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Oggi mi vesto color *nero stupro*

Mentre arriva l’immancabile e idiota ricerca scientifica (o è idiota e fazioso il modo in cui è stata illustrata) che ci mostra l’esistenza di un ormone definito "antifemminista" che indurrebbe le donne ad essere più "portate" per i lavori di cura, proseguono le "ronde" – ora legalizzate – a cura delle milizie per la sicurezza targate "la destra". Scoprono povertà, baracche e non si curano di avere rispetto della privacy di individu* cui già la vita ha tolto tutto. Invece svolgono perquisizioni (ma non dovevano solo "osservare" e riferire?), ci mostrano attraverso le telecamere i giacigli freddi e di fortuna di persone probabilmente impiegate per poche lire per qualche ricco imprenditore locale, frugano senza averne alcun diritto e mostrano ancora i frigoriferi con un minimo di spesa (l’hanno buttata via o hanno avuto pietà di lasciargliela?).

Scene di una razza che non potrebbe definirsi esattamente umana, spot promozionali dello spray antistupro da spruzzare al primo baraccato dagli occhi impauriti, perciò sgranati e dunque inevitabilmente ciechi. Nei dintorni della capitale uomini e donne giocano a fare i rambo con chi pare stesse tentando un furto d’auto. Rom per l’appunto. Rimediano qualche ferita. Poi intervengono i carabinieri e rambo e forze dell’ordine si feriscono tra di loro. Non fosse così tragico ci sarebbe da sedersi con popcorn in mano per assistere allo spettacolo e sbellicarsi dalle risate. Poco più in la’ c’e’ la milizia a salvaguardia dei comportamenti morali o i guardiani della morale pubblica che esigono la fine della vitalità nel centro romano. Valori fascisti, equilibrio, mens sana in corpore sano, per il duce…

E in Sicilia c’e’ l’ennesima violenza contro moglie e figlia. Un marito le faceva prostituire entrambe. Ma di queste cose la stampa nazionale non si occupa, giusto? Per fortuna c’e’ il carcere di Bollate a spiegare che la maggior parte dei violentatori in galera sono italiani.

Ci sono anche: un articolo scritto da Beatrice Busi e pubblicato oggi su Liberazione. E’ una lettera scritta da Monica Pepe. Ve li passo. In questo periodo leggere, pensare, studiare, dotarsi di strumenti e scambiarsi consapevolezze, fino a che è possibile farlo, fa bene alla salute. E’ tutta resistenza. Buona lettura!

Vecchi miti patriarcali per nuovi fascismi

di Beatrice Busi

«Le donne divengono uno strumento per
lanciare messaggi alla società italiana».
Una frase degna di una femminista
radicale, quella pronunciata dal sindaco
di Roma, durante la conferenza
stampa del Consiglio dei Ministri che si è
tenuta ieri mattina per presentare
il cosiddetto decreto anti-stupri. Peccato che Alemanno l’abbia usata per
riferirsi ad alcune frasi della confessione
di Alexandru Isztoika Loyos, uno
degli accusati dello stupro di San Valentino al parco della Caffarella di
Roma, riportate dai media nei giorni scorsi.

Eppure questa stessa frase,
paradossalmente, riassume in modo molto preciso proprio il senso profondo del
pacchetto sicurezza, approvato a colpi di decreto legge, nel perfetto stile
neonapoleonico di questo governo. Un curioso cortocircuito della
comunicazione, uno scivolamento argomentativo, che svela molto di
più, rispetto a quello che passa "in chiaro". Che c’è un continuum
preoccupante tra la cultura dello stupro e quella promossa non solo da questo
governo,
ma anche da quello precedente, con il Veltroni sindaco in prima
linea che, allo stesso modo, aveva usato il caso di Giovanna Reggiani per
giustificarei provvedimenti razzisti di centrosinistra. La violenza contro
le donne è un argomento strumentale, un mezzuccio, un pretesto, per lanciare
messaggi alla società, per scambiarsi lezioni di virilità nell’era della sua
crisi più profonda.

