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Donne migranti

http://farm1.static.flickr.com/142/343930160_8ba54bdd57.jpg?v=0S. è amica di C. La prima ha il permesso di soggiorno e la seconda no. Le incontro spesso assieme ad altre donne migranti. Avevamo in progetto un corso di autodifesa per il quale compagni e compagne si erano resi disponibili al centro sociale. Poi però le mie amiche si sono scontrate con la difficoltà del vivere quotidiano: famiglia, bambini piccoli, tempi di lavoro senza pause in orari civili. Perciò per la prima volta abbiamo deciso di vederci in casa di quella che aveva più difficoltà e così abbiamo continuato. Lei prepara la cena per tutte, le altre portano altre pietanze e ciascuna con i propri carichi e i propri figli arriva a consumare una serata di libertà.

Quando i bimbi e le bimbe stanno a letto a noi è permesso simulare le 4 mosse che conosco e puntualmente si finisce per ridere e gettarsi a terra su un grande tappeto che in tanti mesi è stato culla di tanti racconti. Cose di donne, per lo più, perché anche le persone senza “diritti” sanno scherzare, si innamorano, hanno storie, sono corteggiate, amano curarsi, pettinarsi nel modo che più gradiscono. Racconti che parlano di una quotidianità che vorrebbero vivere senza pretese e senza paura.

Ultimamente le loro narrazioni si sono arricchite di particolari differenti. Dettagli che parlano di una “insicurezza” che non può essere raccontata alla luce del sole.

C’e’ L. che ha paura per suo figlio. L’ha raggiunta dopo tante tribolazioni, con parenti che hanno venduto fino all’ultimo bene per pagargli la fuga da un luogo che lo avrebbe reso soldato prima che diventasse uomo, e ora ha perso il posto di lavoro. Senza permesso di soggiorno rischia di essere arrestato e espulso. Mi dice che c’e’ chi vende le carte a prezzi indecenti e lei non ha soldi.

K. ha paura di vedere uscire di casa il suo uomo senza che possa più tornare. Mi ha raccontato di una sua conoscente che non è neppure riuscita a sapere dove avessero portato il suo compagno.

Y. lavora in strada, per pagarsi un farmaco con obbligo di prescrizione si rivolge ad un "cliente" italiano che ne approfitta per fare partecipare al banchetto anche qualche amico, e ha sentito le colleghe dire che se le prendono c’e’ l’espulsione. Se il lavoro di sex workers fosse regolare non avrebbero così tanti problemi e potrebbero avere un permesso di soggiorno.

R. ha sempre tanti problemi con il marito ma ha paura di denunciarlo perché è in attesa del rinnovo delle carte e le donne straniere non hanno nessuna tutela neppure in caso di violenza.

L. vive con padre, madre e fratello. Vorrebbe andare via di casa per non subire più nessun maltrattamento ma non può. Non ha soldi ne’ un posto diverso in cui poter vivere. Se abbandona la casa paterna rinuncia anche al diritto di stare in italia.

M. racconta di una sua conoscente che è stata violentata ma non può dirlo a nessuno perché la sua comunità chiede alle donne di soprassedere. Ogni denuncia costa una espulsione e non sempre per chi ha commesso violenza. Gli stupri e le violenze passano in secondo piano.

B. racconta di molestie sul lavoro: il figlio della signora cui fa da badante la ricatta, le telefona anche nel cuore della notte, la perseguita. Lei non può fare a meno del lavoro e nasconde tutto al suo compagno. Se intuisse quanto accade potrebbe essere tentato di difendere la sua donna e sarebbe grave. Gli italiani agli occhi della legge hanno sempre ragione.

T. invece viene pagata sempre con mesi di ritardo. Una mensilità per volta. Il datore di lavoro si occupa di cooperazione e diritti umani. Se T. si rivolge al sindacato non otterrà il rinnovo del contratto (a progetto, per ricattare meglio la dipendente) e neppure quello del permesso di soggiorno.

http://farm1.static.flickr.com/133/343930161_c8c59a5ad1.jpg?v=0

Potrei raccontarvi molte altre storie che digerisco senza masticare. Bocconi interi, amari. Vite negate che io vorrei restituire una per una senza tuttavia avere altra possibilità se non quella di dare qualche suggerimento, qualche strumento di comprensione, tradurre il burocratese in italiano, accompagnare per uffici se serve, indicare riferimenti utili e dare sostegno morale.

