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Morale e moralismo: a proposito di donne che sorvegliano certi comportamenti privati

Non è semplice provare a tirare le fila di un discorso quando tutto sembra cortocircuitare sotto l’influenza di una gigantesca monaca di monza che è simbolo ottocentesco del connubio ipocrita tra vizi e virtù.

Oramai non è importante quello che fai ma con chi scopi. Se poi lo dicono le rinverdite "femministe" del femminismo della differenza, quelle che dovrebbero fare una statua a berlusconi giacchè ha prodotto il loro risveglio altrimenti impossibile – tanto erano accomodate nella suola della scarpa degli spazi del potere, allora bisogna proprio crederci.

"Ha fatto bene a dimettersi" – ha tuonato la bindi – "berlusconi non si è ancora dimesso" – concludeva la donna per la quale repubblica ha raccolto decine di migliaia di firme.

Eccolo il massimo esempio di evoluzione del pensiero femminile: moralista e in cerca di capriespiatori che si immolino per la causa. Che poi marrazzo a me non è mai stato particolarmente simpatico. Lo punirei per incoerenza, per le sue innumerevoli affermazioni a tutela della famiglia, per la sua prudenza circa la lotta contro l’omofobia. Non mi sarei di certo aspettata che crollasse a causa di quella che lui ha definito "una debolezza".

Quell* che vogliono illudersi che l’aspetto culturale della vicenda possa essere archiviato giustificano l’autosospensione con i ricatti e insistono in questa linea sempre più gossippara e filostatunitense che accantona ogni responsabilità morale dei nostri rappresentanti istituzionali e ne rileva solo l’aspetto moralista dove il moralismo è roba di chiesa (capito dominijanni?).

Tante chiacchiere estive, tanta indignazione per i motivi sbagliati. Invece a me indigna che in italia vi siano condizioni per cui un uomo debba temere per la propria reputazione se va a gay, a trans, a escort. Non c’è mica nulla di male. Perchè mai allora in questo periodo siamo circondate da soggetti che battono la mano sul petto recitando il mea culpa?

Di questo passo finiremo per immaginare che ogni desiderio proibito sarà seguito da un fulmine e i/le savonarola del nostro tempo gireranno armat* di lanciafiamme.

Ma non era una cosa che noi donne dovevamo affrontare in termini di controcultura? Ma avete dimenticato che noi per prime in ogni fase della nostra vita privata e pubblica siamo state perennemente definite puttane, lesbiche, pervertite, frigide?

Sarebbe questa l’evoluzione antisessista della nostra azione politica? Spostare il giudizio moralista sui maschi per una questione di par condicio?

Dove sono le migliaia di donne indignate perchè tra i nostri rappresentanti istituzionali ci sono persone indagate, corrotte, mafiose, colpevoli di reati di ogni genere? Avete mai visto un rappresentante istituzionale che si dimette perchè è colpito da una accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso? C’è gente che con quel titolo ha fatto carriera ed è stata eletta in senato a vita. Perchè mai la questione morale di questo paese si è così tanto annacquata da necessitare lo spostamento da questioni di pubblico interesse ai vizi privati?

Solo una nazioncina, una italietta votata al linciaggio facile poteva reagire alla deriva culturale autoritaria ridando forza ad un moralismo che influenza innanzitutto la nostra vita ovvero quella delle donne.

Ma cosa credete, che tutto questo sia gratis? Che mentre lasciate che le donne favorite dai potenti siano chiamate a più riprese escort, zoccole, puttane, accompagnando tali dichiarazioni con una supponenza e un’aria di superiorità che personalmente mi rende tanto simpatiche le donne che hanno vissuto quei percorsi e molto meno quelle che le giudicano per via indiretta, voi restate esenti da critiche?

Dare del puttaniere al premier significa anche dare delle puttane alle donne. Dichiararsi soddisfatte mentre il pubblico maschile prende la parola sulle questioni che riguardano il corpo delle donne, tracciando linee di demarcazione tra le donne giuste e quelle ingiuste, quelle che la danno e quelle che no, quelle che mostrano il culo in tivu’ e quelle che no, è un modo per darsi la zappa sui piedi.

