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Critica della violenza etica

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Lasciatela andare, sciacalli. Perchè insistono nell’affermazione di una convinzione politica e religiosa che non tiene conto dell’interesse delle persone. I nostri corpi non ci appartengono. Ne dispone lo Stato, anzi il ministro Sacconi e la chiesa cattolica. Per lo stato siamo tutti da interdire, non responsabili per noi e per i nostri figli. Corpi di Stato, come dicevo in un post precedente nel quale ragionavo (da profana) del paradosso, dell’aspetto giurisprudenziale della questione. Qui sta il mio testamento biologico e prima o poi scriverò anche le mie dimissioni dal mondo presente. Comincerò a scrivere di fantascienza come Marge Piercy.

Avrei voglia di piangere di rabbia e stringo i pugni e scrivo perchè è troppo. Veramente troppo. Quanto può essere grande una ingiustizia e quanto può essere grave una violenza (istituzionale) sul corpo di una donna perchè tutti dicano basta?

Beppino Englaro, non avrei mai pensato di stimare così tanto un uomo che diventa paladino della difesa del diritto di autodeterminazione della propria figlia. Me lo immagino tenace, determinato, serio, spossato, amareggiato, ripiegato su una poltrona a scuotere la testa per dire che non è possibile che ci si accanisca così tanto contro sua figlia. Non soffrire, ti prego. Siamo in tanti e tante. Siamo con te. Siamo con Eluana.

E mentre assistiamo a questo omicidio del diritto alla libera scelta, proviamo a dotarci di strumenti intellettuali leggendo un libro che ho trovato illuminante. Non c’entra in particolare con la questione italiana, piuttosto si concentra su altre cose che proseguono la riflessione sugli stati e le guerre "giuste" iniziatiata dalla scrittrice con il libro "Vite Precarie".

Il libro è "Critica della violenza etica" di Judith Butler, che certamente già conoscete. L’etica come braccio armato della politica. Parla di una "nuova nozione di responsabilità morale che pone al centro dell’agire morale la generosità, in contrapposizione a quelle concezioni *violente* dell’etica che pretendono di fondare i propri principi sulla visione di un io sovrano e autotrasparente."

La Butler chiacchiera con Adorno, Foucault, Cavarero, Lévinas, Nancy e svolge una serie di analisi e riflessioni attraverso le quali riconfigura l’etica come progetto in cui essere un soggetto morale significa assumere un atteggiamento critico nei confronti di norme sulla cui base si è chiamati ad agire ma che non si sono consapevolmente scelte. E’ un testo complesso. Ma vale la pena leggerlo.

Ci consola sapere che qualcun@ sia stat@ in grado di suggerire un percorso intellettuale filosofico/psicologico in un momento per noi così buio.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. d-K says

    Non ho parole, solo sempre più rabbia e paura.