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Lettera aperta a tutta la sinistra politica, sociale e sindacale

Lettera aperta a:
ActiondirritinMovimento, Arci, Arcigay, Arcilesbica, AteneinRivolta.org, Attac, Carta, Confederazione Cobas, Comitato promotore 17 ottobre, Epicentro solidale, Facciamo Breccia, Fiom-Cgil, Global Project, L’Altro quotidiano, Liberazione, il manifesto, NodalMolin, NoTav, Patto di Mutuo soccorso, Prc, Pdci, Pcl, RdB, Rete 28 Aprile, Rete dei comunisti, Sdl, Sinistra e Libertà, Unione degli studenti, Uniriot (e a tant@ altr@ che abbiamo dimenticato).

Cari compagni e compagne,
la durezza degli attacchi del goveno alle condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, precari, donne, migranti è del tutto evidente. Le varie manovre e manovrette non solo non hanno mai avuto una finalità sociale ma si sono incaricate sempre di ridurre diritti acquisiti e di peggiorare il futuro di milioni di lavoratori e lavoratrici. A tutto questo l’opposizione parlamentare non dà alcuna risposta mentre il sindacalismo concertativo o è complice oppure sogna un’improbabile ritorno alla concertazione. E il governo può agitare qualsiasi minaccia sia essa quella del ritorno alle gabbie salariali, dell’introduzione di un vero e proprio stato di guerra, il massacro senza ritegno dei migranti per mare.

Tra le forze della sinistra di classe, diversamente collocate, non ci sembra ci sia divisione su questo. C’è difficoltà invece a elaborare una risposta unitaria che vada oltre i differenti, e legittimi, progetti politici e che sappia mettere in valore le diverse forze organizzate per coagulare una massa critica adeguata ai tempi. I temi su cui esercitarsi sono molteplici e tutti importanti: la crisi economica con le sue ricadute sociali, l’emergenza razzismo, gli attacchi costanti ai diritti delle donne, la devastazione ambientale, lo sperpero di "beni comuni", la guerra. L’organizzazione della manifestazione antirazzista del 17 ottobre costituisce certamente un passo positivo ma, anche per rafforzarne l’efficacia, possiamo andare oltre.

L’esperienza dell’Innse, in cui una forte resistenza operaia ha dimostarto che si può costruire una via d’uscita a sinistra, sia pure parziale, alla crisi, è lì a porci il problema della nostra efficacia collettiva.
Con questa lettera noi vogliamo rivolgere una proposta minima ma passibile di costruire una fase nuova. Lasciare sullo sfondo le nostre differenze di progettualità politica, in particolare il tema delle elezioni, per dare invece risalto a una risposta sociale che, in particolare, fronteggi la crisi e il razzismo, ma non solo. Una risposta non necessariamente univoca né legata ad eventi – tipo manifestazione nazionale o prossime scadenze elettorali – in grado di difendere diritti fondamentali – il contratto, la pensione, il ruolo pubblico dell’insegnamento – per provare a strappare conquiste – un salario sociale, un salario minimo, la moratoria sui licenziamenti – per provare a far giocare un ruolo a quel blocco sociale dimenticato, e che è maggioritario, costituito da lavoratori e lavoratrici, stabili o precari che siano.

Per questo proponiamo di autoconvocare, senza primogeniture, un incontro di tutta la sinistra politica, sociale e sindacale. Un incontro da svolgere al più presto, basato sulla condivisione che esiste un’emergenza sociale e che c’è bisogno di un’unità di classe la più ampia e più efficace possibile e depositario quindi di qualsiasi determinazione le nostre forze congiunte possono intraprendere.
Certi di una vostra risposta, nonostante le vacanze estive, vi inviamo i nostri più cari saluti.

Sinistra Critica
Il gruppo operativo nazionale
info: 3355341571

Posted in Iniziative, Precarietà.


7 Responses

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  1. fikasicula says

    credo tu abbia qualche lacuna. non solo perchè hai deciso che la politica devono farla solo i “tecnici” (ma chi l’ha detto???) e poi perchè pensi che le donne non siano preparate in tutti i settori.

    e non è vero che le donne sono poche alla base. sono poche le donne che gli uomini lasciano diventare parlamentari. dimentichi che le candidature sono scelte da uomini e che i partiti sono retti da uomini tant’e’ che tu stesso dicevi che le donne che sono riconosciute sono inguardabili. non è un caso.

    ti invito a leggere questo post per chiarirti le idee 🙂

    ciao

    ps: certo che rifondazione è femminista. ma il punto non è mica quello. ci sono compagne fantastiche in tutti i posti che hai detto. le vorrei tutte assieme invece che in tanti posti scompagnati 🙂

  2. anonimo meridionale says

    non mettevo in dubbio le capacità femminili in tutti i settori tecnici , esprimo scetticismo che vi sia attualmente un numero sufficiente di donne con competenze tecniche interessate alla politica per tutti i settori , tranne che per quelli “di cura”(la medicina possiamo inserirla qui).

