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Del femminicidio creativo: ti ammazzo per farti un favore

Tra i delitti contro le donne, i femminicidi, degli ultimi giorni, assieme alla notizia della condanna del ragazzo che secondo la sentenza ha commesso lo stupro la notte di capodanno a Roma (sempre che questa condanna non sarà rovesciata nella disattenzione generale in appello come è avvenuto nel caso dello stupro di bologna), ce ne sono alcuni che ripiegano sulla stessa spiegazione. C’e’ un marito che ammazza la moglie e poi dice che lo ha fatto perchè lei era molto malata. E’ accaduto in un paio di casi nei quali lui e lei stavano in una età che andava dai settanta agli ottanta anni.

Ieri però il corriere ha dato notizia di un femminicidio che coinvolgeva persone assai più giovani. Tuttavia il marito, ovvero colui che ha confessato di aver ucciso la moglie, dichiara di averlo fatto perchè lei era malata. La figlia dei due era in casa, tenuta all’oscuro della faccenda, le è stato detto che la madre "dormiva". Oggi rilascia una intervista pubblicata dall’espresso nella quale dichiara che sua madre non stava affatto così male da richiedere una eutanasia. Era semplicemente una donna che aveva i normali acciacchi della sua età.

Vale la pena ripassare un po’ di dati che trovate in coda ad un precedente post. Vale la pena anche di spendere due parole sul modo attraverso il quale la nostra cultura vede l’invecchiamento quando questo riguarda le donne.

Le immagini delle pubblicità mostrano spesso avvenenti signore rifatte o curatissime che rimandano ad una eterna giovinezza. Nella nostra società non ci è permesso invecchiare, avere rughe, mostrare i nostri corpi per quello che sono. Dobbiamo essere efficienti, in grado di consumare creme pro-age, pannoloni per l’incontinenza e colla per le dentiere, per continuare ad essere quell’utile fetta di mercato della quale le industrie si servono. 

Peccato che la fetta di mercato si assottiglia sempre più e riguarda solo le donne benestanti, quelle che hanno un buon reddito, una buona pensione, un marito che le mantiene. La maggior parte delle donne non può permettersi creme pro-age, pannoloni e colle per dentiere. Talvolta non hanno neppure le dentiere perchè i dentisti costano troppo e le donne post 55/60 anni scelgono prioritariamente di contribuire alle spese per figli precari e nipoti piuttosto che permettersi il "lusso" di pensare allo loro salute.

La distorsione che ci viene dalle immagini pubblicitarie o da quelle della tivu’ in generale, viene avallata dall’ipotesi secondo la quale un marito potrebbe davvero uccidere una moglie per farle un favore.

Andiamo con ordine: 

secondo la stampa i mariti uccidono le mogli per raptus, perchè sono depressi, per gelosia. Ultimamente sempre di più ricorre l’attenuante della pietas cristiana.

Personalmente penso che l’eutanasia sia una gran cosa e dato che attiene alla libera scelta di ciascuno di noi non mi sognerei di imporla ma preferirei che fosse consentita da una legge che avesse come principio ispiratore l’autodeterminazione (non come la legge sul testamento biologico che impone la vita forzata a chiunque al di la’ dell’accanimento terapeutico)

Se io dovessi stare veramente male chiederei, ne sono certa, al mio compagno di aiutarmi a morire quando lo decido io, per scelta, con dignità, prima di diventare un vegetale che non è più in grado di scrivere, amare e pensare. Glielo chiederei per iscritto. Gli chiederei di ottenere l’aiuto di medici, di fare tutto in modo sereno, con tanto di autorizzazioni, in italia o all’estero, perchè non sia lui a pagare per una mia scelta.

E’ questo il dato essenziale: in queste cosiddette morti per mano di mariti pietosi, chi compie la scelta? A sentire la figlia della donna uccisa a Roma, evidentemente non coinvolta in questa decisione, si direbbe che la scelta è del marito. Che è il marito a stabilire persino quando una donna può considerarsi sufficientemente malata da meritarsi la morte.

Io non vorrei pensare male ma mi sembra che questo sia il solito espediente per tenere al sicuro il concetto di famiglia, luogo nel quale avvengono i più gravi delitti nei confronti di donne, bambini e bambine. Mi sembra una scusa accampata dagli uomini e avallata dai titoli dei giornali per formulare una ulteriore attenuante, qualora ve ne fosse bisogno, per limitare il giudizio su questi eventi a situazioni precise, come a volerle distanziare dalle presunte "normalità" dei contesti familiari e soprattutto a voler tracciare una differenza dagli omicidi che riguardano contesti non italiani che vengono descritti senza risparmiarci dettagli macabri in tutta la loro efferatezza. Come dire: gli stranieri sono assassini che tolgono la vita invece gli italiani sono mostri di generosità persino quando ammazzano le mogli.

Tutto ciò per trasmettere la falsa idea che i mariti italiani non uccidono le mogli e quando li uccidono lo fanno per motivi che secondo la opinione della cultura dominante meriterebbero rispetto. E’ in questo genere di complicità che si celano i femminicidi. Equivoci, fraintendimenti, razzismi, linguaggi sessisti e un lessico giustificazionista che lascia spazio ad un pensiero consolatorio: "a me non potrà mai succedere la stessa cosa!".

Le prime vittime sono quelle che non riconoscono nella loro "normale" quotidianità i pericoli che le porteranno alla morte. Autodifesa significa anche imparare a decodificare quei linguaggi, quel lessico complice che da sempre tutela gli assassini e fa ritenere sporadico un fenomeno che fa centinaia di vittime quotidiane.

E’ uno sterminio del quale nessuno si occupa. Lo dicono le statistiche: le violenze dei mariti, padri, fidanzati, amanti, uccidono le donne piu’ del cancro, degli incidenti stradali, della guerra.

Per fortuna il nostro ministro alle pari opportunità è occupato a prendere lezioni di "femminismo" da gheddafi…

—>>>La foto è di Schatz e viene da riotclitshave

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Emanuela says

    Dal Corriere:
    IL BAGNO PER PENITENZA – L’ultima puntata del seguitissimo show era trasmesso da Mallorca. Sul grande divano siedeva anche la showgirl. «Berlusconi è il nostro miglior cliente», ha scherzato la Hunziker parlando della conduzione di “Striscia la notizia”. «Non lo conosco intimamente, ma d’altronde io ho già più di 18 anni», ha aggiunto la 32enne. Dopo aver perso una scommessa, poi come “punizione” si è dovuta infilare un costume (rosso e con la croce elvetica), buttarsi in piscina e improvvisare il nuoto sincronizzato. «A dire il vero noi tutti volevamo solamente vederti in bikini», ha detto Gottschalk.
    Elmar Burchia
    14 giugno 2009

    Per chi non avesse capito: “il culo vogliamo vedere, quello che dici non vale nulla”. Un altro esempio di giornalismo creativo.