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Dentro e fuori i Cie di Bologna e Roma. Presidio anche a Firenze e a Napoli

Segnalo un articolo di uno storico olandese che definisce berlusconi il nuovo duce d’europa. La sua lettura va oltre l’italia e descrive il possibile assetto europeo dopo le elezioni. In europa vedono probabilmente con più chiarezza quello che a molti qui sembra poco chiaro. Confusi da una informazione in mano ai soliti noti, quotidianamente terrorizzati dalla campagne della "paura", sorvegliati con telecamere e filtri della nostra comunicazione internet, con tanti impiegati del "respingimento", le deportazioni e le ronde, siamo l’unico stato d’europa che si servirà di milizie per la sicurezza, squadracce fasciste, per creare un esercito oltre l’esercito, per uno stato oltre lo stato. Quel pezzo di centro/sinistra che è stato corresponsabile di questa politica razzista, che giustifica oggi la politica della violazione dei diritti umani può definitivamente rinunciare alla definizione di "sinistra". Volendo può anche cambiare il termine "centro" con "destra". E’ quello il posto di D’Alema, Fassino e Rutelli che saranno giudicati dalla storia per la loro complicità a questo massacro.

Vi invito a visitare il blog delle donne contro il razzismo. Condivido anche l’info sulla manifestazione nazionale contro il razzismo che ci sarà a Milano il 23 maggio (sito di riferimento: "Da che parte stare"), quella sul presidio del 13 maggio a Roma (ore 14.00 a montecitorio) e a Firenze (leggete il volantino di "Libere Tutte" sotto), sul Presidio antirazzista a Napoli il 13 maggio via ponte di tappia ore 17.00 (sotto l’appello della rete antirazzista napoletana) e la comunicazione dei gruppi che manifestano a sostegno dei reclusi e delle recluse dei Cie di Roma e Bologna:

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Continuano le mobilitazioni dentro e fuori le gabbie di Roma e di
Bologna. Nate dal pestaggio di Raya e dalla morte di Nabruka, sembrano
proprio disegnare una nuova ondata montante di questo movimento per la distruzione dei Centri che, nato con le rivolte lampedusane di inizio
anno, ha già ampiamente minato il tranquillo trantran dei lager di
mezza Italia. Un mese e mezzo sulle barricate, con scioperi, rivolte
ed evasioni di massa, poi la risacca dopo la notizia dell’effimera
sconfitta del governo sulla normativa dei sei mesi e poi ancora le
piccole e grandi vendette dei gestori dell’ordine contro alcuni dei
protagonisti delle lotte. Ora che la tregua è rotta, si torna
all’attacco. Ricomincia la mareggiata: noi, come sempre, siamo
orgogliosi di documentarla.

Bologna. A concludere la settimana di fuoco del pestaggio di Raya ci
pensano due reclusi, con determinata disperazione: uno inghiotte 10
lamette da barba, mentre l’altro si taglia in tutto il corpo, in
particolar modo nelle gambe. L’ambulanza, come sempre, è stata
chiamata con grande ritardo e reticenza dagli operatori della
Misericordia. Il primo è stato ricoverato, mentre il secondo, curato
alla svelta, è ancora nel Centro, però in isolamento, piantonato dalla
polizia e separato dai suoi compagni di detenzione. La sera prima
fuochi d’artificio avevano illuminato il cielo di fronte al Centro a
segnare la vicinanza tra i solidali fuori e i reclusi dentro – e la
voglia di lottare assieme.

