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Heineken: lo spot sessista che strizza l’occhio al branco

http://www.youtube.com/watch?v=m5h-aO_ngZo

La pubblicità della birra si rivolge evidentemente ai maschi. Lo abbiamo visto con la Guinness (stessa logica della "condivisione" in branco di birra e donne) ma anche con la Heineken. Una delle ultime pubblicità, la ricorderete, faceva la parodia delle donne sullo stile sex in the city inserendo l’immagine di uomini altrettanto fanatici che lanciavano urletti per un mega frigo pieno di birre opposto ad un mega armadio pieno di scarpe alla moda.

Tutte cose che ci riguardano poco giacchè la maggior parte delle donne sono precarie e non potrebbero permettersi case lussuose ne’ tantomeno armadi pieni di scarpe. Avremmo altro cui pensare, ad un armadio pieno di scarpe molte tra noi preferirebbero grandi stanze piene di libri e la parodia dunque resta a chi la fa o quantomeno resta nella sfera autoreferenziale del mondo finto e patinato proposto nelle serie di film per la tivu’.

La Heineken però non smette di voler essere "simpatica" e stavolta si affida alle mani di italiani che "creano" la campagna "Are you still with us?" (sei ancora dei nostri?). Due spot:

"Ideati da Bruno Bertelli (Vice Direttore creativo e copywriter) e da
Cristiana Boccassini (Art Director) dell’agenzia JWT. Direttore creativo esecutivo è Pietro Maestri e la pianificazione è di M,C&A Mediavest. Per
la casa di produzione Filmmaster è produttore esecutivo Ada Bonvini,
alla regia vi è Erich Joiner, mentre la fotografia è firmata da Robert
Richardson.
"

Nomi d’eccellenza (per quanto io non abbia la minima idea di chi siano costoro) per una prima pubblicità che vede gli amiconi a fare un trasloco per poi concedersi una birra e una seconda – la vediamo in questi giorni e potete gustarvela sopra – che si appassiona all’idea miserrima di un gruppuscolo di amici che lasciano una donna fuori dalla porta, come si fa con i cani che altrimenti sporcano il tappeto buono del salotto, per poi concederle una pausa pappa (la birra in ciotola) tra un tempo e l’altro della partita (per l’esattezza, al cane viene dato accesso, alla donna no: che tristezza!).

Perchè questa donna sia rimasta fuori dalla porta ad aspettare di vedere il muso paraculo del suo fidanzato non è dato saperlo ma la cosa evidentemente pare tanto divertente. A tal punto che è la stessa organizzazione della campagna a inserirlo su youtube con la denominazione di "video divertente".

Mi sforzo e ci penso: cosa può essere divertente? Il sessismo? La scelta dei due soggetti, lui dal ciuffo fascinoso e lei dalla posa buffa, giusto per richiamare la legittimazione di un atto di bullismo (donne buffe o erotizzate fino ad essere scopabili: questa la sequenza di possibilità che la pubblicità ci riconosce)? L’offesa alle donne usate come accessorio fino a che non si ripete il richiamo machista della truppa "sei ancora dei nostri, uomo"?

L’ho chiesto ad un amico che per di più beve birra e lui ha detto due cose: 

1] il maschio cretino che è in lui gode di quella istigata idea di complice fratellanza che esclude e umilia quella donna.

Chiedo: umiliare la donna fa ridere?

Risposta: si. Ma fa più ridere la faccia che fa lei. Incazzata ma senza capacità di reazione. In poche parole, passiva.

2] la persona intelligente che è in lui si sente una merda ma gode dell’idea liberatoria di poter dare libero sfogo ad una risatina sottobanco mentre la donna che gli sta accanto lo guarda incazzata.

Chiedo: idea liberatoria?

Risposta: si. Sta nello sbracamento. Vedere una partita, bere una birra e trattare male una donna è idea di trasgressione e libertà.

