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Donne e san pietrini d’Iran

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Le donne d’Iran continuano a fare battaglia. Guardo i san pietrini mostrati con orgoglio in tante foto che immortalano i volti di donne moderne, nella città dai nasi rifatti, come diceva l’Internazionale di un paio di settimane fa, quella nuova generazione di studentesse che lotta per non soccombere ad uno stato che le opprime e continuo a pensare all’italia. 

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Se volete farvi un giro per storie e foto QUI, in fondo alla pagina, trovate una serie di riferimenti e link che possono servirvi. Altre foto le avevo segnalate ieri quando raccontavo di Neda, la ragazza uccisa, mentre mi chiedevo chi sarebbe stato ad usarla. Leggo ora che era una studentessa di filosofia che era andata a manifestare con suo padre, tra tanti studenti e studentesse. Ho ascoltato le parole che vengono urlate, allah akbar, morte al dittatore, la stessa Neda viene definita da sua sorella una "martire" e continuo a pensare che tra me e loro in termini culturali c’e’ veramente un abisso. A me non verrebbe in mente di urlare un inno a Dio (ma so che tra quelli che lottano in iran ci sono anche tanti e tante atei/e) e di augurarmi poi la morte del dittatore che opprime il mio paese.

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E il punto non è che in italia non ci sia dittatura perchè c’e’ ed è uguale. Finte elezioni democratiche, censura su stampa e televisioni di tutte le schifezze che fa il premier, restrizioni in termini personali, soggettivi, dall’uso dei contraccettivi al divieto di mangiare kebab, ordinanze di sindaci, come quello di verona, che fanno gli sceriffi e che si fanno autorizzare per mettere in circolazione soldati e milizie a rastrellare stranieri e gente che dissente.

Il punto è che spero di non dover vivere mai una situazione per la quale ci sia bisogno di rovesciare una dittatura. In special modo se questo avviene sulla spinta di un occidente che tarocca i manifesti iraniani per fare propaganda nazionale. Li ho visti ieri in foto poi non ho più ritrovato il link. Il giorno dopo la morte di Neda nelle piazze di teheran le donne tenevano cartelli di varie proporzioni con un primo piano di neda insanguinata e morta con su scritto qualcosa come "non sei morta invano" "non ti dimenticheremo". Immediatamente sono apparse le stesse foto in fonti web filostatunitensi che cambiavano le scritte, stesso carattere e stessa proporzione, in "questa è la democrazia islamica".

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In nome della propaganda l’occidente ammette i san pietrini e persino coloro che in italia hanno fatto una netta distinzione tra buoni e cattivi, tra pacifici manifestanti e "violenti", per quella genova g8 del 2001, sono tutti a commentare l’ingiustizia di una nazione nella quale neppure sono mai stati e la giustezza delle ragioni di quelli e di quelle che in italia raggrupperebbero volgarmente sotto l’epiteto di "disobbedienti", "no global", "facinorosi", "black bloc".

Le opinioni infatti variano a seconda dei contesti. Le stesse battaglie per le strade di Atene un po’ di mesi fa, a seguito della morte di un ragazzo, andreas, ucciso dalla polizia senza un motivo, furono etichettate come sommosse di anarchici. Come dire: lotta greca "brutto". Lotta per le strade italiane "bruttissimo". Lotta in Iran è "very very bbuono piace molto a mme".

Personalmente – se ho una alternativa e se non devo praticare autodifesa (che in italia è chiamata "resistenza a pubblico ufficiale" ed è perseguibile sul piano penale) – preferisco altre pratiche, non machiste, che producano un impatto comunicativo "utile" e che trasferiscano sensibilità di genere sempre perchè "non lotto contro i padroni con gli strumenti dei padroni". Genova ho provato a raccontarla tante volte. Il disagio, il trauma, le contraddizioni del movimento. Tante cose che ho provato ad analizzare nel tempo.

Però in quei giorni c’ero e la violenza della polizia, dello stato che reprime, che ti uccide perchè non ti lascia il diritto di manifestare una idea, che ti picchia se hai una telecamera e riprendi le brutalità che la polizia compie, che impedisce a tutti di fare informazione e che si vendica sulla diaz perchè l’informazione l’hai fatta e tutto quello che loro potevano far passare per "giusto" è improvvisamente apparso per quello che è: una carneficina. E’  lo stato che ti prende in giro, inventa prove, si autopromuove, si fa processare tanto per perdere tempo e poi si fa assolvere pubblicamente mentre la condanna ricade sui manifestanti, tutti, senza distinzione, quello stato che manipola le informazioni e ti lascia basita mentre ascolti sul tg notizie completamente false su quello che stai vivendo e che vedi con chiarezza, come vedi il sangue, il fumo, la paura, e centinaia di migliaia di persone che si chiedono un perchè.

Ed è un perchè che certamente non risiede nelle motivazioni che usa La Russa e che sono state sposate da gran parte del centro sinistra per ragioni di comodo, perchè non ritenevano forse utile indagare il grado di repressione che la nostra società subisce, o perchè in qualche modo anche loro la infliggono, perchè è più facile schierarsi con la polizia e con i magistrati che con la gente comune che tutti i giorni viene sorvegliata e processata in una condizione di assoluta iniquità.

Neda, altre persone morte in questi giorni in Iran, sono diventati simbolo della lotta contro la repressione. Continuo a chiedere: perchè in italia non spendiamo nessuna parola decente per ricordare genova e carlo giuliani e invece subiamo continue prese in giro dalla destra e dal centro sinistra che nei loro percorsi di stramaledetta e fottutissima pacificazione reciproca (come se fossero loro ad aver fatto la resistenza) insistono nel riconsiderare il ruolo di quei criminali dei repubblichini di salò?

Posted in Anti-Fem/Machism, Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.