene dato ad altre donne fasciste. Se c’è chi lo saprà fare a partire da una decostruzione dei significati legati ai corpi, gli stili di vita proposti, le razze, con una attenzione al genere e con linguaggi differenti, ben venga. Questo fumetto, per quanti difetti abbia, lo consideriamo almeno un esempio di antifascismo irriguardoso, orgoglioso e privo di ambiguità. Non possiamo dire la stessa cosa di molta altra monnezza "culturale" che pretende di dire senza dire mai niente. 

—>>>Se ne hai voglia leggi un esempio di satira sulla sessualità maschia di un fascista con la sfiga del pene sinistroverso.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


12 Responses

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  1. Niccolò says

    Non voglio difendere berlusconi, ma ad onor del vero a me sembra che dica “dov’è la piccola”, mi sembra anche che abbia più senso.

  2. fikasicula says

    laica, grazie 🙂
    e grazie a tutt* per ogni prezioso commento.
    bello nell’articolo che hai segnalato il riferimento alla concia 😀
    meritatissimo!!!

    e comunque questa discussione costituisce un ottimo spunto di discussione per il lavoro che facciamo sull’antifascismo viola.
    la satira resta la più grande dissacrante arma che riduce a niente il più “autorevole” dei soggetti.

    io non riesco a più a guardare una sola foto della ministra senza pensare alla ministronza.

    lo fece impastato. chiamò il boss don tano seduto e lo spogliò in un colpo solo di autorevolezza e dignità. e fu ucciso per questo.

    bisogna riflettere. lo dico ai compagni e alle compagne che vogliono ragionare di antifascismo. bisogna finalmente imparare a non lasciarci usare dai tanti fascisti che annunciano adesioni nei cortei per suscitare il coro di indignazione e poi ritirare l’adesione dopo chilometri di pubblicità gratuita. bisogna smetterla di riconoscere “autorevolezza” al nemico.

    sono merda e questo è tutto.
    e per fortuna che c’è spataro 🙂

  3. laica says

    volevo farvi i complimenti per la vostra presa di posizione su questa storia incredibile. vi leggo sempre e vi seguo nelle cose che fate. non vi fate prendere in giro mai. ci serve questa lucidità per lottare.

    vi segnalo una bella intervista che spataro ha dato ad un sito online.

    grazie

  4. L'Eternauta says

    in questa era di mediocrità persino la meloni è divenuta ministro(nza).

  5. lidia says

    mirco sono perfettamente d’accordo.
    la pubblicità rende i soggetti desiderabili. nel fumetto nessuno è desiderabile. quindi non è vendibile. se non si capisce come funziona la comunicazione non si apisce ne quello che fa la meloni ne quello che ha fatto spataro.

  6. mirco says

    vabbe’, io non ho capito neppure la critica alla copertina sullo stupro del circeo però almeno lì si diceva che le figure di donne ammiccavano, invitavano ad acquistare, stuzzicavano l’immaginario sessista. ma in questo caso non si stuzzica proprio niente. non c’è un bel corpo in esposizione per vendere di più. non c’è un’orgia abbellita che serve a eccitare qualcuno. c’è una figura sgraziata, un corpo a contatto con la merda e cose del genere. che immaginario può stuzzicare questo tipo di scena?
    leggo sempre le vostre critiche a proposito di pubblicità e trovo coerente che voi diciate ora quello che dite.
    l’estetica pulita serve a vendere. se sporchi quell’estetica rovini gli affari di chi espone corpi perfetti e vite immacolate.
    il difetto sta in chi contesta l’operazione di sovversione della comunicazione fascista. loro fanno advertising, marketing, vendono immagine. spataro gliel’ha sporcata.
    e ha fatto bene.