«Guarda come deve fare un uomo con una donna»,
avrebbe detto il giovane stupratore al ragazzino impotente costretto ad
assistere alle violenze, quasi che fosse una lezione di mascolinità, da uomo
a uomo. Tranquilli, a proteggere le "nostre donne", ovviamente,
dall’immigrazione – come esplicitano i neofascisti di Casa Pound sui muri
delle città ormai ogni giorno – ora ci pensano le ronde. Branchi di ex
carabinieri, poliziotti, militari, parà e bravi cittadini di
varia
provenienza e natura, moderni cavalieri pronti a salvare le vergini in
pericolo. Perché gli stupri commessi da "questi qui", sono diversi da quelli
commessi dai "nostri ragazzi". Lo ha detto, candidamente, una signora molto
perbene, intervistata da Repubblica Tv mentre manifestava, mercoledì sera,
per le vie del quartiere Appio Latino di Roma, insieme al comitato "Donne per
la
sicurezza" e a Teodoro "er Pecora" Buontempo. «Basta con le cazzate
femministe – ha aggiunto -, i loro sono stupri etnici, lo fanno per farci
sentire in ostaggio».

La femminista nera bell hooks si interrogava sulla
capziosità di queste distinzioni già in "Riflessioni su sesso e razza", un
saggio della fine degli anni Ottanta contenuto in Elogio del margine, a
proposito del razzismo della società americana. «E perché mai il sessismo dei
maschi di colore viene evocato come se si trattasse di un disordine sociale
di marca speciale, più pericoloso, più abominevole e minaccioso del sessismo
che pervade la cultura nel suo insieme, o del sessismo che informa il dominio
sessuale dei bianchi sulle donne?».

Perché gli stupratori stranieri, come
quelli di San Valentino possono essere disumanizzati – sono belve -, mentre
gli stupratori italiani, come quello di Capodanno, vengono spesso
rappresentati come "bravi ragazzi" che hanno commesso un tragico errore? «La
ragazza era bella, aveva la gonna, amoreggiava con il suo
fidanzato, l’abbiamo violentata per sfregio», ha detto lo stupratore della
Caffarella. Argomentazioni che suscitano inquietudine e scandalo
nell’opinione pubblica, ma che erano la regola nei nostri tribunali fino
all’altro ieri, e che continuano ad essere agitate ancora oggi dagli avvocati
della difesa, dai media, dalle famiglie, per "attenuare" le responsabilità
degli stupratori italiani, brava gente. La fantasia del protettore e della
donna in pericolo, l’investitura cavalleresca data alle ronde dal decreto
legge appena varato in pompa magna, non serviranno di certo a combattere la
cultura maschile della violenza e dello stupro.

Perché la rituale
drammatizzazione di una maschilità sopraffatrice, la cieca messa in atto del
mito della virilità attraverso lo stupro, è solo l’altra faccia della
medaglia, quella brutale, del paternalismo autoritario dei governi che usano
le donne per lanciare messaggi mistificatori alla società,
alimentandone le
paure più becere e legittimando l’uso indiscriminato della violenza contro la
violenza.

Governi, di destra o di centrosinistra che siano, che continuano a
negare che la violenza contro le donne è una questione intimamente legata
alla costruzione sociale della mascolinità, che viene esercitata soprattutto
nella rassicurante trappola delle pareti domestiche, dove è troppo facile che
gli stessi cavalieri pronti a bastonare un migrante per strada, si sentano in
diritto di alzare
le mani sulle "proprie" compagne, mogli, fidanzate, figlie.
Troppo spesso fino ad ammazzarle, per punirle, se peccano di troppa libertà e
autonomia. Perché il monopolio del controllo sul corpo delle donne dev’essere
loro e soltanto loro. Loro e della patria nazione.

>>>^^^<<<

Cosa è stupro?

di Monica Pepe

"Guarda come deve fare un uomo con una donna" ha urlato al fidanzato della ragazza 14enne il ragazzo romeno mentre la stuprava nel Parco della Caffarella. Fa molto male come donna leggere e riportare questa frase, e non è mia intenzione mancare di rispetto ad una ragazza di 14 anni a cui è stato inflitto questo trauma.

