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L’amore in italia

L’amore in italia, di Luigi Comencini, resta di una attualità sconvolgente. Ogni parola detta in questa intervista è stata per noi regola di comportamento. Nei piccoli centri siciliani possiamo dire che non è cambiato molto a parte il numero dei figli per problemi di tipo economico. Solo nelle grandi città la dimensione femminile ha assunto un livello in qualche modo evoluto. Le città sono attraversate da più culture, ci sono tante persone che vanno all’università, le stesse che poi ridanno fiato ai paesi se e quando riescono a non vivere in modo dissociato la dimensione universitaria e quella paesana.

Le nuove generazioni di siciliani convivono comunque con una mentalità che sopravvive nella battuta, nello scherzo, nei valori introiettati. Il fidanzamento ufficiale, la prima volta, la sessualità non libera delle ragazze, il possesso, l’amore come proprietà, tutte cose esistenti che si esplicitano nelle tante liti, nei femminicidi, nelle stragi familiari.

Quello che sopravvive è la "differenza" tra uomo e donna nel campo delle libertà. Sono ancora tante le donne che si sposano per sfuggire al padre e che si accontentano dei "divertimenti" che offre il marito. Per divertimenti si intende l’uscita serale, andare al mare, in vacanza, qualunque cosa in compagnia dei bambini. Cose che in alcuni casi le donne non possono fare se il loro padre glielo impedisce e che considerano una grande concessione ottenuta attraverso stratagemmi, richieste e gentilezze fatte al marito. Di fondo c’è la totale dipendenza economica dagli uomini, padri o mariti che siano.

Chi vive nel meridione queste cose le sa. Quel che è peggio è che questa mentalità non esiste solo nel meridione ma imperversa dappertutto e resiste grazie alla altissima cifra di gente "vecchia" in tutti i territori. Non ci fosse la geriatria al potere, non ci fosse l’immobilismo professionale e culturale che impedisce ai giovani e alle donne di emanciparsi e rendersi economicamente indipendenti forse non sarebbe così. Di fatto invece tutto è immobile a questo filmato di tanti anni fa.

Per capirci: qual è la critica più frequente che viene fatta oggi alle donne da maschilisti e vescovi?

"Le donne sono diventate esigenti e non apprezzano più il valore del sacrificio". Questo secondo la chiesa porterebbe ai divorzi e secondo i maschilisti giustificherebbe il femminicidio. Bello, vero?

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


2 Responses

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  1. Rossana Prezioso says

    vorrei aggiungere una cosa: i preti, MASCHI che hanno fatto voto di CASTITA’ (almeno in teoria), si permettono di dettare legge su GRAVIDANZA, SESSO E ABORTO argomenti sui quali l’unica voce in capitolo dovrebbe essere quella delle donne dal momento che non credo che ALTRI possano saperne qualcosa…

  2. Eruyome says

    davvero molto triste!

    Volevo complimentarmi con voi per questo meraviglioso blog,da giovane donna del sud sento e vedo i problemi sociali e politici che ogni giorno siamo costrette a sopportare!

    Non riesco a capire,perchè il maschilismo e il sessismo in Italia nonostante la globalizzazione,e quindi la possibilità d’informazione,sia ancora radicato nella mente di molti individui e sopratutto perchè in questo periodo sia addirittura in incremento!