Roma. Un corteo, autoorganizzato e fuori dalle sigle, ha attraversato
Roma nel pomeriggio di sabato. Trecento persone, e tra loro tanti
migranti. Un modo per ricordare Nabruka, ma anche per dare delle
indicazioni precise di lotta: non a caso i manifestanti, caldi e
determinati, si sono mossi fin sotto la sede della Croce Rossa e i
crocerossini, da bravi umanitari, si sono fatti proteggere da qualche
bel cordone di celere. Il giorno dopo, un presidio a Ponte Galeria,
invade la zona militare che circonda il centro – zona interdetta da
sempre nelle carte dei questurini – e la riempie di urla, slogan e
fumogeni. Un’enorme striscione si monta sui tralicci. Anche da dentro
la gente grida ed è entusiasta di non essere più tanto sola: il muro
per un attimo è un po’ più basso.

Da parte sua la polizia chiude nelle strutture le prigioniere per impedir loro di vedere lo striscione dal cortile e scaglia i rinforzi contro i solidali. Arrivano i pompieri e la scientifica a rimuovere lo striscione e la gente fuori viene identificata. Nessuno si scoraggia, si tornerà.

Ascolta la diretta sul corteo di Roma e sul presidio a Ponte Galeria su:

http://www.autistici.org/macerie/?p=15163

Per essere sempre aggiornato con le lotte a Bologna, leggi:

http://scheggia.noblogs.org/

Inoltre:

GIOVEDI’ 14 MAGGIO presidio a Bologna

. SOTTO LE DUE TORRI DALLE ORE 16:00

. SOTTO IL C.I.E. DI VIA MATTEI (BUS 14 A, 89) DALLE ORE 18:30

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http://www.zeroviolenzadonne.it/images/vignette/cie345-def.jpg

LIBERE TUTTE

condivide l’iniziativa lanciata dal Coordinamento donne contro il razzismo della Casa Interzionale delle donne di Roma e il loro documento “Abitare il mondo, sentirsi a casa “ che riproduciamo qui di seguito. Invitiamo inoltre a partecipare al Presidio  convocato da Arci e Cgil  a Firenze in Via Cavour  il

13 maggio ore 17,30 dinanzi alla Prefettura

ABITARE IL MONDO, SENTIRSI A CASA

Non si è sentita a casa Nabruka Mimuni, suicida nel  Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria
Non era la sua casa il mare che si è portato via la giovane nigeriana
 Esat Ekos  e il suo bambino annegati nel canale di Sicilia
Non si è sentita a casa Dorina Kristinel il suo bambino bruciati nella tendopoli di Castel Fusano a Ostia
A quali vessazioni sono sottoposte le donne che in queste ore vengono respinte dalle nostre coste e spedite in lager libici nei quali  le organizzazioni umanitarie internazionali non possono entrare ?

Noi non vogliamo essere complici di questa politica assassina

Noi siamo solidali con le donne che fanno lo sciopero della fame a Ponte Galeria

Le politiche razziste contro l’immigrazione dell’attuale  governo alimentano e si combinano con nuove forme di razzismo popolare – troppi ormai gli episodi di disumanità e violenza -, fondate su stereotipi e pregiudizi contro “lo straniero e il diverso”. Il risultato è una democrazia dimezzata , perché ogni forma di discriminazione è il contrario della democrazia; vogliono imporci  una cittadinanza e quindi anche una società chiusa e esclusiva, in cui tutte, native e migranti, stentiamo a riconoscerci.
Al contrario in questi anni abbiamo  lavorato in tante, per aprire il nostro paese al mondo e alle tante diversità. Il nostro stare insieme, ciascuna con la propria soggettività, rielaborando insieme il nostro essere nate in Italia o altrove, le nostre esperienze migratorie o le nostre differenze, è già un condividere, un’alternativa dal basso e dall’alto, allo svilupparsi di un  nuovo razzismo.

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Appello della Rete antirazzista napoletana

Mercoledì 13 Maggio

alle ore 17, in via Toledo (altezza Ponte di Tappia – Largo della Feltrinelli)

Presidio Antirazzista

Contro l’approvazione del DDL "sicurezza" e le deportazioni di profughi operate dal governo Berlusconi, per Nabruka Mimuni morta nel CIE di Ponte Galeria
e per ricordare il pogrom dei campi rom di Ponticelli esattamente un anno fa!