Ma è necessario urlare che ciò che ha detto quello stupratore in fondo è quello che in un’economia di scala diversa pensano tutti gli uomini, o quasi.

Basta farsi un giro su internet, entrare in un luogo pubblico o in un bar dove dei ‘bravi ragazzi italiani’ parlano o scrivono di "sane scopate da farsi in santa pace" per capire che le donne vengono considerate un luna park.

Per la maggior parte degli uomini le donne sono da usare, neutralizzare, ridicolizzare, e in molti casi il fine si raggiunge usando mentalmente o fisicamente i propri organi genitali come un gioco o un’arma.

Lo stupro lo compie il partner nel 70% dei casi di violenza sulle donne, ma tutti gli uomini, o quasi, in fondo pensano che la loro sessualità può esprimersi anche senza il desiderio della moglie o della compagna. Che è lecito forzarla, se lei non oppone proprio una ferma resistenza. Il loro
desiderio è naturale e dominante, quello della donna è subordinato. Se non è stupro qual’è il nome per questo tipo di rapporto? E soprattutto, ma perché le donne – in questo contesto sociale e culturale – dovrebbero provare tutto questo desiderio nei confronti degli uomini?

E’ notizia di ieri che 80.000 uomini italiani giovani, colti, reddito medio vanno a caccia di turismo sessuale infantile, ovvero stuprano 9 volte su 10 una bambina, 1 volta su 10 un bambino e sempre di più nei Paesi dell’est. E anche se il carnefice ha il passaporto italiano e si moltiplica per 80.000
volte nel consumare corpi e menti indifese – già lacerate dal degrado – il processo di negazione individuale, collettivo, sociale è automatico e agghiacciante. Ci difendiamo negando l’orrore, ma il terriccio che ci si scuote di dosso è lo stesso del parco della Caffarella.

Al di là del fatto che non c’è alcuna convenienza politica come nel caso di stupratori romeni, non dobbiamo meravigliarci che gli uomini – in particolare i politici – non riescano a tuonare contro la violenza maschile contro le donne in famiglia. E’ una questione che riguarda da vicino un
confronto troppo scomodo con se stessi.
 

Leggi anche:

Girolimoni, potenza del regime e milizie per la sicurezza
Il decreto antistupro [Leggi il testo del decreto]

La glaciazione dei sentimenti e gli abiti da battaglia
Dodecalogo per donne NON stuprate
Decalogo per donne stuprate
Storia della legge sullo stupro
Post che parlano di cultura dello stupro e della violenza sui corpi

—>>>La foto è sullo stile *prima o poi il nero ti sommergerà* e viene da QUI

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. ichias says

    a proposito della ricerca scientifica, il cui testo completo sembra però non sia ancora disponibile.
    http://psicocafe.blogosfere.it/…ome-oggetti.html

  2. Chiara di Notte - Klára says

    Branchi di ex carabinieri, poliziotti, militari, parà e bravi cittadini di varia provenienza e natura, moderni cavalieri pronti a salvare le vergini in pericolo.

    Sperando che non siano gli stessi individui protagonisti di questi fatti… altrimenti potrebbe essere “dalla padella nella brace”.

    http://www.tmcrew.org/…donnedalmondo/somalia.htm

  3. Claudio says

    Queste ronde funzionano alla grande. Un gruppo di pensionati con la sciatica stanno alle calcagna di un paio di romeni sospettati di essere poveri.

    Articolo prezioso, link preziosissimi. In uno si parla di proteste contro il degrado del centro storico di Roma. Degrado del centro storico di Roma? Immagino si riferiscano ai cartelloni pubblicitari fashion trendy di sei metri per tre che coprono chiese barocche, palazzi del seicento, fontane storiche, sculture, opere d’arte, scorci caratteristici, e che sono costretto a subire ogni volta che passo per Campo de’ Fiori a prendere un pezzo di pizza.
    L’ultima volta una gigantografia de ‘n par de mutanne di Armani mi ha impedito di godere di una facciata settecentesca. Il centro storico di Roma è davvero degradato.