Zeroviolenzadonne.it è una grande risorsa e come suo solito ha scovato e messo in rassegna la chicca del giorno: trattasi della opinione del mitico claudio rise’ – pubblicata da Il mattino – a proposito di stupri adolescenziali. Impagabile.
Così egli, tra le altre cose, scrive: a proposito di sesso "come spinta da educare e contenere; potenzialmente devastante se non ricondotta a precisi rituali di incontro e di corteggiamento (la cultura del sud italia li conosce ancora perfettamente, specialmente nei piccoli centri)".
Rise’ è quello che parla di recupero del selvaggio che c’e’ nei maschietti. Su questo tema ha fatto un sito, uno tra i siti antifemministi che citiamo di tanto in tanto, dal titolo abbastanza eloquente: maschi selvatici, per l’appunto.
Lui è noto come proibizionista, fu candidato capolista per "aborto no grazie" lista pro-life di giuliano ferrara in lombardia, dedito alla psicologia analitica e quindi teorico – un tantino omofobo – della "infelicità" degli omosessuali e della necessità di "accogliere le loro richieste di aiuto per curarli" [per i link che confermano quanto detto potete leggere qui].
L’opinione che esprime oggi ha dunque a che fare con gli stupri avvenuti recentemente e che hanno coinvolto adolescenti rapaci, stupratori di ragazzine inermi.
Il succo del suo parere è quello che leggete tra virgolette sopra. Egli parla del sesso come cosa da contenere. Dice che da un lato c’è questo istinto selvaggio del maschietto che va educato (‘assa fa a maronna!) e dall’altro c’è la normale spinta della ragazza ad essere ammirata e desiderata.
Non lo dice con chiarezza ma la sostanza del discorso è che la ragazzina con quella spinta lì deve essere educata a non provocare i maschietti con quell’istinto la’ (non gli è venuto in mente che alle ragazzine può non fregare nulla di provocare i maschi perchè capita che abbiano altre preferenze sessuali?).
Tra parentesi, in quale antro della psiche umana Rise’ abbia scovato simili certezze, opinabili, pregiudizi generalizzati assurti a tesi scientifica, nessuno ce lo dice. Se i suoi esperimenti sono stati condotti su menti misogine e sessiste certo non abbiamo dubbi sugli effetti su una eventuale conclusione. Attendiamo, curiosissime, la pubblicazione di dati certi sulla materia.
"Educare e contenere" dunque. Educare i maschietti e contenere le femminucce? Sarebbe questa l’idea di educazione sessuale del professor Rise’?
Vogliamo sperare di no e intendiamo sottoporre il nostro parere per arricchire la costruzione della cultura sulla quale lui stesso dice bisogna pur incidere.
Innanzitutto riteniamo che il sesso sia una cosa bella, che non ci sia una differenza fisiologica nel modo di viverlo a meno che non risieda nelle menti maschiliste di tanti uomini di cui abbiamo il dispiacere spesso di dare notizia. Che le donne abbiano un istinto sessuale tanto quanto gli uomini, che gli uomini hanno ridotto il sesso ad una dimensione androcentrica in cui loro sono i consumatori e le donne esclusivamente oggetti, utilizzate finali. Che il piacere delle donne è stato storicamente, frequentemente ignorato dagli uomini giusto basandosi sulla teoria astratta che di sesso potesse essercene uno solo, unidirezionalmente, esclusivamente etero e comunque con penetrazione e volendo anche triplo salto carpiato del macho in fase eiaculatoria.
Se di educazione sessuale dobbiamo parlare è necessario riferirci a tutto ciò, alla patologizzazione della ricerca di piacere sessuale da parte delle donne (intese fino a poche decine di anni fa: isteriche e ninfomani), ad una reciproca educazione alla consensualità.
Partendo da questo presupposto e abbandonando l’idea malsana, peraltro letta proprio ultimamente su un noto forum maschilista, che gli uomini stuprerebbero perchè continuamente provocati e bombardati da immagini di corpi femminili possiamo tranquillamente stabilire che quanto il prof. Rise’ ha scritto nel suo pezzo non ha alcun fondamento.
Oltretutto, abbia pazienza dr Rise’, ma quei paesini del sud che lei chiama ad esempio di cultura illuminata di educazione e contenimento non fanno testo. Le ricordo che uno dei più efferati stupri di gruppo, con successivo omicidio e denigrazione della vittima avviene proprio a Niscemi. Si chiamava Lorena Cultraro, aveva 13 anni, e di lei certamente avrà letto. Niscemi, le assicuro, non è una metropoli ma proprio uno di quei paesini che nella sua mente restano paradisi immutati di relazioni su registro di pater familias, fidanzamenti in casa (quelli ufficiali) e seguito delle suocere all’uscita della coppia. In un paesino così ci sono cresciuta e sono più che certa nel dirle che tutto quello che lei immagina non esiste più da parecchio tempo e che le ragazze fanno sesso da giovanissime dappertutto. Davvero spiacente di deluderla.
E’ semplicemente la vita, il corpo e il desiderio e l’unica cosa che lei omette di dire è che le ragazze non possono tornare ai tempi di mia nonna solo per fare un favore ai maschietti che non sanno adeguarsi all’evoluzione della storia della sessualità in italia. Solo una visione della sessualità che posiziona le donne, o le ragazzine in quanto oggetti chiede ai medesimi di contenere la propria vanità. Mai evidentemente le verrebbe in mente di fare altrettanto con i maschi.
Sempre a proposito di cultura del sud italia, e poi giuro smetto di infierire, l’ultimo stupro di gruppo pochissimi giorni fa a Palermo, ai danni di una tredicenne disabile.
Le spiego il sud, se ha voglia di leggere pareri diversi dal suo: il sud, soprattutto nei piccoli paesi, normalmente reprime. Non educa ne’ contiene. La sessualità repressa, non educata, segue le vie tracciate da una mentalità che lei sposa appieno: la mentalità maschilista di chi colpevolizza le ragazze perchè si farebbero ammirare e desiderare lasciando nell’angolo quali vittime di se stessi, mai in grado di autodeterminarsi, i ragazzi perchè fisiologicamente portati a fare sesso. Fosse vero tutto ciò i primi a doverne trarre offesa dovrebbero essere giusto gli uomini: tutti potenziali stupratori? Tutti patologicamente malati di sesso a tal punto che le donne dovrebbero andare in giro con il burqa ed eventualmente smettere di respirare per non "provocarli"?
Se lei subisce così tanto il fascino dei "paesini del sud" non starà nella pelle allora quando si parla di paesi arabi e di costrizione delle donne sottoposte alle leggi dei governi fallocentrici.
Sappiamo del suo studio sul recupero della parte selvaggia del maschio. Cogliamo dunque il senso delle sue affermazioni e le astraiamo dall’alone intellettualistico che le imporrebbe come cose certe, non criticabili.
Troverà interessante dunque scoprire che le donne hanno recuperato la loro parte selvaggia molti anni fa ed è proprio quella parte che le parla in questo momento. Perciò scusi la selvaggitudine ma bisogna proprio dirglielo: ha scritto una pagina di autentiche fesserie. Speriamo – selvaggiamente parlando – che gradisca la sincerità!
—>>>Nell’immagine, una donna molto selvaggia!
—>>>il dibattito su questo post anche su indymedia
Sì, mi associo!
Anch’io ho scoperto il blog solo oggi e faccio i miei complimenti alla blogger 🙂
Solo da qualche giorno ho scoperto questo blog…e devo dire che sono “selvaggiamente” presa da ogni cosa che scrivete!grazie per la vostra rabbia!davvero!