Sapete che c’è? Che a momenti mi sembrate tante signorotte acide che parlano di quelle svergognate quindicenni che attraversano la strada con il pantalone a vita bassa e la mutanda ben in vista. Perchè è chiaro che le donne in fondo custodiscono quel non so che di antipatico che all’occorrenza le fa diventare maestrine tutte in fila ad insegnare alle altre come vivere una vita moralmente impeccabile.

Quante sono le donne che non hanno avuto un papi? Quante tra quelle tanto indignate sono completamente estranee a dinamiche di relazione non corretta con un proprio superiore? Quante hanno subito molestia? Quante hanno avuto una storia? Quante sono state amanti del capo per poi essere elette membri della dirigenza di partito?

Storie che tutte conosciamo. Private, pubbliche. Pettegolezzi, così li abbiamo sempre giudicati. Era un pettegolezzo che la signora tal dei tali aveva una relazione con il segretario regionale di partito e per questo era stata candidata e eletta. Era un pettegolezzo che il politico tal dei tali una volta eletto parlamentare a roma si era portato appresso la sua segretaria promuovendola a nuovo incarico per poterla frequentare lontano da moglie e figli rimasti al paesello.

Storie di destra. Storie di sinistra. Storie di centro. Storie di preti e di mangiabambini. Pettegolezzi che riguardano tutti perchè i maschi di sinistra non sono meno sessisti di altri. Tutti egualmente esecrabili. Come quello che mise le mani addosso alla sua dipendente e quell’altro che informato dell’accaduto disse che per il bene del partito era bene non denunciare, non fare niente. La dipendente fu licenziata e i due continuarono la loro felice carriera politica. Accadeva a sinistra e di queste storie ne ho sentite altre ma mai nessuna "donna di partito" ha alzato la voce per discostarsi dalla linea e urlare allo scandalo.

Quando è successo che per noi il personale/politico si trasformasse in un giudizio così pesante da impedire ad una persona di continuare a mantenere una carica pubblica per via delle sue scelte private?

Perchè mai abbiamo fatto in modo che a guidare la nostra morale dovesse essere rosi bindi, la binetti e tutti quelli come loro?

Una cosa è smascherare l’ipocrisia, un’altra è diventare come l’america puritana che chiederebbe le dimissioni del presidente se scopre che si fa fare un pompino da una stagista.

Cos’è più importante? Che io sia una persona che amministra in modo onesto o che nel mio privato faccia orge pazzesche?

Attualmente qual è l’elemento di crocifissione?

Berlusconi dovrebbe andarsene per altri motivi. Marrazzo dovrebbe essere felice qualunque sia la scelta sessuale che fa. Chiunque deve avere diritto di vivere come vuole e con chi vuole.

E ora, dopo che per mesi ci siamo sorbite la criminalizzazione delle escort e delle papi-girls, dovremo sorbirci anche quella delle trans.

Mi raccomando, donne del pd e femministe della differenza, continuate a mostrarvi crucciate e scandalizzate senza mai dire che "trans" non è peccato, che non è "debolezza", che non è "malattia", che non è "sbagliato". Continuate così e appena crocifiggeranno voi perchè uscite tardi la sera senza vostro marito poi vorrò vedere chi sarà a difendervi. Continuate a parlare di sessismo dirigendolo in un’unica direzione come se non fosse un male nazionale che riguarda anche i luoghi nei quali avete vissuto.

La cultura dell’indignazione per i comportamenti privati si costruisce in tanti ed è peggio se a sostenerla vi sono donne ritenute autorevoli, cui gli uomini, non a caso, danno voce. Godetevi il momento, perchè quando giungerà quello in cui vorrete dire che vi siete sbagliate nessuno più vi inviterà a fare il giro del talk-show televisivi. 

Poi mi direte se non c’è una correlazione tra tutto quello che ho appena scritto e quest’altra cosa qui [Leggi].