In queste settimane abbiamo avuto una traccia feroce del paese in cui si sta trasformando l’Italia: mentre continua incessante la campagna mediatica di stampo razzista, il governo approva con la fiducia un disegno di legge che inasprisce le norme per gli immigrati con dispositivi di autentico apartheid e centinaia di naufraghi vengono riportati in Libia in sfregio alle norme di diritto internazionale. Negli stessi giorni Nabruka Mimuni, una donna che era in attesa di essere espulsa, si è tolta la vita nel CIE di Ponte Galeria (Roma) temendo per il destino che la attendeva!

Proprio un anno fa, il 13 maggio del 2008, la città di Napoli è stata teatro di un orribile "pogrom", a colpi di spranghe di ferro e bottiglie molotov, contro le misere baracche di una comunità rom che da alcuni anni si era insediata nei pressi di via Argine a Ponticelli.
Un episodio infame le cui immagini hanno fatto il giro del mondo e che bruciano ancora nella nostra memoria e coscienza civile, come le fiamme che hanno distrutto quelle abitazioni.

Un dramma che non è rimasto un evento isolato ma ha significato l’inizio di una serie di avvenimenti contro gli immigrati, a Napoli e nell’hinterland napoletano: dall’incendio doloso ed il successivo sgombero dell’edificio occupato dagli immigrati e rifugiati africani di via Trencia a Pianura, vicenda che portò gli immigrati ad occupare il Duomo per costringere il Comune di Napoli ad una soluzione abitativa oggi ancora transitoria, alle aggressioni a sfondo razzista nei confronti della comunità di immigrati di via dell’Avvenire a Pianura, pilotate da personaggi della destra napoletana; infine il massacro dei sei lavoratori immigrati a Castelvolturno per la strategia stragista di una parte del clan dei casalesi.

Tutti questi episodi sono apparsi, ed appaiono tuttora, avere come filo conduttore interessi trasversali, immobiliari e speculativi, che affondano le radici nel malaffare e nella collusione camorristica, da parte di chi ha usato il paravento del razzismo per nascondere la verità agli occhi di una opinione pubblica accecata dalle campagne mediatiche che sempre più insistentemente agitano il fantasma della xenofobia e dell’intolleranza razziale. Ma lo sfruttamento e la discriminazione trovano sempre più una giustificazione e una copertura istituzionale nel nostro paese! Gli immigrati diventano così i capri espiatori della crisi, dell’insicurezza economica e sociale, mentre c’è chi fa enormi profitti grazie proprio alla ricattabilità dei migranti.

Non basta più denunciare l’apartheid o la demagogia nascosta dietro i provvedimenti di espulsione di migranti , occorre invece sollevare con forza la questione del riconoscimento dei diritti di cittadinanza per i cittadini immigrati e il rispetto di tutti i trattati internazionali che vincolano rigidamente al rispetto dei Diritti Civili e politici ovunque essi siano minacciati ed in ogni posto possano essere difesi, dovendo essi valere universalmente.

PER FERMARE LO SCEMPIO UMANITARIO DEI RIMPATRI DI MASSA, PER CONDANNARE ANCORA UNA VOLTA IL RAZZISMO DEL “PACCHETTO SICUREZZA” PERCHE’ LA CITTA’ DI NAPOLI NON DIMENTICHI MAI PIU’ IL POGROM DI PONTICELLI

LE ASSOCIAZIONI ED I CITTADINI ANTIRAZZISTI SARANNO PRESENTI MERCOLEDI’ 13 MAGGIO A VIA TOLEDO ALLE 17, ALL’ALTEZZA DI VIA PONTE DI TAPPIA, PER DENUNCIARE LE POLITICHE DISCRIMINATORIE E XENOFOBE DEL GOVERNO BERLUSCONI

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