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La violenza maschile contro le donne è una violazione dei diritti umani

http://www.amnesty.it/flex/images/D.aec166827b4bb56cf906/donne_web_x.jpgDa Il Paese delle Donne una notizia che mi sembra fondamentale. Non già per il fatto che si legittimi la politica dell’immigrazione degli stati occidentali ma perchè si riconosce – finalmente – che la violenza maschile contro le donne è un problema politico e pubblico, non una questione privata.

La violenza maschile contro le donne è una violazione dei diritti umani giacchè rientra nelle intenzioni di persecuzione e sottomissione di un genere sull’altro. Tutto ciò, se messo a confronto con una italia dove una donna che denuncia una violenza non viene creduta e viene spinta alla disperazione e al suicidio, anche se avviene negli stati uniti è consolante.

Il governo di centro destra del nostro paese è ben lontano da una soluzione del genere. Lo è talmente da respingere gli stranieri e le straniere e mandarle nelle carceri libiche a farsi stuprare. C’e’ una discreta differenza non trovate?

Buona lettura.

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Un passo avanti: negli USA le donne sopravvissute alla violenza domestica possono richiedere asilo politico

di Redazione

Con la rubricazione in
tribunale del caso di una donna messicana
richiedente asilo negli USA, l’amministrazione
Obama ha lanciato un segnale di cambiamento
nella legge sull’immigrazione al fine di rendere
possibile alle donne sopravvissute a gravi
violenze domestiche e abusi sessuali di cercare di ottenere asilo.

In netta divergenza con la posizione
dell’amministrazione Bush, la nuova politica
ritene che alle donne sottoposte a violenza
fisica
venga riconosciuto lo stato di
appartenenza a
un “gruppo fatto oggetto di
persecuzione
”.

Questo cambiamento di
classificazione da parte dell’amministrazione
Obama riconosce che gli abusi domestici non sono
semplicemente una questione privata o familiare
.

Rappresentano piuttosto una violazione ai diritti
umani delle donne e meritano considerazione nei casi di richiesta di asilo
.

MADRE plaude a questa apertura legislativa
relativa all’immigrazione negli Stati Uniti,
chiedendo la piena realizzazione e
l’implementazione di questa importante svolta
politica (…)

Mary Jane
Real, membro del Network di Esperti di MADRE.
Proveniente dalle Filippine, è un avvocato e una
sostenitrice dei diritti umani che ha lavorato su
temi riguardanti la violenza domestica.

MADRE è una organizzazione internazionale che si
occupa di diritti umani e che lavora in tutto il
mondo in partenariato con organizzazioni locali
di donne che affrontano temi legati alla salute e
ai diritti relativi alla salute riproduttiva,
allo sviluppo economico, all’istruzione e altri
diritti umani.

- Leggi l’articolo originale

Traduzione di Stefano Ciccone

Posted in Corpi, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. GM says

    Si spera che non si subordini l’asilo a questioni di politica internazionale e che quindi anche le richieste provenienti da sedicenti democrazie come la nostra siano accolte.
    Sarebbe troppo facile concedere asilo a nigeriane pre-lapidazione ed etiopi escisse…
    Obama è bravo a farsi pubblicità, vedremo nei fatti.

    Se in uno stato di diritto la severità dei controlli può essere giustificabile preoccupa però il requisito dell’esaurimento di tutti i ricorsi nel proprio Paese.
    Ciò significa che – per esempio in Italia – la malcapitata dovrà aspettare una decina d’anni che la Cassazione le dica di subire in silenzio e solo dopo potrà rivolgersi agli USA.
    Sempre che sia ancora viva.

  2. Luna says

    La Convenzione di Ginevra andrebbe completamente rivista in rapporto al genere. Il diritto internazionale per i rifugiati è stato sviluppato, nella mente del legislatore, in un’ottica prevalentemente maschile. Il sesso non è, notoriamente, annoverato tra i motivi di persecuzione. Le donne poi, nella gran parte dei casi, mostrano il loro dissenso nel privato, il persecutore è un privato, difficile da inserire sotto la responsabilità statale. C’è poi il relativismo culturale che gira che ti rigira viene sempre interpretato per metterlo in quel posto alle donne. E, non ultimo, proprio perché il “legislatore” è maschio, i diritti delle donne non vengono intepretati comunemente come diritti umani ma di categoria. E questa è una cosa che, essendo donna e consapevole di far parte di metà della popolazione del mondo, mi fa diventare matta; ho proprio difficoltà a concepirla.
    Questa notizia mi rende molto felice; la strada è lunghissima ma stiamo pian piano impostando le basi.