Perciò il corso/amichevole di autodifesa contro la violenza maschile si è trasformato in un confronto/corso di autodifesa contro la violenza razzista e istituzionale che si rende complice di tante violenze e rende le donne, soprattutto quelle straniere, private del diritto alla cura e all’accesso ai servizi e ricattabili fino al punto di rinunciare persino alla possibilità di difendersi. Prova di una politica razzista e del fallimento dei provvedimenti concentrati sullo stupratore "straniero" ed estraneo alla famiglia della inconcludente e inconsistente carfagna. Provvedimenti annunciati, che non hanno impedito un solo femminicidio e una sola violenza come la triste cronaca di Zeroviolenzadonne.it tutti i giorni descrive, accompagnati dalla pubblicizzazione di arresti che – come per molti casi di stalking – finiscono in processi farsa con sentenze di assoluzione motivate dalle opinioni personali dei giudici

Ogni incontro, dicevo, mi lascia senza fiato, impotente, arrabbiata. Ci salutiamo che è quasi l’alba e loro si raccomandano che io faccia attenzione. Si preoccupano per me.

Perché?” – chiedo.
Perché se sanno che tu ci frequenti potresti avere dei problemi…” – rispondono mentre mi abbracciano.

E io mi vergogno. Mi vergogno da morire. Penso all’Ong – una delle tante – che campa di finanziamenti pubblici per occuparsi di integrazione e che ho mandato a quel paese mentre mi chiedeva di fare la Kapo’ di un esercito di stranieri e straniere (quale forza lavoro) intrappolati e ricattati da una burocrazia ignobile.

Penso ai metodi che vengono usati per far restare in schiavitù gli stranieri che lavorano per la cooperazione o per onlus con progetti specifici rivolti a loro: lusinghe, trattamenti personalizzati a seconda del livello di fedeltà, divisione in buoni e cattivi, estromissione di soggetti "fastidiosi" (che rivendicano diritti) e di donne che accidentaccio si permettono di sposarsi e fare un figlio proprio quando c’era da lavorare, separazioni per etnie con giudizi che rasentano la follia (tipo: i cinesi parlano di sciopero e sindacati mentre gli arabi e gli albanesi sono così accomodanti e *responsabili*), promozione a vice kapo’ (kapo’ principale è generalmente un coordinatore o una coordinatrice italiana) dello straniero o della straniera più mansueta per far fare a lei il lavoro sporco, il cuscinetto, il paratutto che incassa lamentele e impedisce, senza mai dare risposte reali, che arrivino ai piani alti. Proprio come accadeva nei campi di concentramento. Nulla di diverso. Perchè il "male" non sta da una parte sola, purtroppo.

Salgo in macchina, provando a posizionare la mia precarietà tra le precarietà del mondo, metto in moto e percorro le strade deserte. Non posso fare a meno di piangere.

—>>>Capita anche di lavorare e vivere in italia per vent’anni e di essere arrestata mentre fai la fila per il permesso di soggiorno. Capita che vogliono espellerti e rimandarti in un posto dove non hai più nessuno e allora capita che scegli il suicidio come atto di ribellione contro una disumanità senza limiti. A Roma, Bologna (14 maggio) e a Firenze e Napoli (13 maggio) saremo in piazza per Nabruka Mimuni e in solidarietà con le recluse e i reclusi dei Cie.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


3 Responses

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  1. fikasicula says

    ecco anna:
    QUI trovi il pacchetto sicurezza con tutte le modifiche fatte nelle varie commissioni prima di arrivare ad oggi.

  2. fikasicula says

    cara anna,
    l’articolo 60 è stato abrogato con un emendamento di un deputato di forza italia, cassinelli.
    trovi tutte le notizie QUI.

    ciò non toglie comunque che per il resto il decreto sicurezza sia liberticida.

  3. anna says

    ciao
    stavolta ho messo il link per un motivo serio: l’emendamento D’Alia che a mio modesto parere, ma anche a parere di tanti altri anche, avvocati e giuristi, cerca di mettere la mordacchia ai siti e ai blog scacciato per la finestra rientra dalla porta, diventa Art. 60 nel ddl 733 di cui ti copioincollo il testo:

    Art. 60. (Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet)
    1. 1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
    2. 2. Il Ministro dell’interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all’adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all’autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
    3. 3. Entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con i Ministri dell’interno e per la pubblica amministrazione e l’innovazione, individua e definisce, ai fini dell’attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
    4. 4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l’effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l’attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.

    Non metto link perchè non so se poi il sistema mi manda in moderazione trovate i link con tutto il ddl in pdf sul sito del senato
    ringrazio la mailnglist di helena velena tamite la quale ho avuto questa notizia saluti
    anna