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Sessismo in libreria

Lui si chiama Sauro Silvestri e le sue opere magnifiche non hanno niente a che fare con dante alighieri e neppure con quello che pure di sesso aveva parlato e di cognome faceva boccaccio. 

Chi si appropinqua alla toscana non può fare a meno di scontrarsi con battutone in vernacolo tutte riferite alle cosine delle femmine e ai cosoni dei maschi. I gay vengono chiamati con il termine omofobico "bu’i" (buchi, con la c e acca aspirate). Talvolta c’è qualche variante sul tema ma generalmente il toscanaccio c’ha la battuta sessista a portata di corde vocali e ne sciorina una al secondo, come benigni ci ha perfettamente illustrato in "berlinguer ti voglio bene".

Lo scherzo, la barzelletta condita di pezzi di corpo femminile pare che non sia possibile metterla in discussione. Sicchè la battuta sessista diventa film, dialogo, quand’anche libro.

Sauro Silvestri è il geniaccio che ha scritto ben due opere sul tema (le uniche due della sua vita): "La passera è sempre la passera" e "Il didietro della passera". In entrambi la donna viene descritta come elemento decorativo messo al mondo per il piacere del maschio.

A noi non sarebbe mai venuto in mente di rovistare per scovare una cosa del genere se non fosse che ce l’ha segnalata Sara, con tanto di recensione che riportiamo per intero, la quale disgraziatamente se l’è trovato davanti in libreria.

Se proprio avete voglia di leggere qualcosa che parli di fiche potete consolarvi con Conos, di Manuel de Prada che vi assicuro, è tutta un’altra storia.

Buona lettura e grazie a Sara per questa segnalazione.

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Care femministe a sud,

Oggi in libreria noto un libricino, uno scarabocchio nero su sfondo bianco in copertina, al centro dello scarabocchio una targhetta rosa (a mo’ di censura) con il titolo chiarificatore “La passera è sempre la passera”, edito da Mondadori, collana umoristica.

Lo prendo e lo sfoglio, non lo leggo tutto ovviamente, apprendo che lo scopo del libro è quello di "diffondere fra i giovani e non l’antico amore per la passera, che fra politica, religioni, consumismo, Internet, partite di calcio e pasticche sembra passato ormai in secondo piano".

Qualcuno lo ha definito “una perla di umorismo goliardico”…

Il libro descrive le varie tipologie di "passera" e ne fa un’analisi organolettica suddivisa per età. Sempre in chiave scherzosa c’è la passera nella psicologia, nella letteratura, nella storia e nelle scienze, sulla falsa riga del titolo si dimostra infatti come per la passera si siano sollevate masse e intelletti. Infine c’è un capitolo che spiega come è nata la donna.

Una originalissima leggenda/barzelletta in cui si narra che un uomo (il famoso Adamo immagino) chiese al Signore di creargli qualcosa affinché potesse divertirsi come fanno i cammelli con le cammelle. Allora Dio creò la passera ma l’uomo non sembrava divertirsi più di tanto così suggerì di farci qualcosa di morbido intorno e poi culo, braccia e gambe, ma l’uomo ancora non era soddisfatto “metti un culo anche davanti” e Dio creò le tette, infine l’uomo convenne che con una testa sarebbe stata più carina, allora il creatore realizzò la testa ma “è solo per ornamento” precisò.

Ripongo il libro accanto all’altro dello stesso autore che con grande fantasia ha realizzato anche “Il didietro della passera”, stessa musica con protagonista il culo.

Perché l’unico umorismo concepibile sulle donne è quello di farle passare come esseri inutili con un corpo scomponibile nato per eccitare e soddisfare?

Mi domando perché le donne dovrebbero trovare divertenti le battute sessiste, misogine degli uomini, forse per non essere tacciate come femministe con poco senso dello humor?

Gli uomini sono invece così disponibili alla risata quando vengono messi in ridicolo, sanno prendersi in giro?

A me non sembra proprio e comunque la figura del maschio che corre dietro alla "passera", che sbava su tette e culi non è meno svilente. Insomma la donna non è altro che un buco creato per il divertimento dell’uomo con qualcosa attorno che la rende ancora più accogliente e desiderabile, lo stesso messaggio (secolare) di centinaia di campagne pubblicitarie e trasmissioni televisive, il modo in cui realmente viene considerato spesso il corpo femminile.

Può essere comico qualcosa che nasce e segue la stessa linea di una cultura che da secoli strumentalizza, schiavizza, uccide e stupra le donne?

A me proprio non fa ridere.
Se pensate ne valga la pena parlatene come sapete fare voi.

Saluti. Sara

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. Serbilla says

    Beh c’è anche-> Conos.Fiche, di Juan Manuel de Prada.

    http://www.anobii.com/…14077/01fb4d1274a39a9724/

    E’ un tema abusato, e sottolineo abusato.

  2. vittoria says

    Lo descrivo senza troppi giri di parole: c’era un disegnetto di cattivo gusto vicino alla ringhiera di una scala. Nel punto in cui il palo si infilava nel muro, ci hanno disegnato attorno una faccia di donna che prende in bocca questo palo. La vignetta recitava: “il palo non sa che in realtà è un uomo”.
    E qui…
    Un po’ di tempo dopo apparse sotto la scritta:”l’uomo non sa che in realtà è soltanto un palo”. Questa cosa mi fece ridere e non nascondo che provai anche una punta di soddisfazione vedendo quella scritta. Però… anche visto al contrario, sempre sessismo è.
    Era solo per farci due risate, insomma…Fatto sta che questo sta scarabocchiato su un muro e al gentiluomo di cui sopra gli hanno editato ben due libri.
    Decisamente di scarsa qualità, per nulla innovativo. Una che gli dava due schiaffoni nel muso non c’era, mentre scriveva?