Io non so perchè ma ogni volta che leggo comunicati stampa delle donne del "telefono rosa" identifico tutto con la faccia della criminologa donna-immagine a portata di programmi pomeridiani in tv e di passaggi a "porta a porta".
E’ una sensazione abbastanza fastidiosa perchè l’identificazione mi sa di normalizzazione. Ogni volta che ella appare in tivu’ sembra fare affermazioni in controtendenza e invece è perfettamente adeguata all’arredamento degli studi televisivi, lampadari compresi.
Soddisfa l’obiettivo, quattro frasi studiate per apparire specialiste del settore e una innumerevole quantità di luoghi comuni sparati come fossero un mantra.
Ritornano in pista con l’affermazione del secolo: "ridimensionare gli stipendi di tutti per dare soldi alla polizia". Non più soldi alle donne per aiutarle a vivere e a essere indipendenti dagli uomini. Non più soldi alle precarie. Non più servizi. Non più attenzione. Non più investimenti nell’autostima delle donne. Non più "autodifesa". No. Più cultura securitaria, più delega ai simboli del patriarcato, più machismo per tutte, più paternalismo, più maschio buono contro maschio cattivo mentre le donne stanno a guardare. Sagace il passaggio contro la giustizia fai da te che non si capisce se sia riferito alle ronde (speriamo di si) o se si riferisce alla volontà di reagire delle donne.
Cosa dovrebbero fare le donne a parte mollare un pezzo del loro miserrimo stipendio per pagare quello di un tizio che indossa la divisa?
Secondo il telefono rosa dovrebbero:
– uscire solo di giorno e preferibilmente quando c’è una affollata processione per la festa del santo patrono. Per le palermitane, tranquille che nei giorni del festino per santa rosalia i maschi si congelano il pisello e non vi faranno più la mano morta, non vi proporranno di riaccompagnarvi a casa per mettervi le mani addosso e soprattutto non vi violenteranno in casa vostra, quella in cui vivete insieme. Della serie che se per sfiga vi capita di rientrare tardi dal lavoro e vivete in una casa di periferia ovviamente è doveroso da parte dello stupratore penetrarvi con gusto ed è doveroso da parte vostra lasciarli fare perchè, cazzo, è proprio colpa vostra.
– indossare soltanto abiti medioevali completi di cintura di castità, radersi i capelli a zero, morire di freddo d’inverno o indossare un burka al posto della sciarpa, non parlare mai al telefonino, non distrarsi mai e tenere l’occhio fisso a pupilla rigida, in stile mara carfagna, dritto avanti a voi con mire di sguincio laterali e capacità retrospettiva con appositi specchietti retrovisori applicati sul culo. Se non fate così, certamente, è colpa vostra.
– dimenticate la storia del telefonino e riprendetelo in mano perchè la terza regola presuppone che voi lo teniate come prolungamento dell’arto con capacità di scatto del pollice che dovrà fare un numero che risolverà il problema in un lampo lampante. A parte l’evidente schizofrenia tenete ben presente che nel mondo fantastico del telefono rosa i telefoni non vi mettono mai in attesa e non vi diranno mai che quel numero è irragiungibile. Soprattutto nel tenero mondo di stupropoli immaginato da TR lo stupratore vi dirà "ma prego, faccia pure" restando in attesa fino a telefonata compiuta. TR, non sazio, insiste: dovrete essere attentissime, sigillarvi in auto anche se state cercando parcheggio giusto nella giornata del lavaggio strade, munirvi di radar per captare ogni foglia in movimento. Se non somigliate ad una supereroina spaziale con missili montati al posto delle tette e lame rotanti al posto delle braccia, ogni cosa che vi accadrà sarà colpa vostra.
– dovete immaginare di essere un montacarichi, un servizio traslochi e la vostra borsa dovrà contenere cemento armato. Portatevi dietro un ombrello anche in agosto e non importa se sembrate delle totali deficienti. Lo ha detto telefono rosa e voi eseguirete. Dovete tenere una posa da giovane italiana della Xmas e dovete marciare invece che camminare. Dovete avere l’accortezza di accompagnare il carico di ombrello, cemento armato, tenuta medioevale in metallo comprensiva di cintura di castità, radar e missili con una sirena da attivare mentre provate a fare tutte le altre cose. Riassumiamo: telefonata, abbigliamento, pettinatura e portamento da militare delle SS, trasporto carichi pesanti e attivazione sirena. Se non dichiarate la resa a questo punto non lo farete più.
