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Le consapevolezze collettive nascono dalla somma di scelte individuali

Il Paese delle Donne Online (che vi invito a consultare spesso), pubblica un comunicato dell’Udi Napoli a proposito delle pubblicità sessiste. Parla di oscuramento, sminuisce i gesti individuali e definisce un "di più" l’intervento della amministrazione comunale. Come ho scritto a commento del loro comunicato ogni pratica è una scelta e per quello che mi riguarda non amo i termini "oscurare", ma sovversione comunicativa, non amo i gesti che vengono dall’alto ma – come scrivo – la somma di gesti individuali. Vi copio il comunicato preceduto dal commento.

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Ogni iniziativa e ogni pratica ovviamente va bene. Mi piacerebbe che
ciascuna pratica però non delegittimasse le altre. La richiesta di
intervento presso le istituzioni è una scelta.
C’e’ chi non vuole farlo e invece giudica utile la somma di "gesti
individuali".
Diffondere la cultura delle sovversione comunicativa
tra tutte,
ciascuna con un pennarello in tasca a far diventare i messaggi
esistenti veicolo di altri significati, a mio parere è per esempio una
scelta più incisiva.
E’ la coscienza delle individue che fa una collettività consapevole e
cresciuta e non la scelta di alcune e la decisione dall’alto di una
amministrazione, per quanto simbolica possa essere.

Dopodiche’ a mio avviso si sbaglia il tiro. Il punto non è fare sparire
le pubblicità con i corpi delle donne. Il punto è non consentire a
nessuno, amministrazioni comprese, di usare i corpi delle donne per
gestire affari di nessun tipo.
I corpi lucrati, anche ad uso di benemerenza per le istituzioni, sono
comunque offesi.

La richiesta di un intervento amministrativo, cioè di una
amministrazione maschia, attiene poi alla scelta di delega e
dell’affidarsi a qualcuno. L’amministrazione così come le ronde, la polizia.

Ripeto – è una scelta – non l’unica possibile. Personalmente una scelta che manca di accertarsi che i livelli di
consapevolezza collettiva esistano. Una scelta che evita la diffusione
di un meccanismo virale di giudizio critico che deve coinvolgere tutte. Darsi la facoltà di ripulire la città dalle pubblicità sporche somiglia
alla facoltà di ripulirla dalla monnezza. E nessuna amministrazione comunale deve poter sostituire
l’autorganizzazione delle donne. E’ sufficiente berlusconi a vantarsi delle sue logiche patriarcali di
ripulitura della città.

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Napoli città libera dalla pubblicità lesiva della dignità femminile

La
proposta dell’Udi per “Napoli città libera dalla pubblicità lesiva
della dignità femminile”, è stata recepita per la sua concretizzazione
dall’assessora alle Pari opportunità Valeria Valente.
La pubblicità dei cartelloni per le strade si può spegnere?
Se infama e (…)

Udi Napoli

La pubblicità dei cartelloni per le strade si può spegnere?

Se infama e danneggia le donne, non si può spegnere
come una radio. Se invita alla violenza non si può spegnere come un
televisore.

Fuori dalle case, proprio dove siamo più vere e libere,
dove siamo prima di tutto cittadine, le affissioni che offendono la
nostra dignità non possono essere oscurate con un gesto individuale. Ci
vuole di più.

Da cittadine vogliamo fare un gesto collettivo
sollecitando l’Istituzione-Comune di Napoli a spegnere nei propri, e
nostri, spazi il messaggio di chi non rispetta le regole, del codice di
autodisciplina nella pubblicità, e prima di tutto la dignità delle
donne. Vogliamo una città libera dalla pubblicità lesiva della nostra dignità

Abbiamo fatto molto, ma ciò che tutte vediamo è troppo: le immagini che ci aggrediscono sono sempre più legate all’idea di un erotismo unilaterale dove le donne sono solo oggetti. Da usare. A volte da stuprare, come suggerisce il linguaggio esplicito delle immagini violente.

Migliaia di donne, che hanno fino ad ora partecipato alla Staffetta contro le violenze,
hanno parlato delle esperienze nelle quali sono state vittime di
violenze. Migliaia di donne hanno denunciato l’insopportabile cultura
dell’uomo padrone nella famiglia, nel lavoro e nelle relazioni
politiche.

Quanto abbiamo ascoltato e quello che contrastiamo da tempo nella pubblicità, ha una straordinaria attinenza con l’immagine attribuita alle donne nel corso di questa campagna elettorale.

Parliamo e agiamo sulla pubblicità, e quando ne
parliamo sappiamo di toccare anche la politica perché usa immagini
false per nascondere le donne vere, anche quelle poche candidate,
impunemente private del contributo loro destinato. Mentre avviene
l’inutile scontro “tra i capi”, per togliere parola alle donne.

Come sempre, nonostante i capi, continuiamo la lotta
per prendere in mano le nostre vite e il governo delle cose, come
sempre nonostante la finzione dei potenti.

Sapremo fare le nostre scelte, ognuna sapendo quello
che fa, nonostante la propaganda ingannevole che delegittima “le altre”
in favore di uomini che non pensano a noi che come oggetti. Guardando
oltre gli schermi. Guardando alla sostanza, che senza le donne resta
fuori dalla politica.