—>>>immagine da Killing Bambi  

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


13 Responses

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  1. emanuela says

    http://www.corriere.it/…-a7c3-00144f02aabc.shtml
    Ci risiamo.
    Si parte con la dominazionedelledonne, tutto attaccato che ormai l’abbiamo sdoganato sui vari quotidiani nazionali e per la stagione autunno-inverno è il prêt à penser che tira.
    Dunque… dopo aver scherzato un po’ sullo choc di noidonne alla scoperta delle variegate preferenze sessuali degli uomini, l’attacco è di quelli alla giugulare: l’identità. Chiariamo subito che l’identità non è una e trina, è una! L’avete capito che è una e basta? Qualcuno glielo dica a Rosy Braidotti per favore.
    Chiarito il punto di partenza andiamo avanti e sia immediatamente altrettanto chiaro che: se un uomo decide di avere un rapporto con una transessuale non si può ragionevolmente e cristianamente pensare che si tratti di una scelta dettata dalle sue naturali, naturalissime, predilezioni in materia sessuale. Infatti: “Ma forse non è tanto, riduttivamente, questione di essere o non essere gay”. Per essere più chiari: noi abbiamo la casella per gli uomini che fanno quelle cose lì, sono gay, ma qui non si tratta di metterli nella casella bensì di salvarli.
    E qui sfonda una porta aperta no?L’inclinazione sessuale di una persona è riduttiva, voglio dire: se il sistema patriarcale prescrive che gli uomini debbano penetrare, dolorosamente se possibile, le donne e punto e basta, tutto il resto è riduttivo o no? E smettiamola con elucubrazioni inutili per concentrarci sulla questione veramente importante.
    Essendo il rapporto con una transessuale una patologia e non una scelta, dov’è si trova l’errore? Il virus che fa ammalare il sistema perfetto dov’è? Forza dai, non è facile ma forse ci arriviamo…

    “Non varrebbe la pena di pensarci un po’ su? Dispensatrici di bellezza e di gioia, le donne hanno rinunciato per sempre a questa prerogativa divina? Valgono questo prezzo, i loro strepitosi guadagni?”
    Ora banalmente due considerazioni: la prima è che la mia personale prerogativa divina è dispensare bellezza e gioia a me stessa, non sempre ci riesco ed ho iniziato pure da poco (dato che come quasi tutte sono stata socializzata a pensare prima all’Altro), ma questo è quanto e non ci voglio ripensare neanche un minuto, grazie comunque per l’interessamento.
    Seconda considerazione, se per strepitosi guadagni si intende la possibilità di lottare per quello che sono pur tra mille difficoltà e col rischio che finisca comunque male, allora sì ne vale la pena. Infine, e qui cambio argomento, perché ogni volta che si parla delle trans, degli omosessuali e pure delle splendide donne 50enni il paragone si fa sempre con le donne non ancora in menopausa? Non si potrebbe dire un po’ meno sono meglio di? E un po’ di più io sono questo e quello e molto altro che non so ancora.
    Per non dimenticare Carole Roussopoulos ed il piacere di lottare che trasmettono i suoi documentari: « (…) c’est un grand bonheur et une grande rigolade de se battre ! Nous avons toutes à gagner de lever la tête, tout le monde, tous les opprimés de la terre ».

  2. CloseTheDoor says

    A proposito della questione transessualità e moralismi, segnalo una bellissima lettera di una transessuale pubblicata sul Messaggero, che contribuisce a fare un po’ di chiarezza sull’argomento e denuncia l’arretratezza culturale italiana

    http://www.ilmessaggero.it/…36&sez=HOME_MAIL

    Segnalo inoltre un fatto scandaloso relativo allo stupro di Montalto: il sindaco del paese, Salvatore Carai, ha stanziato circa 20.000 euro di budget comunale per pagare le spese legali degli 8 imputati (di cui uno pare sia suo nipote),mentre no ha fatto nulla per la vittima. Sempre Carai ha dichiarato che gli 8 imputati “non sono mica rumeni, che hanno lo stupro nel sangue”. Carai è stato candidato nella lista di Bersani alle primarie PD. Un gruppo FB ne chiede l’espulsione http://www.facebook.com/…159449326215&ref=mf