– dovete ricordarvi di fare tutte le cose elencate e con l’unica parte del corpo rimasta libera e inattiva (il sopracciglio?) potrete colpire il vostro aggressore. Preferibilmente con una quadrupla mossa d’acciaio agli occhi, alla gola, alle ginocchia e alle palle. Una perfetta ninjia non potrebbe fare meglio di voi. Dovete anche urlare "NO", mollare telefonino, allarme, ombrello, borsa con carico di cemento e mettere le mani avanti a voi. A questo punto fate gli occhi a pazze e gridate "Al fuoco!" perchè secondo quelle del telefono rosa le zero persone che si troveranno nel luogo deserto e nel corso della notte, condizioni che abbiamo deciso essere le uniche in cui possono avvenire gli stupri, potranno rispondere atterrite ed accorrere per arruolarsi nei vigili del fuoco.
Avete presente tutte le sciocchezze descritte fino ad ora buone solo a farvi sentire colpevoli anche di respirare? Era tutto uno scherzo. L’ultimo punto delle TR dice che vi stupreranno lo stesso e quindi vi recita cosa fare dopo.
– sebbene siate in luogo deserto, al buio, cariche come muli, con campanelli che suonano in ogni dove e le tette/missili sganciate nel tentativo di reazione contro lo stupro dovete cercare a tutti i costi di non restare da sole e in silenzio. Urlate moltissimo e fate amicizia con i pali della luce, anche i cespugli vanno bene. Se qualcuno vi butta in testa un secchio d’acqua per farvi stare zitte non temete perchè si tratta di un ottimo segno di avvenuta socializzazione. Restate luride e cercate un medico della asl che sia reperibile. Se al pronto soccorso vi diranno di non essere attrezzate per visitare la moglie di gig robot d’acciaio non demordete. Potete sempre minacciarli di abbattere l’ospedale. Prendete la vostra tenuta medioevale e la cintura di castità e conservatele in un sacchetto. Fatevi rilasciare un certificato di "colpa" in cui si dichiara che voi non avete seguito alla lettera i comandamenti delle TR e dunque vi siete fatte stuprare. Fatevi immortalare per i posteri, riflettete sei mesi prima di denunciare (ma non si era detto che non dovevano restare in silenzio?) e state ben attente a non lasciarvi sfuggire il nome dello stupratore. Non sia mai che lo identificassero. E come si farebbe a crocifiggervi se ci fosse il carnefice a fare da caproespiatorio?
Grandi complimenti alle TR e una avvertenza per voi: pretendete di andare ovunque, vivere, respirare, amare, vestirvi come vi pare, sempre. Lo stupro non avviene mai per colpa vostra.
—>>>Decalogo per donne stuprate
—>>>Dodecalogo per donne NON stuprate
Ps: io sono d’accordo con la Aspesi, l’arte non copre le responsabilità di uno stupratore. La cultura non è una scusa per molestare le ragazze e le donne. "Questo non è sessismo ma è arte" è la idiozia più immonda mai pronunciata. L’artista che stupra è una costante. L’artista che giustifica lo stupro facendolo passare per arte è uno stupratore peggiore di molti altri. Non dimentichiamolo: ci sono registi che pretendono sesso dalle proprie comparse, editori che se sei femmina non pubblicano un libro se non gliela dai e la lista potrebbe continuare.
Segnalazioni:
– Qui potete leggere una recensione del libro "La paura degli uomini". Forse può interessarvi.
– Qui potete leggere l’intervista che Beatrice Busi ha fatto ad una di noi per parlare di Femminismo a Sud su L’Altro. Se pazientate condivideremo il testo scritto non appena lo avremo copiato.
– Qui una bella intervista fatta a Monica Pepe a proposito di Zeroviolenzadonne.it. Idem come sopra.
—>>>Immagini tratte dalla campagna "Sicure che basti" di Sexyshock e Comunicattive
Brava! sono completamente d’accordo con te.
Aggiungo solo questo: l’affermazione di TR “Occorre mettere in secondo piano le divisioni ideologiche” chiude il quadro, sa di mano tesa alla ministra alle pp.oo.!