  7. lidia says

    perfettamente d’accordo con fikasicula e gabriella.
    a parte il fatto che io non parlerei di educare la satira ma di addomesticarla.

    ciao

  8. gabriella says

    irene, io veramente non capisco. tra i commenti che riporta questo blog c’è quello che dice che le donne verrebbero viste sempre come stupide vacche in calore. sul blog della lipperini leggo diverse esposizioni sull’uso della corporeità, fatta di liquidi, nella satira solo in alcune circostanze.

    trovo la prima argomentazione perfettamente in linea con la pressione moralizzatrice che subiamo in termini culturali. perchè mai una donna che fa sesso feticista dovrebbe essere una stupida vacca in calore?
    non ci fosse una italia che giudica la sessualità degli italiani per farne scandalo quando non interpreta i ruoli “decorosi” e “puritani” dettati dalla cultura dio-patria-famiglia una donna con esigenze sessuali sarebbe vista in modo perfettamente normale. ma così non è. di chi è la responsabilità?

    diverso è il ragionamento che si fa nel blog della lipperini. ragionare di codici di comunicazione satirica per proporne di nuovi è qualcosa che attiene ad una responsabilità collettiva. se c’è una criminalizzazione al singolo senza conoscere la storia della satira rappresentata per immagini, parole, testi, non si mette in tavola nessun discorso utile.

    sono convinta che lo stesso spataro sarebbe disponibile a dibattere su contenuti di questo tipo.

    diverso è dire che lui sarebbe il mostro per normalizzare la satira, educarla, renderla compatibile con il mondo che invece dovrebbe rivoluzionare perchè questo fa la satira e non il contrario.

    così trovo che le uniche cose volgari di questa vicenda sia il modo in cui si giudica la sessualità di una donna (donna/sesso=sessismo non è paragone che funziona) e il modo in cui si prova a imbrigliare la satira entro norme di “educazione” e “civiltà”. niente di nuovo. Tutto prevedibile quando a guidare uil governo c’è un partito fascista.

  9. fikasicula says

    Irene, nessuno ha detto che dato che è fascista “così impara”. Credo che nel post si metta in discussione un altro fatto. Quello che tu chiami volgare maschilismo per noi non è volgare e non è maschilismo. non è eccezionale e non ci fa ridere da morire ma non siamo rosi bindi e la carfagna e se una cosa disturba le coscienze dei perbenisti e fa arrivare un messaggio significa che funziona.

    Il discorso antimaschilista non è in subordine a nulla tant’è che siamo sempre in prima fila nel giudicare stupri, violenze e sessismo a prescindere dai luoghi in cui si compiono e da chi li compie.

    Ovvio che la nostra solidarietà alle donne “stuprate” viene prima di tutto ma la tua provocazione resta tale perché la meloni non è stata stuprata e quello che ha fatto spataro è molto diverso da chi costruisce cultura dello stupro.

    La locandina del massacro del circeo – che satira non era – metteva due donnine nude con sfondo due mostri dominanti. Nel post in cui ne parlammo spiegammo con grandissima chiarezza che la questione in se’ non era terrificante quanto i commenti che alle critiche erano stati fatti, quelli si fortemente sessisti. Su quelli si basa infatti il manifesto per il diritto alla critica di genere che significa propriamente “diritto alla critica di genere”.

    Parlare di diritto alla critica di genere e di responsabilizzazione del mondo della cultura non significa che condividiamo qualunque critica di genere o che noi stesse non abbiamo il diritto a criticare la critica.

    In relazione al fumetto di cui sopra resta intatta la nostra opinione. è satira, forse non fantastica, ma resta satira e se la guzzanti ha potuto fare una scena che trovi su youtube in cui lei nella veste del premier mostra un membro enorme in esercizi di auto fellatio non vedo perché spataro non possa fare altrettanto in modo diverso.

    Il sesso e la satira sono spesso in relazione. Benigni lo fa continuamente e quando parla di poppe e culo nessuna lo taccia di sessismo. Lo fanno molti altri e lo fanno anche le donne. La Littizzetto su questo ci si è costruita una carriera.

    Se è sessista spataro allora lo è anche la guzzanti e la Littizzetto. Lo sono altri vignettisti sempre pronti a raffigurare orge tra politici.

    Qual è la cosa che infastidisce di questo fumetto? Il fetish? Il fatto che parla della meloni come fosse un essere umano con una sessualità fuori norma?

    In cosa questa immagine è sporca? Come abbiamo scritto noi l’avremmo rappresentata lesbica e con una passione feticista per il sangue mestruale. Ma l’umanizzazione e la smitizzazione del personaggio comunque l’avremmo compiuta.

    Questo è il nostro parere. Diverso da altri che rispettiamo ma non per questo sbagliato.

    E sulla responsabilizzazione del mondo della cultura ne abbiamo scritto anche ora ma ci attendiamo la stessa responsabilizzazione a 360 gradi.

