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Se il bondage viene usato in pubblicità

Un articolo del corriere veneto riporta la seguente notizia (grazie alla segnalazione di claudio):

Lo spot suggerirebbe una violenza sessuale. E Londra «censura» la nuova campagna pubblicitaria dei mosaici Bisazza, firmata da Nobuyoshi Araki. Secondo l’authority britannica, che ha imposto il bando in tutto il Regno Unito, mostrando l’immagine di una geisha legata da una corda, lo spot dell’azienda vicentina suggerisce che un qualche tipo di violenza sessuale «è avvenuta o sta per accadere». Lo spot Bisazza, realizzato dal noto fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, era stato pubblicato su svariate riviste britanniche di arredamento ed aveva attratto sei lamentele ufficiali.

L’Advertising Standards Authority si è schierata dalla parte del pubblico ed ha concluso che la geisha, legata seguendo una disciplina del bondage giapponese chiamata kinbaku, «veniva mostrata in una posa sottomessa, era visibilmente turbata e veniva mostrata con il kimono alzato per rivelare la coscia». Bisazza si è difesa dicendo che le immagini della geisha erano «artistiche» e che non contenevano «nudità, allusioni, ferite o scene di perversione eccessiva», ma non potrà ripubblicare lo spot nel territorio di Sua Maestà britannica.

 

Innanzitutto notate come il corriere rivela l’amor patrio mentre parla di "censura" in terra straniera di una pubblicità utile ad una azienda italica. Da chiedergli come mai non usa mai lo stesso termine quando si parla di trasmissioni televisive che non piacciono al premier.

A prescindere da tutto ciò però, per carità, il bondage è una raffinatezza in confronto ai culi e alle tette spiaccicate in faccia alla gente ben esposti nei cartelloni delle città ma qualcun@ dovrebbe spiegarmi che c’entra la geisha, il cui ruolo di sottomissione rispetto all’uomo apre aspettative inverosimili per la nostra cultura maschilista, annodata in bondage con i mosaici. Non mi pare ci sia un problema di stupro quanto di errata interpretazione di una pratica sessuale non pubblicizzata quanto quella dei tanti utilizzatori finali che rivestono cariche pubbliche nel nostro paese. Mi sfugge comunque il motivo per cui una pratica sessuale in cui qualcun@ sceglie di affidarsi ad un esercizio di "sottomissione" debba essere associata alla vendita del mosaico.

La prossima volta fateci vedere un uomo dominato da una mistress in una pubblicità per la vendita di carta da parati, per favore.   

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Claudio says

    Non voglio prendere meriti non miei: non ho fatto io la segnalazione, dev’essere stato qualche altro Claudio, ma ti/vi ringrazio comunque per il pensiero 😀