Conclusione: il mio amico ha ragione. In Italia gli uomini non trattano le donne da persone perchè le ritengono tali ma solo perchè è la norma a costringerli. Fare le brave personcine con le donne non gli riesce tanto e liberare la parte nascosta, quella che vorrebbe zittirle, chiuderle in uno sgabuzzino quando parlano, spegnerle e riaccenderle solo per usi precisi, in poche parole dominarle senza difficoltà e leggi che si oppongono all’istinto della bestia che vive in loro, diventa quasi catarsi.

Heineken offre tutto questo. Made to entertain. Strizza l’occhio ai compari e promette: Bere, sbracarsi e licenza di mandare ‘affanculo una donna. Il branco tutto può. Il branco tutto fa.

Quello che spero è che una pubblicità di questo genere sortisca anche altre conseguenze. Non mi capita una cosa di questo tipo semplicemente perchè odio tutto ciò che è calcio, pallone, rete, goal, palla in centro, sport fallico e tifo in branco da stadio all’insegna del mettila in buca. Dovesse mai capitarmi, non si sa mai – avete presente shining? wendyyy? – sfracellerei la porta, scasserei la televisione, farei esplodere la birra su tutto il salotto e poi, con grande soddisfazione, manderei a fare in culo il coglione che potrà restare "dei loro" per tutto il tempo che vorrà.

Per i creativi: non mi copiate questa idea. Chiederei i diritti e in ogni caso la Heineken non la compro.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


10 Responses

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  1. a-femminist says

    Forse avete ragione, ma non potete negare che girano (o sono girate) anche tante pubblicità antimaschili…

  2. a-femminist says

    Forse avete ragione, ma non potete negare che girano (o sono girate) anche tante pubblicità antimaschili…

  3. fikasicula says

    si d-K
    e se leggi al link riferito alle note sulla pubblicità, dove ho tratto le notizie su chi l’ha creata e ralizzata vedi anche i curriculum di questa gente. nomoni…

    avranno percepito una montagna di soldi.

  4. d-K says

    Hai ragione, Fika.
    Riguardo la domandona, ti dico solo che quella cagatella di mosca che passava come spot di un famoso gruppo assicurativo (quella col sole, per intenderci) pare sia costata centinaia (700) di migliaia di euro solo di compenso al regista, perché famoso quindi superpagato a prescindere dal risultato pessimo (parola di conoscente grafico pubblicitario). In sostanza, credo l’abbiano pagato parecchio visto che nel corsivo che hai riportato pare che quelli del team creativo siano tutti molto noti.

  5. fikasicula says

    d-K
    il fatto che sia una donna può essere incidentale 🙂
    non cambia molto.
    le aziende vogliono vendere e i “creativi” usano idee che secondo il loro punto di vista fanno vendere.
    potrebbero sforzarsi di più. perchè una cosa resti impressa ci vuole fatica ma loro non impiegano neppure un grammo di intelligenza. sono banali. monotoni. scontati.
    in fondo non sanno fare il proprio lavoro a prescindere da quale fatturato realizzi l’azienda per cui hanno fatto la pubblicità.

    piuttosto io chiederei quanti denari è costata questa perla. quella si che sarebbe una domandona.

  6. d-K says

    Ho visto… Bravissime! 😀

    Più che altro comincerei a pormi delle domande su Cristina Boccassini (e a porgliele) visto che era nel team creativo di questo spot. Certo non pretendo che tutti abbiano una seppur vaga coscienza di genere ma qualche dubbio le sarà venuto nel tirare fuori ‘sto coso? Ha in tale misura fatto proprie le idee del mondo della pubblicità (spesso, lo vediamo, maschiliste) da non rendersi conto del significato di questo spot? Oppure, pur di compiacere i possibili acquirenti del prodotto, a seguito di approfonditi studii del settore di mercato interessato, è disposta a tutti i compromessi?