  3. rosa says

    http://www.informazione.it/…e-commesso-da-rumeni

    ti segnalo una cosa schifosa sul caso di montalto

  4. Dimitri says

    Bellissimo blog, incontrato per caso e salvato tra i miei preferiti.. lo seguirò con interesse e piacere.
    Ciò che, ad una rapida rassegna degli ultimi post, mi colpisce è la lucidità e la chiarezza di un punto di vista che mai si smarrisce nel percorrere i fatti del giorno. E non posso che far mia la spietatezza del tuo sguardo nel riconoscere la dolorosa retroguardia delle donne stesse. Tuttavia cerco di capire con la poca lucidità che posso, la lucidità di un uomo che fatica a riconoscersi nel suo territorio e nelle sue relazioni, dove si origini il cortocircuito mentale che dà luogo ad una chiusura degli orizzonti anche da parte di quelle che chiami le “femministe della differenza”. Penso ad alta voce e quindi chiedo dialogo in questo, non sono certo di nulla; ma penso che il problema sia un eccesso di attenzione alla cultura ed ai suoi modi di espressione. La convinzione che le forme culturali non siano già espressione di rapporti sociali determinati ma che siano esse stesse determinanti nella formazione dei rapporti sociali. Del resto tu stessa dici che Berlusconi dovrebbe andarsene per altri motivi. Che c’importa dei suoi incontri privati? E se fosse padre e marito amorevole e fedele sarebbe per questo più autorevole come uomo di stato? Le femministe della differenza nel tempo hanno elaborato un concetto prezioso (per tutti, anche per gli uomini), il concetto dell’obliquità femminile, ed indirettamente della impossibilità della complementarietà, il senso e la forza della singolarità femminile e della sua specificità. La coscienza storica della condizione femminile, l’autocoscienza di genere, mai dissociata dalla critica delle formule identitarie tutte (non solo quelle maschilistiche giacché è la dittatura dell’identità il problema) permette ed ha permesso a molte donne di concepirsi come “divenire” e come autonomo e creativo processo di soggettivazione. Ciò riguarda anche gli uomini, e riguarda anche me. In questo divenire siamo percorsi tutti, siamo questo stesso divenire, e mi domando se non occorra un salto ulteriore oltre la definizione del proprio criterio di bellezza. Perché essere una trans o una prostituta non è così diverso dall’essere una parlamentare donna più o meno scandalizzata dai vizi privati di un collega maschio. Non c’è controrappresaglia che tenga se restiamo al livello del costume. Perdonami se le mie parole possono apparire grossolane, lo sono per mancanza di stile e capacità di scrittura, ma finché non chiariamo (o non chiarisci) il senso reale del tuo punto di vista, per quanto tu non sia e non voglia essere moralista, la discussione sarà sempre e soltanto una discussione moralista. C’è al fondo un problema di classe, questi fenomeni non sono avulsi da un contesto d’autentica putrefazione capitalistica. La trans brasiliana e Rosy Bindi sono esiziali nella nostra volontà e desiderio di felicità e in se stesse lontane da ogni forma di liberazione personale e sociale. Se ci fermiamo alla cultura la Bindi merita altrettanta compassione e rispetto. Se invece il problema è inventare nuovi modi di stare assieme, di amare ed esperire sé e gli altri, e il mondo, se il problema è abolire la realtà politica presente e liberare e liberarci dalle catene imposte al desiderio.. allora si dica senza paura che morta l’Identità sono morte anche le identità, che identità è ipso facto un surrogato, un niente. Che uno stato che garantisse alle donne piena libertà d’espressione borghese, piena libertà d’azione e d’impresa, piena protezione sociale non sarebbe comunque lo stato che vogliamo. Si dica che non v’è libertà di genere fuori da una libertà di classe. Si dica che gli uomini (eterosessuali o meno) hanno bisogno di donne libere per essere felici e che uomini e donne debbono potere desiderare la fine dello sfruttamento umano e debbono poter pensare ai mezzi concreti per raggiungere questo scopo. Dire che in una società borghese ogni conquista delle donne è soltanto una nuova acquisizione dell’ideologia della classe dominante..non intacca la sostanza di una posizione di subalternità.
    Dico questo perché il limite di molte tra le femministe della “precedente generazione” risiede nel convincimento che la libertà delle donne consista nella possibilità d’esposizione di sé nel teatro pubblico delle relazioni politiche, riducendo il problema ad una rivendicazione, anche raffinata, delle proprie possibilità. L’idea cioè che la libertà si realizzi accedendo al luogo (basso o alto che sia) del mettere in mostra la propria carne, il luogo dell’agone, della parola.. e della bellezza. A mio avviso non c’è contraddizione tra questo esito di pensiero e le derive sessiste della comunicazione di massa e soprattutto di certi fenomeni di introiezione dei modelli maschilisti o ancor peggio d’autentica reazione femminile al pensiero femminista. Desidero un mondo che non c’è e ho sempre pensato, non da solo, che le circostanze della storia facciano sì che alcune o alcuni abbiano la responsabilità di dover accendere la miccia che faccia deflagrare un mutamento. Ora tocca alle donne se sapranno iniziare da sole e coinvolgere via via gli altri in una trasformazione che non è e non deve essere un pianeta Donna ma la nostra terra da tenerci stretta, tenendoci stretti prima che ognuno prima o poi perda tutto quanto.

