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Bari: Vira Orlova, ancora una vittima del razzismo di Stato

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Non ho parole. Anzi le ho ed escono fuori da sole, senza sforzo, perchè la rabbia è enorme e ho il dovere di trasformarla in qualcosa di costruttivo, che abbia un senso. Come sempre, come ho sempre fatto in tanti anni di battaglie contro ingiustizie evidenti eppure spesso totalmente ignorate. Mai però mi sono sentita così persa, così sconfitta nell’anima e capisco che la sconfitta non è mia poichè appartiene a chiunque anche se io e poche altre persone dobbiamo reggerne il peso. 

Mentre gli uomini e le donne del centro destra-festeggiano, già che attendono felici la visita del presidente libico, il disumano gheddafi, e sanciscono la vittoria sulla pelle di tanti uomini, tante donne e tanti bambini e bambine braccati in italia perchè di etnia differente, respinti indietro come si fa con i pacchi che non trovano nessun destinatario, nessun essere umano alla fine del viaggio. Mentre lo sceicco e il suo harem gongola pensando alle prossime leggi che farà solo per se’. Mentre la destra razzista brinda ed è felice di aver guadagnato "consensi" per aver compiuto tanti omicidi sociali quanti sono i voti che hanno preso. Mentre accade tutto questo: un’altra donna, Vira Orlova, chiamata Ylenia, muore dissanguata dopo un aborto "spontaneo". Muore perchè non ha potuto o voluto rivolgersi all’ospedale forse per non incorrere nell’intolleranza che oramai è diventata la regola. 

L’articolo che parla di questa vicenda racconta di una donna ucraina senza i visti di ingresso in italia sul passaporto. Il figlio della anziana signora assistita racconta che Vira Orlova era "in prova". Così Ylenia aveva anche paura di perdere il posto di lavoro. 

Ylenia avrebbe compiuto 40 anni domani, l’11 giugno e aveva un figlio. Invece è morta in casa della signora il cui figlio specifica che lei si trovava lì "solo da pochi giorni".

Era sola, nella sua camera da letto a perdere sangue che raccoglieva in una bacinella, perchè una donna straniera che perde la vita deve fare persino attenzione a non sporcare. Poi è caduta a terra ed è morta.  

Leggiamo che il figlio della signora assistita ha indicato ai carabinieri dove fossero le amiche di Ylenia presso le quali lei trascorreva il suo tempo libero e i carabinieri cercano quelle donne descrivendole come "clandestine".

Mi piacerebbe sapere se c’e’ qualcuno che si sta preoccupando di capire se responsabili della sua morte sono stati gli eventi, le circostanze o una serie di soggetti precisi, inclusi i mandanti, coloro che attraverso le leggi mettono le donne straniere in condizione di essere ricattabili, invisibili, inesistenti. Un ingombro del quale liberarsi senza tentennare e facendo ben attenzione a descrivere in ogni frase parole che tranquillizzano, che attenuano, che salvano taluni contesti e ricercano responsabilità altrove.

Bari sta a sud e il sud è casa mia. Le parole citate nell’articolo mi evocano un ricordo: mi è capitato di lavorare in nero e tutte le volte il datore di lavoro mi diceva che in caso di controlli avrei dovuto dire che ero "in prova" e che ero lì da "pochi giorni" come se tanto giustificasse la questione.

Tempo fa avevamo parlato di un farmaco antiulcera che viene usato parecchio dalle donne straniere per provocare un aborto con conseguenze molto spesso gravissime. A turno varie fonti di informazione si sono dedicate all’argomento e c’e’ chi ha approfondito scoprendo che le farmacie vendono il farmaco senza prescrizione medica.

Se una donna straniera viene messa in regola può chiedere il permesso di soggiorno e se ha il permesso di soggiorno non ha bisogno di abortire "spontaneamente" in casa ma potrebbe andare in ospedale. Questo ragionamento prescinde dalla questione in se’ perchè non abbiamo motivi per non ritenere la famiglia che ha avuto "in prova" Ylenia anch’essa assolutamente vittima della difficilissima burocrazia razzista e delle circostanze. 

Ylenia però è morta e il quotidiano online sta ben attento a fare apparire questo fatto come lontanissimo dal contesto in cui viveva e dalla condizione di "clandestinità" nella quale era costretta. "Aborto spontaneo", "in prova", "pochi giorni", "aveva paura di perdere il lavoro", "aveva paura di essere giudicata", e conclude con la descrizione di altri decessi "accidentali" di persone che andavano dai 68 anni agli 81. Come se non vi fosse alcuna differenza. Come se non vi fosse alcuna analisi specifica da fare.

Roberto scrive: "E’ l’ennesimo episodio in città nell’ultimo anno: c’è stata la morte di Joy Johnson, per malaria non curata, e poi quella di un’altra donna nigeriana investita sulla statale 16: fuggiva perchè aveva visto un’auto dei carabinieri. Il discorso pubblico razzista ha generato dispositivi davvero mortiferi: non c’è bisogno di ronde e pestaggi."

E Angela aggiunge: "E’ quella "violenza invisibile" di cui parla Zizek, quella violenza sistemica che si origina nel *funzionamento ben oliato dei nostri sistemi economici e politici*. Inoltre questa vicenda mi fa riflettere sul fatto che se per i lavoratori dei campi (tra cui si contano tanti desaparecidos, proprio qui in puglia) è stato possibile almeno iniziare ad istituire degli ambulatori in capitanata per fornire assistenza sanitaria e accesso a servizi fondamentali, per le donne tali servizi sono ancora più irraggiungibili, perché sono rinchiuse nella prigione dello spazio domestico praticamente 7 giorni su 7."

Ecco tutto. Ylenia, una delle tante esistenze “in prova” schiacciate al margine nel nostro paese, è morta. Brindate bene, onorevoli e onorevolesse del centro destra (e dei centri sinistri alla fassino). Brindate tanto. E che vi vada di traverso…

—>>>La foto viene da qui

—>>>Leggi della Campagna "Io non respingo" con iniziative in tutta l’Italia a partire dal 10 giugno

Posted in Pensatoio.


4 Responses

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  1. (g)ilda says

    sono degli assassini. serial killer.
    e per strana associazione mi viene in mente l’accanimento con cui si voleva tenere in vita il corpo di Eluana – o i diritti dell’embrione:
    perchè la vita è sacra…

  2. (g)ilda says

    non hanno neanche bisogno dei lager questi assassini…e per strana associazione mi viene in mente con quanto accanimento hanno cercato di salvare il corpo di eluana englaro, perchè la vita è sacra…

  3. xpisp says

    Indignazione contro chi ha diffuso notizie false.
    1° una donna in gravidanza può chiedere il permesso di soggiorno(oltretutto era pure in possesso di regolare passaporto), purtroppo in questi mesi il tam tam che mistificava tale realtà ha fatto i suoi danni.
    2° tale legge, anche se fosse come detto falsamente, non è ancora andata in vigore… ma il tam tam ha funzionato

    infine un particolare, questa donna era sfruttata, purtroppo sono tanti a mettere “in prova” le persone chi ha il dovere di controllarle?
    Mi auguro che a queste persone venga applicata la legge sull’esproprio della casa.

  4. wonderely says

    già, che gli vada di traverso…

    non sono indignata…qualcosa di più…e mi dispiace tanto per quella donna…non si può far morire qualcuno così…non è umanamente concepibile…ma infatti qui non esistono più gli esseri umani…sono tutte bestie quelle là fuori…

    ciao