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Il potere di abusare

Dalla lista sommosse. Per approfondire leggi su Macerie.

Care tutte,

martedì 13 ottobre hanno chiuso il processo di primo grado contro i detenuti e le detenute che hanno partecipato alla rivolta contro l’approvazione del pacchetto sicurezza nel CIE di via Corelli a Milano. L’infame repressione ha impartito condanne dai 6 ai 9 mesi a le/irivoltose/i, concedendo una sola assoluzione.

Nel corso del processo una reclusa, Joy, ha trovato il coraggio di denunciare la violenza che (avrebbe) subito da parte dell’ispettore-capo del CIE, il suo maledetto carceriere: signore e padrone in un territorio d’eccezione come quello del CIE è libero di disporre dei corpi delle recluse e dei reclusi come e quando vuole.

Dai racconti di Joy e della sua compagna di cella, ora accusate di calunnia: Quella notte l’ispettore-capo entra nella sua cella e le si getta addosso palpeggiandola. Già nei giorni precedenti l’ispettore le aveva promesso la libertà in cambio di un rapporto sessuale, ma i suoi ostinati e ripetuti rifiuti concentrano l’attenzione repressiva contro di lei e contro le ragazze della sezione. Anche quella notte Joy urla e si oppone con tutte le sue forze alla violenza dell’ispettore capo. Una sua compagna di cella interviene per aiutarla e le grida delle ragazze richiamano l’attenzione del direttore della Croce Rossa, il quale entra e caccia il dirigente Cie. Scoppia la sommossa, il CIE brucia, le forze predisposte a sedare la rivolta intervengono.

Le ragazze della sezione, come gli altri ribelli, vengono ammanettate, immobilizzate, ripetutamente manganellate e Joy riceve un pugno in faccia proprio da quel bastardo carceriere. Questo è solo uno dei racconti che riguarda la violenza della prigionia per le donne migranti, altri sono emersi in parte e altri ancora verranno soffocati dal silenzio che costringe ogni giorno le migranti alla violenza razzista e sessista.

Hanno legiferato costruendo la paura e l’odio e hanno protetto la sicurezza dei ricchi in modo da consentirgli che potessero continuare a sfruttare i poveri.

Abbiamo urlato insieme la nostra rabbia contro la violenza maschile sulle donne rifiutando ogni forma di controllo e l’utilizzo dei nostri corpi per la creazione di stereotipi razzisti. Dentro ai lager si ribellano, ora tocca a noi supportare la lotta di chi è costretta alla violenza in quanto donna e migrante.

Vi proponiamo d’incontarci tutte, giovedì 22 ottobre alle 21.30, all’exSnia, in via Prenestina 173, Roma.

Le grida soffocate dalle gabbie dei lager di stato saranno la nostra rabbia…

Contro il razzismo e il sessismo, siamo tutte clandestine!

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali.