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Viaggi di fortuna – Nessuna sicurezza


{B}Berlusconi, fischi e applausi tra Napoli e Viareggio{/B}

Ieri il Papi ha attraversato un pezzo d’italia. S’e’ preso fischi a napoli e li ha presi anche a viareggio. Una delle prime cose che ho pensato dopo aver fatto nuovamente la conta dei morti, molti stranieri, vittime della tragedia si riferiva alla sicura visita da shock economy del premier che sente odore di business e ricostruzione lontano un miglio e piomba su ciascuna di queste situazioni per militarizzare, espugnare, togliere poteri agli enti locali, con il suo carico di curatori di look, di scene strappalacrime, frasi ad effetto che augurano buon divertimento nei bei campeggi lager della protezione civile.

I viareggini però purtroppo per berlusconi non sono morti tutti e hanno ancora case per ospitare gli sfollati. Così le tende della protezione civile restano a chi le ha montate e berlusconi non ha luoghi nei quali sfilare e non ha vecchiette con le quali inscenare farse odontoiatriche.

I toscani sono un popolo bello tosto e quando sentono che berlusconi pagherà le case crollate sanno bene che tanto poi i soldi non spunteranno e che le seconde case certamente non entreranno in un altro decretone che darà ampi poteri al capo della protezione civile per toglierli all’amministrazione locale.

C’e’ tutto l’interesse a mantenere solida l’immagine delle ferrovie che solo poco tempo fa licenziava Dante de Angelis perchè aveva denunciato nella trasmissione Report [video e aggiornamenti] i gravi problemi di sicurezza che investivano il trasporto ferroviario.

Un incidente del genere è accaduto solo qualche settimana fa nei pressi di Prato e si è sfiorata la tragedia per un attimo.

Quello che resta della terribile notte a viareggio potete vederlo in un video di Federico Micali e Yuri Parrettini.

E fa un po’ senso sapere che proprio nel momento in cui nessuno (stavolta) può giocare a scarica barile con le responsabilità della faccenda giacchè non si tratta di un evento "naturale" e anche dire che il vagone era tedesco e che il gas era dell’uganda e che il macchinista era forse meridionale non giustifica certo la approvazione immediata del decreto sicurezza antimmigrati.

Per questo governo la sicurezza si realizza attraverso la persecuzione razziale. Talvolta giustificata sulla pelle delle donne. Proprio ieri una donna è stata stuprata a bologna da un signore che viaggiava in bmw. A meno che non inventino una squadra a cavallo così è dimostrata tutta l’inutilità delle ronde. Nulla si fa invece per dare sicurezza a chi è senza reddito, senza casa.

Nulla si fa per garantire sicurezza ai lavoratori, a chi viaggia in treno, a chi viaggia in autostrada.

Il governo depenalizza, quasi annulla le sanzioni, per le aziende che non mettono in sicurezza il lavoro dei propri dipendenti che muoiono come mosche.

Il governo concede alle aziende di trasporti in tir di viaggiare a tutte le ore e di fare profitto sulla pelle degli autisti e dei poveri cristi che incappano nella loro stanchezza quando avviene un incidente.

Il governo giustifica la privatizzazione delle ferrovie, l’enorme stipendio dei manager, gli investimenti sull’alta velocità, lo smantellamento delle reti periferiche e la totale trascuratezza di tutte le reti che non rappresentano un gran guadagno. 

Io viaggio spesso. Faccio su e giù per l’italia e preferisco il treno perchè mi sembrava più sicuro, perchè costa meno dell’aereo, perchè incontro tante persone ed ognuna di loro per me è una storia nuova da ricordare.

Negli ultimi anni partire dalla sicilia o arrivare nell’isola è una avventura che non sai mai come finisce.

Ci sono biglietterie che staccano biglietti con date sbagliate, per treni già pieni, costringendo la gente a vere e proprie sommosse fino a che non arrivano altri vagoni.

Ci sono treni nei quali si rischia di morire asfissiati perchè la cosiddetta aria condizionata è rotta e dentro gli scompartimenti entra solo fumo nero puzzolente e nauseabondo.

Ci sono treni con cuccette sporchissime, bagni con merda galleggiante, animali morti negli scompartimenti, porte rotte e impiegati a lingua lunga che leccano l’azienda trattando i passeggeri da animali. Tutto ciò senza considerare gli enormi ritardi, la traballante fragilità dei treni bestiame diretti al sud e le molestie dell’impiegato viscido che ti invita ad andarlo a trovare o a pernottare dentro il suo scompartimento se il tuo posto a sedere è rotto e può provocarti una lesione permanente alla schiena.  

Sono cose vere. Le ho vissute tutte. La bellezza di queste vicende sta tutta nelle compagne di viaggio che ho trovato. Meridionali (la meraviglia!) come me, attrezzate per superare a nuoto lo stretto e per sopravvivere per almeno un paio di guerre, armate di trucchi e strumenti che possono essere anche letali per i nemici.

La migliore fu una signora siciliana che non aveva molta capacità di deambulazione. Perciò si portava appresso un martello, pronta ad usarlo per qualunque evenienza. 

Fu la volta in cui trovammo un animale morto, la porta scassata e non ci lasciarono usare le cuccette. La signora con martello assieme ad una mamma con bambino furono ospitate in uno scompartimento da due signori nordafricani che mollarono il loro bel posto per restare in piedi tutto il viaggio (venti ore). Non ci riuscì neppure di farli sedere nei posti lasciati vuoti dalle due signore perchè avevano paura di disturbarci.

Io e altre tre impavide donne restammo di guardia, dandoci il cambio e tracciando di noi profili assolutamente incredibili, ma forse, proprio per questo, molto veri.

Arrivare in sicilia o allontanarsi da essa è un’avventura. Lo sanno tutt* i/le sicilian*. Nessun trasporto interno decente. Solo gli autobus, i mezzi personali, in una terra senza strade decenti, con ponti che crollano per il cemento depotenziato e con imprese edili che si arricchiscono scaricando la responsabilità delle tragedie su una cosa astratta e campagnola che ancora viene chiamata mafia.

In sicilia le ferrovie viaggiano veloci spesso in binario unico, le case a ridosso, le strade a un tiro di sputo, strisce di ferro sospese in tratti di montagna senza protezioni decenti. Sono tratti rischiosissimi, assieme a quelli della calabria. Nessuno se ne cura perchè il problema è arrivare e se si impiegano 4 ore per attraversare lo stretto di messina poi bisogna recuperare.

Va così ed è veramente triste. Una volta i treni esplodevano perchè c’erano gli stragisti neri. Ora esplodono perchè il mercato sollecita il consumo senza investire un euro sui mezzi per i trasporti.

E a noi arriva anche la cattiva notizia che forse a dirigere il tg3 sarà quella filopapista della palombelli. Nel frattempo si premuniscono per tenerci tutti a stretta sorveglianza e affinchè internet sia sempre più sotto controllo [1] [2].

Questo, decisamente, non è un modo per chi ama conoscere la verità.

 

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    ciao alessandro.
    certo che furono stragi nere, chiunque sia il mandante e qualunque sia la strategia messa in atto. c’erano di mezzo servizi segreti, neofascisti di ogni genere e ti inviterei anch’io a leggere un sacco di cose ma certo se hai voglia basta che cerchi su google “stragi di stato” e troverai un sacco di cose.

    buona lettura.

  2. Alessandro says

    Ciao Fikasicula.

    Condivido in pieno tutto quello che hai scritto nel post, tranne una frase.

    Mi ha destato perplessità questa frase che tu hai detto: ” Una volta i treni esplodevano perchè c’erano gli stragisti neri. Ora esplodono perchè il mercato sollecita il consumo senza investire un euro sui mezzi per i trasporti.”

    Ma sei proprio sicura che a causare le stragi sui treni italiani a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 siano stati i neri, i fascisti ?

    Sei proprio convinta che furono i fascisti la mente dello stragismo, i quali perseguirono l’obiettivo di instaurare il fascismo in Italia ?

    Se venticinque anni dopo la tregua dell’ondata stragista tu sei ancora convinta che i veri mandanti della strategia della tensione furono i fascisti, allora mi tocca affermare che tu sei una donna ingenua.

    Ti chiedo di perdere un pochino di tempo e di leggerti le seguenti riflessioni di Umberto Gay, giornalista di Radio Popolare a Milano, effettuate in occasione del ventennale della strage di Piazza Fontana:

    http://www.ecn.org/leoncavallo/12dic89/stragi2.htm

    Tanti saluti da un compagno antifascista.

    Ciao da Alessandro