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Parole

Una breve considerazione in merito ad alcuni termini utilizzati in questi ultimi giorni.

Stalking. Non mi è mai piaciuto, perchè credo che non renda minimamente l’idea dell’inferno che cela.
Nel testo di legge si parla di atti persecutori, e in effetti preferisco l’espressione italiana, persecuzione.
Quando ancora qui il fenomeno non era minimamente preso in considerazione, ogni tanto ci arrivava notizia di stalkers d’oltreoceano. Di solito erano fan(atics) che ossessionavano uomini, ma soprattutto donne, dello spettacolo. Lettere minatorie, telefonate, pedinamenti, e altre cose simpatiche.

Ma quello stalker era estraneo alla sua vittima. Quelli nostrani (e naturalmente anche quelli stranieri che non scelgono vittime famose) sono ex mariti, o fidanzati, o spasimanti di cui non ci importa un tubo.
E noi non abbiamo a proteggerci da chi ci perseguita bodyguard che sono il triplo della nostra altezza, e sinceramente neanche li vorremmo.

Continuerò anche io a parlare di stalkers, anche se preferirei parlare di persecutori.

Altro termine, che in qualche modo si ricollega al primo.

I mezzi d’informazione ci hanno raccontato di un signore che perseguitava la donna con cui aveva avuto una relazione, e che una sera è evaso, dico evaso, dai domiciliari per andare a spararle. E già che c’era ha sparato pure all’uomo con cui il quel momento lei era in macchina.

Ora, tecnicamente è così. Il reato ipotizzato per chi non ottempera alla misura cautelare di arresto domiciliare è quello dell’evasione, seppur impropria (a differenza di quella generica, attuata da chi è in stato di arresto o detenzione). Però, santa pazienza, ma i media usano i tecnicismi solo quando pare a loro?

Detta in quel modo, si è portat* ad immaginare l’evaso che si cala dalla finestra di casa sua con le lenzuola annodate, stando ben attento a non farsi beccare. Oppure che s’infila in un foro scavato con certosina pazienza, tipo nel film Le ali della libertà, o magari che sbuca fuori da qualche tombino…

No. Questo tizio è uscito di casa, punto. E’ uscito di casa per andare ad ammazzare una donna. Ha pure fatto un pò di shopping: parrucca e occhiali per non farsi riconoscere. La pistola era già in dotazione.
Parlare di evasione in questo caso, fa decisamente sembrare che la persona fosse in uno stato di restrizione tale da impedirle di nuocere.
Ma così non è, così non è stato.

Leggi anche:

Stalking e affido condiviso

Stalking, mobbing, bullismo: di che parliamo?

—>>>Immagine a cura di Subvertising.Noblogs.Org

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Informatica92 says

    Vorrei fare i complimenti al giornalista di questo articolo. i contenuti sono chiari e la sua posizione a riguardo ferrea e convinta.

  2. vito says

    E io chi devo denunciare? posso denunciare chi mi ha fatto diventare un fumetto mettendomi nel condizioni di vivere una vita di merda per l’ilarità gli altri? Chi? Chi devo denunciare? La TV? La radio? Quel pezzo di merda questurino infame di Di Pietro? Con chi me la prendo se per ogni cosa che dico tutti mi prendono per pazzo.Se dico che sono sotto controllo -e me ne accorgo guardando la TV, ascoltando la radio- tutti mi prendono per scemo. Avevo un negozio, non volevo fare lo schiavetto per qualche società di lecca-culi.Adesso sono nella merda più di prima.E comunque non sarò più libero come prima.Per chi tutto questo? Lo sai per chi?
    E perché?