    Rompere il tabu’ per cui nessun intellettuale e nessuna giornalista – e parliamo di donne – pronuncino la matrice politica di quello che succede in questo tempo, sarebbe un ottimo esercizio di responsabilità che non viene compiuto.

    Dovremo dunque scrivere un nuovo manifesto per il diritto di critica antifascista e per una responsabilizzazione del mondo della cultura che non vittimizzi le donne, che non le usi ancora, dopo l’uso che dei nostri corpi è stato fatto per massacrare gli stranieri, per togliersi di mezzo le uniche forme di opposizione culturale che esistono in italia. non bisogna dimenticare che questo fumetto è online da un anno e che la meloni lo ha tirato fuori ora. perchè? a chi serve? a cosa serve? credi alla sua buona fede? credi nelle conferenze stampa sulla satira di uno spataro qualunque che non sia fatta per un obiettivo X? noi no.

    Non so se te ne sei accorta ma è in atto una grande bonifica sociale. Ed è volgarissimo l’uso che delle donne si continua a fare ogni volta che ci sono conti di condominio da regolare.

    Troverai tutto ciò che abbiamo scritto in proposito e non ti sorprenderà se ricordiamo che la polemica sul sessismo interno alle liste del pdl è venuta dalla fondazione fare futuro, corrente fini.

    Vittimizzare le donne è sessista. Agevolare la carriera di nuovi leader usando questi argomenti è sessista.

    Ma di questo nessuno vuole accorgersene.

  10. irene says

    No guarda non capisco davvero la vostra argomentazione. Dato che la Meloni è una fascista, va bene usare nei suoi confronti il peggiore e il più volgare maschilismo, “così impara”?

    Quindi il discorso anti-maschilista è in subordine a quello anti-fascista? Il che ci porta a dire che ci sono dei maschilisti migliori di altri? Eppure non troppo tempo fa si parlava del dramma che è per il movimento antifascista la persistenza al suo interno di un atteggiamento maschilista e di una propensione alla violenza contro le donne; così, vale solo nel caso degli stupri nei confronti delle “compagne”, ma se la violenza è diretta verso una fascista allora sono ancora dei bravi ragazzi antifascisti?

    E ancora: tutto ciò significa che la prossima volta che una donna viene stuprata, PRIMA di darle la solidarietà, verifichiamo se le sue convinzioni politiche sono “giuste”? Se una fascista viene stuprata, è “solo una fascista”? Dove va a finire tutto il discorso di critica sociale alla cultura dello stupro?

    Dire poi che il fumetto è sessista perché la protagonista è sessista, toglie ogni tipo di legittimità a quell’altra polemica – ricordate? – quella sul fumetto “Il massacro del Circeo”, la cui locandina richiamava in modo molto complice e ammiccante la posizione dominante dei carnefici e la nudità delle vittime. Allora anche quella locandina va bene: è violenta perché loro sono violenti? No? Allora davvero non capisco quando sì e quando no.

    Dove va a finire il vostro “Manifesto per il diritto alla critica di genere e per una responsabilizzazione del mondo della cultura”?

  11. Zoe says

    Per l’esattezza lo slogan era: “fascisti CAROGNE tornate nelle fogne” (altrimenti la rima sarebbe andata a “zoccole”, per dirla col presidente del consiglio…) 😉

  12. Lorenzo Gasparrini says

    Ho provato a scrivere qualcosa sui blog della Lipperini che anche tu hai segnalato, ma c’è uno scoglio che non riesco a superare. Per me un insulto “reale” è diverso da uno “disegnato” satiricamente. Il fumetto è sessista – non c’è dubbio – perché il soggetto lo è. Poteva essere diverso? Sicuramente. Altri disegnatori lo avrebbero fatto diversamente, magari non sessita o ancora di più. Rimane il fatto che imputare al disegnatore un contenuto che gli è “trasmesso” dal soggetto mi pare un po’ troppo. Non credo cheil fumetto sia un tramite di valori sessisti perché è evidentemente satirico e “ad personam”, come dev’essere. Può risultare sgradevole per quei contenuti, sono d’accordo. Ma non sono “accessori”, credo sia quasi inevitabile se il soggetto è quello.
    Oppure non se ne fa una satira, ma una pesante critica, e basta.