La nostra proposta per “ Napoli città libera dalla pubblicità lesiva della dignità femminile ”, è stata recepita per la sua concretizzazione dall’assessora alle Pari opportunità Valeria Valente.

Nell’assemblea di ieri 28 Maggio presso Evaluna hanno espresso la loro adesione l’Ass. Maddalena, Arcidonna, DonneSuDonne.

Abbiamo inoltre ricevuto messaggi scritti di sostegno e adesione da
parte di Angela Cortese (assessora provinciale) e da Filomena Gallo
(Amica cicogna).

Posted in Corpi, Fem/Activism.


5 Responses

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  1. fikasicula says

    @rosa:

    “spero che si stanchino subito” è proprio una battuta da donna violentata. non puoi filtrare i commenti? e se no allora il punto non è sperare che smettano. il punto è dire pubblicamente quello che ti sta succedendo. quella è già denuncia politica.

    @cloro:

    se i cartelli sono in alto ci arrampicheremo o scriveremo in basso con una freccia verso l’alto. della seire: “tutto quello che sta lì è merda”! 🙂

  2. cloro says

    Trovo questa fregola di mettere in mano alle autorità la propria dignità sfregiata per le strade un sintomo dei tempi. Che ribadisce la necessità della delega ai pochi come prassi per ogni protesta.

    Concordo con te: mgliaia di donne armate di pennarello possono fare un’azione piu’ incisiva e capillare.
    Da noi però i cartello ni li mettono in alto…molto in alto.

  3. rosa says

    Purtroppo non possiedo un moderatore dei commenti..ma se li cancello spero che si stanchino subito.
    Condivido il tuo paragone con gli stupratori, poichè pensano che i nostri spazi come il nostro corpo appartengano a loro.
    che intendi per iniziativa politica? 🙂

    un bacione

  4. fikasicula says

    cara rosa,
    il signore che sta commentando da te come scommetto in molti altri blog e forum sulla storia delle pubblicità fa parte della solita compagnia di maschilisti che si muovono come squadristi stalker.

    solita modalità vittimista, solito ricorso allo stratagemma del “non censurate i nostri commenti”. solita ossessiva-compulsiva azione di invadenza degli spazi altrui per sovradeterminare dibattiti e prevaricare confronti.

    si chiama squadrismo, stalking digitale. sono maschilisti che si giustificano a vicenda e che ti insidiano sul tuo blog perchè ritengono che tutto gli sia dovuto esattamente come insisterebbero sul tuo corpo perchè ritengono di poterne fare quello che vogliono.

    non accettano un NO. non accettano di sentirsi indesiderati. non accettano l’idea che possa esistere una opinione diversa dalla loro.

    sono stupratori virtuali, violentatori della sfera dell’opinione, maschilisti fascisti che se vuoi tenerli fuori devi serrare la porta a chiave o moderare i commenti altrimenti è colpa tua, sempre colpa tua, perchè tu esisti, ti esprimi, parli, e dunque per ciò stesso meriti di essere assillata. subissata di insulti.

    ricordalo, rosa, stupratori virtuali, stalker digitali, squadristi fascisti e maschilisti., sessisti senza speranza. in poche parole: merda.

    per difendersi da loro bisogna parlare di autodifesa digitale.

    ignorali, calcellali, modera i commenti e sappi che non sei la sola ad essere subissata dai loro insulti.

    presto proporremo una iniziativa politica contro questa cacca umana.

    un abbraccio

  5. rosa says

    La protesta delle donne è meglio della censura. La censura è ipocrita e nasconde..mentre le donne che fanno capire alla gente che una cosa offende aprono gli occhi anche verso le altre donne che non si accorgono. Con la censura si rischia di tenere all’oscuro. Diciamo che questo fa paura a molta gente che suggerisce la censura. Da parte di un collettivo femminista, è assurdo xo sminuire l’azione delle compagne!

    Ti dico una cosa che nn c’entra nulla cn il post. pensa che nel mio blog c’è un signore che ci da delle frustrate quando non ci va bene una pubblicità. Possibile che ancora oggi noi donne dobbiamo aderire senza lamenarci (starci zitte detto meglio) ad un modello e per giunta imposto e offensivo?
    Addirittura ha detto che sarebbe meglio che a noi donne che imbrattiamo i manifesti ci puniscano penalmente (??!!)

    In Italia si da troppo per scontato che rappresentare i sessi dentro stereotipi sia un fattore biologico anzichè culturale. Inoltre c’è un vergognoso rifiuto dl femminismo. Questo rifiuto del femminismo piu’ da parte delle donne che degli uomini, ha portato ad una cultura che legittima il maltrattamento delle donne e lo fa rientrare addirittura come una forma di libertà femminile. Le donne che hanno rifiutato il femminismo si lasciano trattare come oggetti sessuali, infatti lo vediamo in tv e nei cartelloni 🙁
    In Italia nn c’è maschilismo c’è prprio misoginia che è peggio! una misoginia che tende a dire che in italiale donne stanno bene aggiungendo anche quel troppo come se i nostri diritti fossero ingiusti o usurpassero la società. Fanno spesso confronti con le civiltà islamich, quel che peggio!

    Ho visto il documentaro il corpo delle donne, mi è piaciuto tantissimo perchè mi ha dato la senzazione che noi donne italiane indossiamo un burqa che è quello del cammuffamento dei nsotri corpi con la chirurgia plastica.