  5. Emanuele says

    @ Eva
    su prostituzione e libera scelta ci sarebbe da discutere a lungo.
    E’ corretto dire che una escort che viene pagata 5000 euro per una prestazione (come leggevo stamattina a proposito del trandessuale in questione) è sfruttata?
    Non saprei cosa rispondere, ma allora un cococo che si fa 50 ore a settimana per 800 euro mensili non è anche lui usato come un oggetto?
    Se mi proponessero di fare sesso per cinquemila euro sarei ben lieto di farmi sfruttare

  6. Mario says

    Secondo me silien ha ragione e il senso morale di cui parla eva t ce lo abbiamo un po’ tutt*. Non è scritto in un libro sacro e non esiste un Custode che lo riceve dalla bocca di Dio, ma tutt* abbiamo una coscienza e una morale, che dobbiamo declinare in senso laico. Però nel caso Marrazzo il problema riguarda la ricattabilità, la disponibilità a pagare per mettere tutto a tacere, anche il teatrino per cui al telegiornale lo vediamo mentre va all’ospedale per far vedere che sta male (così può rimettere il proprio mandato nelle mani del suo vice anziché andare a nuove elezioni; non dico che nuove elezioni sarebbero positive, dico che vedere ‘sta roba in tivù…). Il problema riguarda anche, come dice ancora eva t, che nella prostituzione «se una persona viene comprata diventa un oggetto». Ma lì, per come la penso, è una questione di libera scelta o costrizione/schiavitù. Io non conosco Marrazzo e non so in che termini fosse la sua relazione a pagamento, ma qualora non vi sia sfruttamento, allora QUELLA mi sembra una cosa privata, limitatamente alla sfera sessuale o affettiva, non ai ricatti o quant’altro. Come ho già detto, nell’enfasi mediatica data alla vicenda quando ancora l’interessato non aveva ammesso niente io vedo il tentativo di Berlusconi e della destra di far passare per normali le notti di villa Certosa. «Così fan tutti», potrebbe giustificarsi il presidente del consiglio. E invece no, perché le sue amicizie finiscono in lista, quelle di Marrazzo no. Sull’ipocrisia sono d’accordo con Emanuele.

  7. silien says

    “Cos’è più importante? Che io sia una persona che amministra in modo onesto o che nel mio privato faccia orge pazzesche?”

    sembra uno di quei sondaggi-tv: “Internet: Sì o No?”
    che significa?!

    un politico che al primo ricatto mette la mano in tasca e paga, per me non può amministrare nemmeno un condominio da 3 appartamenti.

  8. eva t says

    Mi dispiace non sono d’accordo.
    Non sono d’accordo nel lasciare che la morale sia esclusivo appannaggio della religione.
    Non è una questione di preferenze sessuali.
    Non sono d’accordo nel non condannare la prostituzione. Se una persona viene comprata diventa un oggetto. Il sesso a pagamento viene “preferito” perchè non dà responsabilità.