  7. fikasicula says

    d-K guarda il nuovo post e vedi un po’ che hanno combinato le compagne romane 😀

    sulla birra sono d’accordo con te. come dicevo le donne vengono rappresentate come buffe (anche appiccicose, invadenti) o erotizzate e scopabili. una che se ne frega di andare a rompersi le ovaie nel vedere i virilacci far scorrere fiumi di birra mentre godono dei goal altrui, con esercizio di incitamento da branco, resiste solo nella fantasia di chi è talmente pieno di se da non vedere quanto il mondo sia andato avanti.

    per fortuna che ora si sa che erano gli uomini a dire a noi che non dovevamo uscire senza di loro…

  8. d-K says

    Julie, in TV non l’hanno tagliata l’ultima parte: di molti spot girano due o più versioni di diverse lunghezze per adattarsi a esigenze di tempo, posizionamento e prezzo.

    Lo spot non m’è piaciuto dall’inizio ma provo a darne un’ulteriore interpretazione: dovrebbe essere la vittoria del gruppo di amici sulla fidanzata appiccicosa. Quel “Sei ancora dei nostri?” dovrebbe lasciare intendere che l’ultimo ragazzo ha abbandonato la frequentazione del gruppo a causa della fidanzata troppo soffocante (i due orrendi maglioni, presumibilmente fatti o acquistati da lei, dovrebbero rafforzare l’idea che lei sia “insopportabile” e lui succube). Chi ha progettato lo spot pensava di svicolare dal dare un’impressione d’intento machista rendendo la ragazza immediatamente antipatica attraverso la sua caratterizzazione, in modo tale da far risultare lui e i suoi amici come le “povere vittime” che si prendono la “meritata” rivincita. Credo abbiano anche voluto ammiccare al sempre più diffuso senso di “assedio alla propria virilità” di cui oggi si lamentano molti uomini (in realtà già dall’ottocento; cfr. Bellassai). Ad ogni modo direi che hanno sbagliato in toto visto che lo spot non è ‘sto granché e ne traspare tutto il carico d’idee maschiliste.
    Quella dell’armadio era più simpatica nel suo prendere in giro due stereotipi.

  9. Julie says

    Ho visto questa publicità più volte ma non capivo perché il ragazzo chiudeva la porta in faccia alla coppia (la fine de la publicità dove il fidanzato porta la birra alla sua ragazza è stata tagliata in tv). E sopratutto non capivo perché doveva essere divertente.
    Grazie per le spiegazioni.
    Ma mi sbaglio ho la donna è sempre più considerata un oggetto per uomini ? Il femminismo non è morto come dicono certi e non deve arrendersi !

  10. Natla says

    Vista ieri sera per la prima volta. Appena mi sono ripresa ho pensato a te e a questo blog. Sbollita (poco) l’indignazione mi sono stupita.
    Ma che strategia è sbattere la porta in faccia a metà della clientela potenziale? Vendi birra mica sospensori. Che senso ha?
    Già l’heineken sta alla birra come la cocacola sta al Barolo, inoltre vendere bibite gassate alle donne è arduo di per se’ per cui, davvero, commercialmente mi sembra una gran cazzata.
    (Anni fa Gramellini scrisse un articolo a proposito del mercato che preferisce i single per vendere il doppio di tutto. Direi che l’unico fine “utile” di questa pubblicità sia scavare ancora un po’ il medesimo solco tra i sessi.)

    Condivido la tua conclusione ma farei meno fatica. Prima cambierei la serratura di casa lasciando a lui il piacere di abbattere la porta, trovare la casa vuota e riscoprire le piccole gioie quotidiane della singletudine. Dalla spesa, all’asse da stiro.

    Il video è comunque un buon test cui sottoporre i propri compagni. Da consigliare a quelle che scrivono alla posta del cuore “ma mi ama veramente?”, “sarà pronto per impegnarsi seriamente?” Mostragli questa pubblicità tesoro. E se sorride cambia aria alla svelta. E’ uno stronzo senza speranza.