In francia presentano una proposta di legge per combattere l’immagine distorta dei corpi femminili che viene prodotta da migliaia di foto ritoccate con appositi programmi di grafica usati per correggere ogni minima imperfezione. Abbiamo già parlato varie volte degli effetti della tirannia estetica. La proposta francese arriva a immaginare una avvertenza per ogni immagine nella quale si dovrebbe specificare che è stata ritoccata. Ci chiediamo però come bisognerebbe fare quando ad essere ritoccati sono i singoli fotogrammi di qualunque trasmissione tivu’, qualunque video, film, telefilm, pubblicità televisiva. Dovrà comparire un display costante in sovraimpressione? Chi lo sa.
In italia invece parte la campagna dell’Udi sicilia "La pubblicità dei cartelloni si può spegnere?". La proposta viene fatta propria dall’amministrazione comunale di Niscemi, cittadina recentemente teatro dello stupro di gruppo e del femminicidio di Lorena Cultraro, nella quale tutte le parti in causa si chiedono in più modi come fare a non promuovere cultura dello stupro. Il riferimento ovviamente va alle pubblicità sessiste nelle quali le donne assumono il ruolo di oggetti.
Ogni iniziativa ovviamente ha una sua validità. Noi riteniamo che delegare l’azione di rimozione di un cartellone non serva a rimuovere il sessismo dalle teste di chi lo concepisce e continua a divulgarlo. Riteniamo invece sia molto più utile una azione collettiva di sovversione comunicativa, con pennarelli, striscioni, dibattiti e una produzione alternativa che proponga un’altra estetica più affine a noi. Perchè a noi non interessa coprire le donne, ma ci interessa che possano continuare a spogliarsi senza dover indossare il burqa di una estetica imposta, contraffatta dai programmi di grafica, non corrispondente al 95% della popolazione mondiale. Rimuovere un cartello non è come modificarlo, farlo diventare veicolo di per se stesso di un messaggio ulteriore. Così come censurare i programmi televisivi in cui le donne sono considerate oggetti non avrebbe suscitato lo stesso dibattito promosso grazie al documentario "Il corpo delle donne" che di quei programmi ha dato una lettura alternativa.
Quello che vogliamo dire è che non serve cancellare quello che esiste a meno che non sia il revisionismo di pagine, mezzi, strumenti collettivi. Serve una offerta alternativa che modifichi l’immaginario e che orienti la cultura in senso differente. Serve il coinvolgimento in azioni dirette di tutte le donne e gli uomini che sono stanchi e stanche di vedersi rappresentati in modo sbagliato, non corrispondente alla realtà, per motivi commerciali.
Il punto vero non è la pubblicità ma quello che sta all’origine della questione ovvero l’utilizzo dei corpi per vendere, persuadere, fare cambiare idea, indurre persino a dare un voto alle elezioni. Come si fa a spegnere tutto questo? Come si fa a spegnere con un solo click una mentalità che è responsabile di stupri e violenze e che mostra in tutta la sua drammaticità l’assoluta mancanza di etica del liberismo economico interpretato dalle aziende, dalle imprese, dalle corporations?
Non si può senza una proposta alternativa. E la proposta alternativa noi crediamo non sia affaticarsi a spegnere tutto lo spegnibile. Ci sembra energia sprecata. Molto più fruttuoso riempire le strade, le riviste, la televisione, il web di altri contenuti. Molto più fruttuoso sfruttare un logo esistente per sovvertirlo e farlo diventare suo malgrado veicolo di un messaggio completamente diverso.
In conclusione due passaggi per segnalarvi un paio di cose sulle quali riflettere: i dieci anni del Vday, le giornate dedicate alla vagina e celebrate con il supporto dei Monologhi della vagina di Eve Ensler, la quale dopo aver girato per il mondo conoscendo tantissime donne vittime di ogni tipo di violenza maschile conclude che la violenza contro le donne è una cosa sistematica perciò decide anche lei di chiamarlo Femminicidio.
La pillola ru486: la roccella si appenderebbe a testa in giù pur di non farla passare e il pd non si oppone anzi un autorevole membro del partito fa parte della commissione di indagine creata apposta per abortirla sul nascere. Dagli spalti, come fosse l’ultimo anello della catena, ulula la finocchiaro dicendo che la commissione "no bbuono". Dalle mie parti si dice che questo sia il modo per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Tieni buoni i cattolici e fai intravedere una "vivace" opposizione interna ai laici. Ma chi ci crede. Il pd curi la schizofrenia o ammetta di non rappresentare più nessuna di noi, semmai c’è stato un solo momento in cui ci abbia rappresentate.
In sicilia un tale ha messo in atto una modalità creativa per impedire alla moglie di vivere. Voleva inchiodarla in casa nel senso letterale del termine. Qualcun@ può dire come si fa a togliere dalla testa di gente così il sessismo e la violenza come strumenti di dominazione delle donne? Dite che a questi maschi possiamo spegnere il cervello? Come fai a diseducarlo e rieducarlo? Come fai a modificare il suo immaginario? Lo abbatti e basta? E suo figlio? Il figlio di suo figlio che non potrà non aver introiettato quel modello di comportamento?
Un passo alla volta, nessuno escluso, tutti nella stessa direzione.
—>>>Nelle immagini la rappresentazioni di alcune lezioni pratiche per rendere le donne oggetto di vendita. Le immagini sono realizzate in parodia da una artista femminista.
A proposito di sovversione comunicativa:
Leggi di Antifascismo Viola e della Fatina Viola
Leggi: Il fascismo è un brand
Guarda: Fallocrazia e corpi di servizio