  9. Emanuele says

    Vero però è anche che non si può andare a predicare al Family Day quando poi si conduce per primi una vita completamente diversa. Il privato dovrebbe restare privato, ma questo non vuol dire avere libertà di ipocrisia, cioè faccio quel che mi pare ma lo proibisco agli altri, come mr Casini che predica contro il divorzio.
    Forse sbaglio ma credo che sia giusto un po’ ficcare il naso nei politici che si basano su certi valori, nel caso di Berlusconi c’era invece la questione dei favori politici che è ben diversa.
    Nel caso ad esempio di Boffo si è fatta una prevaricazione, mettendo in piazza i suoi affari privati: è anche però vero che un ultracattolico con una denuncia per molestie dovrebbe far riflettere i suoi lettori.
    Poi non è certo una novità che il nostro paese sia uno dei più ipocriti e bigotti..

  10. Mario says

    Brava! Un amministratore pubblico non può essere ricattabile e tutto quel che si vuole, ma non possono essere le vicende private a mandarlo a casa. Non possiamo, tra tutti i nostri guai, diventare pure MORALISTI! Io ho scritto un post nel quale cerco di mostrare la differenza tra la vicenda di Marrazzo e quelle di Berlusconi proprio mettendo in luce la loro opposizione sul fatto che la prima è privata, la seconda pubblica, perché il (poco) Cavaliere è il motore di un sistema di corruzione che mette chi gli fa favori (sessuali o meno) in lista e in tivù, Marrazzo no.
    http://mariobadino.noblogs.org/…izie-dal-regime.
    Per me si tratta del tentativo di mettere tutto nello stesso mucchio di panni sporchi: i guai di Berlusconi e quelli degli altri, da Marrazzo, a Boffo, ecc INDIPENDENTEMENTE dalle loro effettive responsabilità (che in alcuni casi ci sono, a cominciare dall’ipocrisia).

  11. Anna says

    Bel post, davvero. Fa riflettere, specie il passaggio;”Sarebbe questa l’evoluzione antisessista della nostra azione politica? Spostare il giudizio moralista sui maschi per una questione di par condicio?” che la dice lunga sulla bigotteria di base di questo paese e su alcune femministe – specie della generazione precedente – che se la suonano e se la cantano da anni senza porsi domande fondamentali, tra le quali alcune che tu ti fai nel post. Io comunque aspetto che Berlusconi salti su dicendo che almeno lui va con “donne vere” invece che con dei “freaks” come fa Marrazzo.

  12. Anna says

    Ciò che è grave nella vicenda Marrazzo è che un uomo delle Istituzioni abbaia ceduto al ricatto. Da un uomo che rappresenta cittadini pretendo che sappia reagire verso delinquenti e guappi ricattatori. Come si può pretendere che i cittadini denuncino i ricatti camorristici, mafiosi e della ‘ndrangheta vedendo questo spettacolo di debolezza nei confronti dei camorristelli in divisa.
    Ci vuole un minimo di decenza e coraggio nella vita. Il giudice Livatino si spogliò di ogni carica anche innocente che potesse in qualche modo metterlo in imbarazzo, quello stesso Giudice un giorno si e l’altro pure veniva violentemente attaccato da Cossiga, che si nascondeva dietro la carica Presidenziale, Livatino venne ammazzato dai mafiosi. Che dire per Livatino cattolico ma integro uomo delle Istituzioni da cittadina laica e non cattolica provo rispetto epr Marrazzo no e chiaramente non perchè “andava a trans” (che brutto modo di dire)

  13. isaroseisarose says

    Secondo Marrazzo ha fatto bene ad andarsene. Primo, perché non voglio che chi governa sia ricattabile da chiunque abbia la tal videocassetta in mano; secondo perché voglio che chi governa si rivolga alla polizia quando è ricattato, terzo perché sì, nello scandalo sessuale era opportuno segnare una differenza rispetto a Berlusconi.
    Da un punto di vista culturale, poi, il dato allarmante è che viviamo in un Paese in cui è più grave andare con un trans che con una minorenne. Ma questo lo sapevamo già, vero?