    Se si trascura gli arrivisti, ad esempio è già difficile trovare molti ingegneri che si interessano di politica tra gli uomini , figurarsi tra le donne che erano(sono?) molto di meno nelle facoltà di ingegneria.

    stesso discorso per gli agronomi, gli elettricisti, gli idraulici….

    insomma nei movimenti che vogliono governare e modificare la realtà ci vogliono corpi tecnici

    e stavo prendendo atto di un problema numerico ancora presente.

    credo ci sarebbe un enorme problema a trovare un numero sufficiente di “tecnici politici” tra le donne .

    molt* si lamentano che le donne in parlamento sono poche, secondo me invece sono poche le donne nella base.

    comunque ho avuto un grosso vuoto di memoria: c’è una donna che nell’attuale parlamento mi piacerebbe vedere a presidente del consiglio, anzi è il politico che preferirei come presidente del consiglio tra quelli (maschi e femmine) che ci troviamo a disposizione : Emma Bonino.

    non trovo gli odierni governi maschili.
    li trovo capitalisti , burocratici , incompetenti…..
    .
    ma rifondazione non era dichiaratamente femminista?

  3. fikasicula says

    dimenticavo. i partiti che citi – ferrero – ferrando, sono frutto della incapacità di fare democrazia dentro un partito. uomini attaccati alla poltrona che formano il proprio piccolo partito per contare di più.

    sinistra critica nasce da un manifesto sottoscritto da tante femministe e lesbiche tant’e’ che è un partito anche femminista.

    è un movimento, se vuoi, e in ogni caso non mi sembra che la gran diffusione degli altri due partiti abbia generato tutto ‘sto gran casino di voti…

    quando gli uomini smettono di voler fare i leader votati solo da se stessi e dal proprio gruppo di accoliti allora avremo una politica donna-compatibile.

  4. fikasicula says

    ovviamente non pensavo a quel genere di donne. ma stare fermi per qualche turno agli uomini non farebbe male.

    e se lo trovi sessista pazienza. noi non ci rappresenta nessuno. se esiste un partito dei pirati in web non si capisce perchè non possa esistere un partito che si occupi della questione di genere al femminile 😛

    oltretutto, il sessismo mi sa che sta dalla tua parte. chi ti dice che le donne non possano occupare tutti i settori tecnici necessari? davvero trovi che le donne si occupino solo di allattamento e cura degli anziani?

    sei davvero indietro. parecchio indietro. e dire che perfino qui hai avuto modo di valutare la varietà di interventi e non mi sembra che tutti parlassero di mestruazioni.

    un’altra cosa. questione di genere non significa solo occuparsi di un genere. significa guardare al mondo e alle sue prospettive a partire da un punto di vista di genere.

    gli uomini questa cosa la fanno da sempre. i governi non sono fatti forse sempre a misura di pene? trovi che gli uomini politici esprimano altre competenze a parte l’amore per il proprio organo sessuale?

  5. anonimo meridionale says

    oddio e chi sono le donne ai vertici in politica : Mussolini? Carfagna? Binetti? Turco? bbrrr…

    non ti dimenticar però che le donne vincenti in politica hanno spessissimo le caratteristiche di uomini destrorsi(vedasi esperienze di leadership femminile in UK, Turchia, Pakistan, Germania, Israele)

    comunque finchè rispetta la costituzione, nessuno impedisce alle donne di fare un partito di sole donne.

    anche se, personalmente, lo trovo sessista , come troverei sessista un partito di soli uomini e quindi non lo voterò mai.
    (stesso dicasi di un partito di soli bianchi o soli neri)

    spero che non vorrai privarmi del diritto di voto! 😉

    penso però avreste dei problemi: le donne interessate, senza fini carrieristici, alla politica sono interessate per la maggioranza alla questione di genere od in settori di assistenza.

    si avrebbero serie difficoltà ad avere competenze in tutta Italia per tutti i settori tecnici della politica.

    la differenza tra Sinistra Critica ed il duo Ferrero/ Ferrando è che questi ultimi sono in grado di presentarsi alle elezioni ed hanno una struttura diffusa su tutta Italia, SC non l’ha. Non si metteranno mai a suo pari.

  6. fikasicula says

    la faccenda della innse si è risolta perchè i lavoratori hanno fatto casino. i contesti istituzionali che si sono mossi per interloquire dopo che loro si sono arrampicati a svariati metri di altezza hanno reso soltanto atti dovuti.

    sull’unità della sinistra tutti hanno i propri capi da seguire. personalmente sarei per sciogliere tutti e fare un partito di sole donne. i leader maschi fino ad ora hanno fatto solo danni.

  7. anonimo meridionale says

    da quel che ho capito l’ Innse si è risolto perchè un ex sindacalista (CGIL), oggi politico dipietrista , ha contattato un imprenditore suo amico che, rassicurato dalle istituzioni lombarde(pdl-lega) grazie a non meglio chiariti aiuti, ha deciso di inglobare un pezzo di un’impresa con cui era già in affari , nonostante la propria impresa non sia stata immune dalla crisi economica.

    quindi starei in campana che non diventi tra un annetto un nuovo caso di piccola Alitalia piuttosto che presentarla come vittoria dei lavoratori.

    Sinistra Critica, se ha tanta voglia di unità e visto che non riesce a presentarsi alle elezioni, potrebbe avviare il processo di scioglimentoi e confluire nell’alleanza dei comunisti oppure accettare il parlamento delle Sinistre con il PCL di Ferrando invece di sostenere i propri capuzzielli